Prima che la memoria non mi assista, eccomi qui....
Lo stage è stato organizzato da Carlo Miozzi, vitale sessantenne capitolino che con la sua scuola, Accademia Antiaggressione, da qualche anno in maniera encomiabile porta avanti un progetto di ospitalità/conoscenza con alcuni dei più importanti istruttori di KM e affini presenti sulla scena internazionale.
Questa volta è toccato a Michael Ruppel, che tornava nella capitale dopo una prima esperienza che aveva positivamente impressionato chi c'era.
Michael Ruppel è di base uno degli allievi più anziani di Dennis Hannover, cintura nera del suo DJJ o Hisardut, ma che da anni ha di fatto elaborato un suo Krav Maga, KM Street Defence, figlio di una lunga esperienza professionale nel settore della sicurezza personale.
La sua è una scuola abbastanza apprezzata in Germania (nota anche per la sua collaborazione con un noto attore protagonista del telefilm Last Cop) e il suo canale youtube è molto seguito oltre che ricco di spunti interessanti che testimoniano la sua evoluzione e il suo crescente "successo" testimoniato da un recente sbarco americano.
Lo stage prevedeva due giorni di lavoro ma io per vari motivi ho dovuto optare solo per il primo che aveva in programma pistola, coltello e bastone.
Accompagnato dunque da uno dei miei allievi più anziani (noi non ci nascondiamo...
) mi sono goduto questa bella alzataccia di sabato e mi sono recato al centro sportivo dove si sarebbe tenuto lo stage e subito la prima in parte gradita sorpresa...allenamento all'aperto su campo di calcetto vista la splendida giornata romana.
Mi accoglie Carlo Miozzi in persona, con cui avevo fatto due chiacchiere al volo allo stage di Itay Gil, che senza troppi giri di parole mi esprime il suo apprezzamento per la rara apertura che dimostro andando a questi seminari senza aver paura di mettermi in discussione...
Ma per me è solo un discorso di divertimento e passione...il resto è un di più...
Man mano che la gente comincia ad arrivare faccio la conoscenza con un istruttore di Civitavecchia che, capito dove bazzico, mi chiede se conosco quello che si tira le secchiate d'acqua in testa come i vip.... :'(
:'(
:'(
Superato l'impasse scambiamo due chiacchiere piacevolmente, inconsapevoli di quello che il destino ci riserverà nel corso della giornata...
Saluti con altri ragazzi visti in passato per stage e finalmente si materializza Ruppel, con mega trolley al seguito e allievo tatuatissimo di tre ante che per l'occasione farà da cameraman per la realizzazione di un video promozionale.
Ero molto curioso in primis per la stazza e, per la mera cronaca, dal vivo non è il gigante che mi aspettavo...un pelo più alto del sottoscritto ma sicuramente più imponente anche se la mole da classico tedescone è tale anche per un pò di "sostanza" che potrebbe anche lasciare per strada...
Approfitto allora del momento e mi vado a presentare, anche perchè avevamo avuto in passato alcuni scambi epistolari quindi mi sembrava quanto meno doveroso....oltre al fatto che me piace chiacchierà, come direbbe la Ferilli...
Lui è molto cordiale, mi chiede cosa faccio, chi sono, con chi studio e per fortuna nn ha nulla da ridire...
Ma è il momento di iniziare.
Tutti allineati assistiamo al suo arrivo abbastanza maranza con pantalone del gi nero con più toppe, polo a manica lunga infilata dentro e cintura nera sopra...
Veloci convenevoli, un paio di spiegazioni su quello che faremo, saluto molto giappo (un oss urlato con tanto di pugnetti serrati davanti...
) e via col riscaldamento.
Lavoro classico ma cmq divertente all'aria aperta che porta però poi a qualcosa di decisamente "nuovo"....
Diciamo che negli stage in genere gli istruttori hanno approcci differenti....c'è chi vuole solo mostrare cose, chi vuole dare degli input e infine chi sfrutta questi per delle vere e proprie dichiarazioni di intenti...
Lui appartiene a questa categoria e il primo segno è stato l'utilizzo di tecniche di condizionamento del corpo molto orientaleggianti figlie sicuramente della sua esperienza con Hannover.
Si comincia coi low kick e già al primo colpo azzoppa, senza cattiveria, un ragazzo molto più leggero di lui chiamato per assisterlo.
Ovviamente quando è poi il sottoscritto a essere chiamato, dopo varie combinazioni di gambe, per assisterlo nei pugni allo stomaco nell'aria si avverte chiaramente una sorta di cinica empatia per quello che mi attende
ma la cosa mi stimola e infatti tengo testa alle bordate del panzer teutonico...il quale alla fine a tradimento l'ultimo colpo lo lascia un pò alto...
Si passa finalmente a lavorare...capitolo uno, pistola.
Ruppel chiama uno per assisterlo, tira fuori la sua Glock e chiede a tutti qual è la cosa più preoccupante per strada se esce fuori un'arma da fuoco...e mentre le risposte si accumulano lui zittisce tutti esplodendo un colpo a salve che genera l'ovvia reazione di tutti.
E l'esempio che fa gli serve solo per ribadire l'importanza di imparare si le basi con armi di gomma o simili ma di considerare poi parte indispensabile dell'addestramento il lavorare con armi di peso e in contesti realistici.
Vengono mostrati quattro situazioni diverse: pistola al basso ventre, pistola altezza petto, pistola in fronte e pistola al lato della testa.
La pistola al basso ventre, ma questa è una cosa che in generale avevo notato nei video e che mi porta a pensare possa essere figlia anche di una radice simile a livello concettuale fra il suo KM e il CKM, si fonda sullo stesso principio che utilizziamo noi non tanto in quel contesto ma in un altro anche se è poi un soluzione che noi stesso contempliamo come plausibile e infatti la eseguo senza troppi problemi.
Analogo discorso vale per la pistola alla testa dove lui mostra quello che definisce il disarmo più veloce del mondo, molto mal copiato secondo lui; qui la tecnica è di fatto identica alla nostra ma lui si aiuta col taglio lato pollice mentre noi col taglio lato mignolo.
Avendola provata e riprovata la sua versione non mi dispiace affatto...non cambia, imho, il principio biomeccanico e secondo me rende più difficile lo sbaglio.
Di sicuro ci lavorerò sopra e ne parlerò a Moni.
La soluzione per la pistola altezza petto nn è di per sè malvagia ma secondo me non è per tutti essendo fondata su una pressione effettuata col nostro braccio libero sull'incavo del suo braccio armato.
Quella che mi convince poco o, meglio, meno è la tecnica della pistola di lato perchè lui la fa andando ad afferrare l'arma con il braccio più lontano, motivando questa cosa col discorso dell'effetto sorpresa.
Ora, vedendola fare a lui e avendola provata, posso dire che la cosa è molto borderline...nel senso che le sue valutazioni sono plausibili ma fino a un certo punto.
In ottica CKM quello che per me nn va bene è che la tecnica, per come la presenta lui, è monodimensionale (solito ampio movimento del braccio libero) mentre nel nostro caso la soluzione prescinde da quello che c'è attorno.
Nelle spiegazioni Ruppel è molto preciso e, a differenza di altri più blasonati di lui...., quando le persone provano le tecniche gira per verificare la corretta esecuzione e per dare eventuali spunti di riflessione sul perchè si faccia una cosa piuttosto che un'altra.
E per un "tecnico curioso" come me questa è una ghiottissima occasione anche perchè, e questa cosa l'ho notata spesso in passato, la maggiorparte delle persone evita di fare domande o esprimere perplessità e quindi il tedescone è tutto per me....
Tra l'altro un paio di volte le mie domande portano a spiegazioni e dimostrazioni quasi ad personam e per me è come prendere due piccioni con una fava.
La serietà tedesca viene ulteriormente fuori durante il lavoro tecnico quando, evidentemente non contento della performance del gruppo, scatta una punizione di massa basata su una serie di esercizi prima cardiaci e poi di condizionamento tramite mazzate...indimenticabile!
Come prassi poi tutto il lavoro tecnico viene racchiuso in un grande drill sotto stress e qui sono due gli elementi da segnalare...l'indugiare in lavori cmq molto caotici (immagino figli del suo passato professionale) e l'utilizzo della pistola caricata a salve.
Ruppel gira infatti per il campo con la sua Glock e ogni volta che qualcuno sta per eseguire un disarmo esplode un colpo, anche da distanza molto ravvicinata e senza che uno lo veda...
Provare per credere come se al primo si "reagisce" in maniera ovvia, ai seguenti, aumentato lo stress e più focalizzati, è come se nn si sentisse niente.
Stanchi ma soddisfatti si conclude la prima parte dello stage.
La pausa pranzo dovrebbe durare 45 minuti ma, sorvoliamo..., il tedesco si ripresenta dopo 90 minuti...senza timore alcuno gli faccio presente la cosa e lui mi assicura che recupereremo tutto (con gli interessi direi...
); ma diciamo che il tempo in più nn solo ha consentito alla mia pizza bianca con tacchino di scendere un pò di più ma mi ha permesso anche di fare due chiacchiere con alcuni ragazzi molto simpatici che non conoscevo come il gruppo Ichnos Krav Maga della Sardegna.
Il pomeriggio riprende con il lavoro relativo alle minacce e agli attacchi da coltello.
Solita contestualizzazione a parte, viene in primis mostrata quella che è la posizione di guardia della sua scuola e viene fatto fare un esercizio per mostrare come funziona.
A livello funzionale siamo su qualcosa di molto simile alla 360 defence del KM mentre a livello biomeccanico la sua posizione è molto simile alla nostra X-shield.
Una differenza più apparente che altro è data dalla posizione delle mani ma l'idea di base resta sempre cmq quella di sopravvivere al primo attacco e di andare a cercare il massimo controllo possibile sull'arto armato.
Vengono mostrate cinque situazioni...due con coltello diciamo a distanza ravvicinata ma senza contatto, due classiche col coltello alla gola e una col coltello vicino al fianco del cattivo pronto a essere usato mentre con l'altro braccio ci tiene per la maglia a distanza.
I lavori a distanza sono "banali"...sul collo da un lato usa la stessa soluzione che usiamo noi, probabilmente molto jj inspired, anche se con maggiore enfasi sul gomito dove noi invece tendiamo ad andare sulla spalla; dall'altro, diversamente da noi, c'è la classica chiusura esterna a cui segue lo stesso movimento sull'incavo del braccio mostrato con la pistola.
L'uso di un identico principio è encomiabile e segno di qualità ma io ritengo il controllo esterno sempre molto rischioso e poco adatto a tutti.
La cosa sfiziosa è invece il lavoro quando siamo afferrati dall'aggressore.
In soldoni la sua soluzione nasce dall'idea di non concedere tempo e spazio all'aggressore e di reagire quindi immediatamente portando "in leva" immediatamente il braccio che ci regge con il solito lavoro e un movimento rotatorio verso l'esterno.
La tecnica ha senso...forse nn è da tutti ma in quella situazione lo spazio per i sofismi è estremamente ridotto.
La sola cosa che ho notato è che in alcuni casi la rotazione rischia di far passare il coltello pericolosamente vicino alla nostra coscia e questo può essere un problema ma sperimentando
ho visto che la cosa può essere risolta andando più indietro che di lato e in quel caso nn c'è chance di essere colpiti.
Tra l'altro io di fatto faccio tutte le tecniche in coppia con il ragazzo di Civitavecchia conosciuto la mattina e lui oltre ad avere 20kg in più di me di quelli giusti mi da anche quasi 10 cm di altezza per cui come riferimento è più che valido.
Terminata la parte tecnica solito lavoro sotto stress e drill per provare tutte le tecniche.
Si avvicina così sfortunatamente il momento di chiudere ma qui c'è il colpo di scena....Ruppel chiede di andare a prendere una coppia di caschetti e di tirare fuori i guanti da boxe e tutte le armi...
Poi si gira verso di me e mi fa "Tu e il tuo partner preparatevi!"...
A che?
Per farla breve ci fa indossare guanti e caschetti e ci fa posizionare dentro il cerchio di centrocampo, partendo da distanza di corpo a corpo dovremo prenderci a cazzotti full speed (no testa) e come se nn ci fosse domani in modo da spingere l'altro fuori dal cerchio...quando saremo sufficientemente stanchi allora ci leveranno i guanti e ci attaccheranno in massa per provare tutte le tecniche apprese durante il seminario.
Lo stomaco un pò mi si attorciglia sia per la logica tensione dell'essere sotto lo sguardo di tutti (mio allievo compreso....) sia per il fatto di lavorare con uno che non conosco che fisicamente ha un vantaggio indubbio...ma Sparta è anche questo...
Iniziamo a darcela di santa ragione e mi rendo conto di reggerlo bene fisicamente (gli anni del football hanno lasciato il segno....) e questo mi conforta insieme alla percezione di una diversa tenuta fisica...
Il primo round finisce dopo 2-3 minuti e veniamo attaccati da tutti...
Io penso che la cosa finisca lì ma c'è un secondo round...lui è già stanco mentre la mia confidenza è cresciuta...di fatto lui è come un gatto in tangenziale, senza saperlo....
Il secondo round fila via apparentemente più liscio anche se la stanchezza gioca brutti scherzi e qualche colpo finisce molto alto...di nuovo attacchi di massa, di nuovo spero sia finita....
Ma c'è un terzo round...
A questo punto il mio intento è quello di collaborare col mio "avversario" e gli sussurro di appoggiarsi a me e fare un pò di cinema ma lui è in confusione da ipossia per cui vado di mestiere, bloccando vergognosamente il suo braccio buono e colpendolo di fatto solo il ma con minore enfasi.
Alla fine del terzo giro di attacchi lui finisce a terra stremato e rosso pompeiano...io sento la fatica ma insomma...non pettino bambole quando mi alleno....
E i commenti dei presenti oltre che i complimenti espliciti di Ruppel imho valgono moooolto più di 100 o 1000 mi piace su facebook...
Allo stesso drill si sottopongono altre due coppie (molti erano di fatto scappati...
) e poi è il momento dei saluti...un altro oss urlato.
Scambio ancora con lui un paio di chiacchiere e gli domando di spiegarmi quanto del suo "passato" con Hannover sia presente nel suo KM attuale.
La risposta è che lui rispetta sicuramente Hannover come suo unico maestro ma che in termini percentuali il 30% del suo programma è ricollegabile al DJJ mentre il restante 70% è frutto di sue esperienze marziali e professionali, in particolare per quanto riguarda i lavori con armi da fuoco, taglio e oggetti contundenti dove secondo lui il DJJ è rimasto ancorato a soluzioni troppo tradizionali e datate.
Ad Hannover però riconosce il merito di avergli insegnato l'aggressività marziale in genere e la combattività a mani nude e al suolo che in parte ha inserito nel suo KM.
Alla fine uno stage soddisfacente sotto ogni punto di vista....e per quanto riguarda Michelone....