Probabilmente è l'istruttore/esponente di nuova generazione (per giovane età) e scoperto puramente tramite filmati su internet che mi ha fatto più ben sperare per il futuro e per le prossime leve nell'intero panorama marziale.
Per quanto mi sembri che non si muova affatto male, questa mia positività di giudizio non è perché lo reputi un fenomeno o perché mi abbia particolarmente impressionato per bravura o efficacia di quanto propone.
Semplicemente perché ai miei occhi, certamente di parte quando si parla in generale di kali/silat, mi ha fatto intravedere un potenziale spiraglio di novità nel panorama marziale in alternativa all'imperante pensiero propagandato che se vuoi praticare una disciplina combattiva oggi devi per forza praticare mma (o quasi solo di riflesso gli sdc da cui prendono il loro bagaglio tecnico le am miste) oppure krav maga se hai qualche minimo interesse per la difesa personale, senza avere altre alternative, con il messaggio accessorio che am tradizionali=mexda (tra l'altro con associazioni di nomi di discipline, e modalità tecnico-didattiche di proporle, alla parola tradizione che mi lasciano abbastanza perplesso).
Nel caso di Guinanao invece vedo una scuola/stile nuovo, per mera data di creazione dell'insegna, ma che definirei tranquillamente tradizionale nei contenuti. Da quel poco che posso dedurre dai suoi filmati
[1], intravedo l'affiancare esecuzioni tecniche supportate, in generale, da un modo di muoversi di qualità sufficientemente buona perché possa essere trasmessa
[2] coniugato potenzialmente a una comunicazione esplicita dei concetti che la renda comprensibile anche al “grande pubblico” di noi praticanti occidentali.
Considero molto più raro di quanto si possa pensare il riuscire a trovare insegnanti che riescano a coniugare in modo equilibrato questi due aspetti. E' molto più facile secondo me per kali/silat trovare insegnanti tecnicamente molto bravi come esecutori ma con difficoltà di comunicazione didattica per noi occidentali (perché hanno una comunicazione didattica troppo vicina a quella di tradizione asiatica per il nostro differente modo occidentale di apprendere). Oppure non è difficile al contrario trovare insegnanti che parlano/insegnano discretamente bene ma con forti lacune tecniche.
Secondo me la poca frequenza di riscontrare in modo accettabile entrambi questi due requisiti nella divulgazione di kali/silat è il motivo principale per il quale sono poco conosciute e poco adeguatamente apprezzate rispetto a quanto meriterebbero.
Finisce così che il potenziale appassionato/praticante non comprenda il potenziale o travisi persino il senso di quanto praticato in queste discipline e si rivolga altrove senza neppure averle potute prendere in considerazione a ragion veduta.
Tornando a Guinanao, mi ha fatto ipotizzare che potenzialmente come insegnante possa “tradurre” in termini comprensibili ai più anche per esempio il senso della pratica di alcune azioni/combinazioni di stampo tradizionale che mostra.