- il footwork ortogonale. Soprattutto la buona gestione avanti e indietro sul filo della misura può rivestire un ruolo determinante nell'1vs1 di striking. La mia arte marziale dà decisamente più peso alle diagonali per orientamento preferenziale a scontro multiplo e armato per quando riguarda armi da botta e taglio (nell'uso di armi da punta come il coltello diventa più ortogonale).
Il footwork diagonale, facilmente associabile in altre codificazioni a quello circolare o al side step&pivot, può funzionare anche egregiamente pure nell'1vs1, ma per mia logica l'inferiore importanza data al passeggio ortogonale toglie una potenziale freccia dalla propria faretra rispetto a chi è un migliore specialista di quello ortogonale, offrendo ovviamente viceversa una potenziale munizione in più rispetto a chi ha difficoltà ed è meno specializzato di noi sulle linee diagonali.
La maggiore o minore utilità di un tipo di footwork rispetto all'altro può dipendere dal contesto e/o avversario specifico in cui ci si ritrova a doverlo applicare.
- l'approccio “classico” lottatorio. Per quanto si sia ampiamente confermata l'efficacia nell'1vs1 a mani nude da secoli fino ai primi tornei accuratamente regolamentato e associabili alle mma negli anni '80 e nei primi anni '90, con continue conferme fino alle attuali mma, all'aspetto classico della lotta con contatto “tronco a tronco” nel mio genere di stile è data un'importanza decisamente inferiore a favore di un'impostazione lottatoria più orientata al controllo delle appendici avverse, proprio per obiettivi legati a contesto non regolamentato, sia per particolare sensibilità allo scontro multiplo sia alla eventuale presenza di armi, coltello in primis.
Negli ultimi mesi a livello personale mi sono avvicinato a una disciplina di lotta, mosso da gusto e diletto personale. Ciò non toglie che nonostante l'indiscussa efficacia in contesto sportivo 1vs1 a mani nude, continui a ritenere un'ottica troppo volta alla lotta “classica” potenzialmente suicida in contesto non rituale, tranne in casi di abissale gap a nostro favore dal punto di vista mentale, psicofisico e tecnico.
Nello scontro multiplo per l'ovvia tattica che se ci facciamo legare da uno i suoi compari saranno lieti di consumarsi le scarpe a calci su di noi. A maggior ragione per particolare sensibilità sull'argomento il mio tipo di stile si preoccupa dell'eventuale presenza non preventivamente rilevata di arma da punta/taglio (coltello o anche un banale oggetto d'uso comune che possa fungere da punteruolo o da lama).
Se nell'1vs1 a mani nude può funzionare l'accorciare la distanza come tattica antistriking in presenza di punteruolo o lametta ciò può implicare il rischio di avere la meglio sull'opponente nell'immediato, riuscendolo persino a finalizzare brutalmente, ma comunque “di non passare la notte” noi stessi per ferita riportata, ed eventualmente neppure subito percepita durante il rush adrenalinico, a vasi sanguigni principali.
Volta ad avere un approccio mentale e tecnico coerente tra scenari differenti, la mia disciplina non sottolinea particolarmente l'aspetto della lotta “classica” e se faccio sparring a mani nude e un mio compagno con buon background di grappling riesce a imporre il proprio gioco portando l'esercizio in ambiente lottatorio ritengo decisamente plausibile e probabile che mi asfalti, per non parlare che tralasciando l'aspetto tecnico dal punto di vista meramente fisico è constatato che le discipline di lotta con sbocco olimpico abbiano storicamente la preparazione atletica più polivalente tra gli sports, non solo marziali-combattivi, ovvero con uno sviluppo più equilibrato tra forza, velocità e resistenza, fattore che da praticante di am tradizionale ritengo non da poco di per sé per il contesto combattivo.
In base a questi aspetti sulla carta qualche vantaggio tecnico nei miei confronti nel 1vs1 a mani nude un praticante di mia pari esperienza e pratica in una disciplina orientata solo su quello considero possa pure averlo. Poi consapevole di un razionale pronostico a mio sfavore ovviamente proverò comunque a giocare le mie carte per cavarmela alla meno peggio!
Non ho poi naturalmente neppure accennato che se confrontiamo due ipotetici praticanti di discipline differenti per oggettività e logica dovremmo prendere in considerazione due condizioni di mezzi a disposizione paragonabili tra loro e mettere in conto la specializzazione in relazione al contesto di confronto.
Da un lato è ovvio che un praticante che si allena 6-8 ore a settimana in funzione del 1vs1 a mani nude in quel contesto dovrebbe essere più bravo di chi si allena per le stesse ore settimanali a più contesti 1vs1 o 1vs+ armati e disarmati, per naturale più dispersività della pratica per il singolo contesto specifico di applicazione.
Dall'altro lato è ancora più complicato a livello pratico avere una similitudine di mezzi a disposizione tra stili differenti. Banalmente non dipende solo dal singolo insegnante o dalla scuola l'avere a disposizione uno spazio per gli allenamenti degli allievi per 2 ore 2 volte a settimana piuttosto che 5 ma anche da questioni sociali, politiche e organizzative.
Per esempio la scuola di pugilato storica potrebbe beneficiare di contributi economici derivati dal Coni o altro ente oppure avere a disposizione un locale pubblico per tutti i giorni della settimana con vecchio contratto a prezzo agevolato, mentre l'insegnante della disciplina potrebbe dover litigare con un gestore privato per avere più di 2 miserrime orette di un locale più ristretto e a un costo più esoso.
Su questo forum penso che siamo quasi tutti sufficientemente vaccinati da sapere che per gli enti sportivi federativi ci sono discipline di serie A e di serie B per storicità ma soprattutto in base al numero di quote associative.
Allo stesso modo in pochi anni può diventare più potente e avere più mezzi economici a disposizione la disciplina x con l'80% di insegnanti farlocchi della disciplina y che ha insegnanti più competenti ma ha meno riscontro di associati.
Presumo che a seguito di internet e di molte opinioni protratte sulla rete non solo nella mia città ci sia stato un decremento di praticanti in età adulta di am tradizionali a favore degli sdc o sistemi di dp. Eppure magari i pochi praticanti dell'arte marziale “classica” gareggiano magari in percentuale maggiore, con più frequenza e a livelli proporzionalmente decisamente maggiori dello sdc z e con la stessa intensità di contatto, ma che ha il triplo di iscritti e di nuovi praticanti in età adulta.
Al contrario di quanto di solito propagandato on line e col quale si persuadono i potenziali nuovi praticanti in quella realtà cittadina risulta che i praticanti di quella am classica fanno più confronto non collaborativo di quando non faccia la maggior parte degli iscritti alle scuole di sdc della stessa zona. Nella stessa associazione della am classica gli associati che danno meno spazio al collaborativo sono relegati al decennale corso di sistema di dp moderno, che però è di moda e attira più nuovi praticanti di età adulta dell'am classica.
Per concludere ci sono tanti fattori che complicano un confronto oggettivo tra discipline differenti e i loro ipotetici praticanti “standard”.