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http://www.bestdefensesolutions.it/raw-combatives/differenze-con-le-arti-marziali/
Articolo capzioso. Sembrano tutti buoni i punti, fino a che non ci si fanno due domande. Tralasciando l'introduzione, per cui non posso sapere chi o cosa influenzi il sistema "proprietario" chiamato "combatives", andiamo direttamente a:
1) L’addestramento al combatives non è indolore.
Sarà sicuramente vero e non lo metto in dubbio, ma è vero anche per le arti marziali. A meno che non si tratti di taiji. Lo è qualsiasi sport. Lo è qualsiasi cosa richieda contatto. Sono davvero poche le discipline marziali in cui non si applica un condizionamento più o meno intenso, è un argomentazione fallace questa.
2) Il Combatives non genera guadagni come le arti marziali.
Anche qui... forse paragonato ai colossi come la FIJLKAM o simili, va bene. Ma se hai un sito, magliette col tuo logo con tanto di copyright stampato sopra, tieni corsi e fai propaganda sicuramente non è per fare il benefattore. Il ritorno economico c'è ed è curioso che si voglia nascondere, perché è normale e sacrosanto che un professionista si faccia pagare, non ci trovo niente di vergognoso. Ma non è che le arti marziali siano fatte per guadagnare mentre invece il Combatives no, dai. Non per ricorrere al solito esempio personale, ma con i mensili dei miei allievi ci pago giusto l'affitto e con i pochi stage che faccio ci finanzio l'attrezzatura e l'attività del club. Magari ci guadagnassi..
3) L’UNICO scopo del combatives Training è di prepararti a difenderti prevalendo sull’avversario poiché è nato ed è stato sviluppato in ambiente militare.
Le arti marziali, lo dice la parola stessa, sono nate e sviluppate in ambiente militare. Chiaro che nel tempo la maggior parte siano diventate altro, ma la storia dell'ambiente militare è talmente abusata che ormai è diventata quasi un mantra. Le tecniche e i concetti sono diversi, perché diverso è lo scenario. Non mi sembra che stia rivelando l'arcano, credo che lo sappiano tutti EPPURE si continua a fare leva sul fatto che made in militare è meglio. Nella mia insignificante esperienza ho imparato che coltello da duello ≠ coltello tattico ≠ difesa da coltello. Nel coltello tattico ho imparato che l'impugnatura è diversa quindi il maneggio è diverso, l'abbigliamento è diverso quindi i bersagli sono diversi, il contesto è diverso ecc. Se si parla di mindset, o di killer instict, va bene ma non bisognava certo aspettare il Combatives, le arti marziali tradizionali (che non vuol dire saluti, kimoni e kata) hanno un vasto repertorio a riguardo.
L'articolo è chiaramente "partigiano", e con tutto quello che ho scritto non intendo sminuire certo il lavoro e il valore dell'autore, istruttore Cionna. Ma a me sembra che si voglia prendere quello che già si trova in alcune buone scuole di arti marziali, cambiargli nome e poi annebbiare il legame che c'è con esse.
E con buona pace di RAW® Combatives, non mi sembra che facendo così ci si differenzi molto nei fatti dal tanto vituperato panorama marziale.