Difficile aggiungere molto di più a quanto detto da Gargo...ribadisco solo alcune cose...
Uno, buona fortuna se pensate di riuscire a scappare in eterno davanti a uno che vi da la caccia con una lama...o di schivare e contrattaccare a distanza.
Il punto non è poi "uh fico il coltello dai che proviamo la tecnica"...il punto è che, al solito, a certe cose siamo costretti...la prima soluzione resta la fuga, la seconda qualcosa da frapporre o usare per equalizzare...ma se non ci sono le possibilità?
La cosa ci porta poi alla corretta valutazione di Gargo sulla distanza/sorpresa...il punto è: quante volte il culo/cielo mi assiste se, dopo la prima coltellata data, consento a tizio di tirarne una seconda senza che si senta minimamente toccato?
L'impostazione israeliana non è solo una questione tecnica ma un'impostazione concettuale dove la risposta deve si affrontare la minaccia ma allo stesso tempo dare dolore e interrompere il normale processo cognitivo dell'aggressore e quindi, mettendo le cose insieme, la logica resta una sola.
Sul discorso del cadere a terra diciamo che dipende...spesso è una conseguenza degli eventi ma può anche essere una buona soluzione in certi casi, ovviamente c'è modo e modo perchè la norma resta il massimo controllo dell'arto armato imho.
Le lame lunghe su molti attacchi sono più un vantaggio che uno svantaggio per chi si difende...il machete è sopravvalutato.
Ultima chiosa sul discorso di "chi usa il coltello"...ieri sono stato a uno stage specifico di combattimento col coltello...bene, anche la gente magari allenata a menare/combattere spesso ha con un coltello la stessa dimestichezza che una suora di clausura ha con la strada...