Ahahahaha ridi ridi, ma abbi anche pazienza. Non è che se uno non ti risponde nei tempi che decidi tu, allora le sue idee sono risibili, no?
Io con Analisi I & II sono carente degli strumenti matematici necessari a parlare delle "3 forze", tu invece?Sono carente in ambito scientifico in generale, manco ci pensavo a fare un trattato di questo genere… figuriamoci 4 slides con le quali per forza di cose è necessario “semplificare”… Direi che per parlare delle 3 forze e/o di tutte le interazioni in gioco su un corpo fisico sia poco utile al fine di questo argomento (che cercherò in questa sede di introdurti). Almeno in termini pratici.
Per chi fosse più interessato alla teoria scientifica ci sono manuali (anche il tuo manuale del liceo forse tratta certi argomenti) specifici e completi.
Avevo scritto un bel post, con un click ho perso tutto …Ora cerco di riassumenre brevemente … di nuovo.
Credo che stiamo prendendo l’argomento da due punti differenti, anzi direi che hai re-interpretato (e forse manco letto del tutto) le slides e il senso delle stesse… questo è chiaro per il semplice fatto che
hai spostato la discussione su argomenti e termiologie che non ho affrontato e delle quali mi guardo bene dal farlo.
Primo termine arbitrariamente inserito a tuo piacimento:
posizione.
Dal dizionario: Modo in cui qlco. è messo o si trova: p. orizzontale, scomoda; p. d'attenti, di riposo… questo termine non è presente volutamente nelle slides .... il termine denota uno stato di “non movimento”.
Ma..... Io volevo però parlare di uso e movimento…..
Sul dilemma "o ci si oppone alla forza di gravità o la si asseconda" mi pare evidente che quell' "o" non può essere inteso come "aut", perché la posizione di un corpo - ad esempio questo libro sulla mia scrivania - è per l'appunto la risultante delle forze che agiscono su questo corpo (forza di gravità + reazione vincolare del tavolo). Tant'è che si potrebbe dire, in termini colloquiali e imprecisi, che la posizione del libro sul tavolo è ottenuta sia "opponendosi" che "assecondando" la forza di gravità.Qui forse stai “semplificando” , vorresti farmi credere che le “proprietà” fisiche di un libro sono analoghe a quelle di un corpo umano? Lasciando perdere questo aspetto vorrei farti notare come poni l’accento sulla risultante delle forze etc… paragonando un libro (oggetto immobile e inanimato) al corpo.
Mi piacerebbe invece spostare l’attenzione (mantenendo il tuo esempio del libro sulla scrivania) su “come ci è arrivato il libro sulla scrivania”…. Probabilmente ce lo hai messo tu… e mentre lo facevi, hai per caso posto attenzione a “come” lo hai messo, cosa ha fatto il tuo corpo per compiere quell’azione? (lascio a te l’eventuale risposta al tuo commento - Sul dilemma "o ci si oppone alla forza di gravità o la si asseconda" mi pare evidente che quell' "o" non può essere inteso come "aut" – perchè probabilmente è un dilemma che potrebbe aiutarti… forse).
Meglio non parlare imho proprio di "assecondare" o di "opporsi" alla gravità e adoperare la definizione correntemente in uso: la postura del corpo umano è la deformazione che la forza di gravità (unità all'azione di altre forze) opera sul corpo; la "buona postura" è una "deformazione coerente della gravità", giusto per citare un manuale qualsiasi ( "Ergonomia del sistema posturale", a cura di Massara, Pacini, Vella, Marrapese editore).Faccio notare anche in questo caso che tendo proprio a evitare il termine postura, oggi abusato e usato per – con una parola – mettere tutti d’accordo.
E’ noto che la postura è un “qualcosa” di abituale. Le abitudini sono “qualcosa” che sentiamo come commode e “facili”, difficile è distinguere una postura che poi ci può nuocere… perchè è vissuta come “abituale”, quindi giusta. Il nostro uso è abituale e posturale: così quando andrai a mettere il tuo libro sulla scrivania lo farai, molto probabilmente, in maniera abituale.
La postura può essere vista come un fotogramma, quindi un qualcosa di fisso, di un film… il film è il movimento del corpo, che è composto da tante posizioni e da tante posture una dopo l’altra…. Questo è anche quello su cui lavoriamo nella Tecnica.
Non ha quindi molto senso, in termini di puro movimento lavorare e analizzare le forze che lavorano e influenzano la postura…. E ti svelerò anche una novità: la “buona postura” (per usare i tuoi termini corretti) non esiste….
Ora veniamo un altro termine che mi hai propinato…
Ergonomia…. Dal dizionario: disciplina che analizza il rapporto tra l'uomo e l'ambiente di lavoro, per migliorare la produttività e insieme alleggerire lo
sforzo psicofisico del lavoratore.
Un cattivo uso comporta una “sforzo psicofisico” maggiore.. spesso tale sforzo è la causa principale di molti “acciacchi”…. Per esempio, stare seduti (al computer) molte ore al giorno può creare una serie di disagi… per esempio sul mercato esistono molte sedie “ergonomiche” , che non risolvono nulla … quindi la tendenza è, anzichè apprendere un buon uso, comprarsi “qualcosa” che ci faccia apparentemente stare seduti più “comodi” (e in maniera abituale)… un libro “anti ergonomia” che potrebbe esserti utile
http://www.amazon.com/The-Chair-Rethinking-Culture-Design/dp/0393319555 ……
Chiedi argomenti? Ma che argomenti ti si possono proporre se usi una terminologia tutta tua? Al massimo ti si può chiedere di parlare in maniera più precisa - precisa secondo il tuo scopo, che non è appunto quello di scrivere un manuale di fisica. Ricapitolando, hai
rielaborato l’argomento in chiave pseudo scientifica, personalizzando il tutto con argomenti che non sono stati trattati e/o accennati. … nn volermene ma ti sei proposto un po col fare da “professore”, prima facendorti una risata e poi argomentando con argomenti tutti tuoi (anche corretti se vogliamo)
Tuttavia, se si parla di postura e forza di gravità, temo che un certo background di studi e una terminologia precisa - o almeno condivisa - non siano evitabili.TU parli di postura … temo che una rilettura di 4 slide incomplete e basilari sia necessaria… poi magari ne riparliamo