Tanto quanto sono infiniti i numeri tra 0 e 1
risposta furba
La postura è, se vogliamo, una funzione di 3 variabili:
1. struttura del proprio corpo (fissa, stabile, ma la si puo modificare entro certi limiti, e molto dipende anche dall'età)
2. forze esterne (dipende dallo sport praticato, ambiente, pianeta ...)
3. atteggiamento (volontario e involontario)
ha senso ... di fatto è quello di cui accennavo nel post e di cui sono stato castigato dal Prof.... io proponevo una visione forse un po differente (ma mica tanto) dei 3 punti:
- struttura: Disposizione, modo con cui sono ordinate le singole parti di un organismo, con particolare riferimento ai rapporti e alle proporzioni reciproche
- forze esterne: La tento temuta "forza di gravità"
- atteggiamento: Abitudini (su questo punto non saprei se parliamo della stessa cosa)
Circa la struttura (come in realtà anche la postura, non come viene generalmente intesa - un qualcosa di fisso) è in continuo "aggiustamento" in funzione di forze esterne e in funzione delle abitudini.... come il video del "robot tensegritivo" postato sopra, il corpo è un sistema autostabilizzante e autoportante. Queste "proprietà" vengono però perse e sostituite con "abitudini" (prevalentemente inconsce e automatiche).
Per non creare scompensi psicofisici troppo marcati il corpo "reagisce" (inconsciamente) a uno stimolo, se una parte viene - per es. - compressa da una forza avremo una reazione di compensazione in un altra zona della struttura. Questa reazione di compensazione col tempo sarà integrata nel sistema, diventando la norma (e vissuta come "giusta").
Di queste 3 variabili, l'atteggiamento è quella su cui si dovrebbe lavorare per portare una differenza sostanziale, fermo restando che la postura è legata alla struttura (considerata fissa, permanente). Quindi non esiste la postura perfetta in senso assoluto, ma un aggiustamento di quello che è la postura perfetta per il singolo soggeto, relativa alla struttura del corpo del singolo individuo.
Qui non so se parliamo esattamente della stessa cosa. La struttura del corpo, come dicevo non è esattamente un qualcosa di "fisso" e permanente, la "disposizione delle parti" cambia col tempo.. lentamente, in genere verso un "peggioramento" della struttura stessa (si pensi al classico omino con la gobba, a parte casi di malformazioni in genere non si nasce con la gobba... la struttura "cede" piano piano col tempo). Lo stesso processo è (in una certa misura) invertibile.
Più che di atteggiamento parlerei di "abitudini", le quali soprattutto in termini strutturali, sono integrate a livello inconscio e vissute come giuste.
Il discorso è complesso. Molto brevemente, è noto che "risposte posturali" (pre movement) vengono evocate dal sistema nervoso centrale prima dell'inizio dei movimenti volontari/consci. In questo momento partono una serie di abitudini automatiche e inconsce, delle quali difficilmente ci renderemo conto e controllare.
Per esempio se ho la cifosi (e tendo a portare la testa in avanti perche la struttura della mia colonna è ormai "fatta così", deformata da 35 anni di cattive abitudini) ora non posso pretendere di tirare la testa indietro come un matto sperando di tornare perfettamente dritto. Cercherò invece un atteggiamento che mi consenta mobilita ottimale di collo e testa, e mi permeta di riportare la postura in posizione il piu funzionale possibile per la mia struttura di base, non per un modello generico di postura corretta.
Non è una questione di "stare dritti", questo è un concetto (ordine) legato all'idea di postura... la buona postura. La postura in questo senso è mantenuta, tipo "spalle indietro e petto in fuori".. oppure la postura mantenuta o imposta in alcuni sistemi marziali e non: ti posizioni in un certo modo, per una serie di esigenze, molto spesso inizialmente son vissute come posture faticose da mantenere.. poi piano piano diventano più "comode"... inutile dire che in queste posture, e nello stare dritti, ci portiamo dietro tutto il nostro bagaglio di abitudini e tutti quei "pre movements" che non possiamo controllare direttamente.
Anche il solo concetto di stare "dritti" è pericoloso, in particolare perché -da soli - non possiamo "metterci" dritti, e se qualcuno da fuori ci mette dritti per quanto tempo possiamo mantenere quella postura. Probabilmente al primo pensiero / distrazione la perderemo e torneremo "come ci sentiamo comodi". Ricordo le prime lezioni (ora ci sono abituato e non mi stupisco più di tanto), quando il mio insegnante mi metteva in una posizione di vantaggio meccanico e quindi "più dritto" rispetto a ciò che per me è/era abituale: mi sentivo storto! Solo con un feedback di qualche altro compagno di corso o con uno scatto fotografico mi convincevo realmente di quello che mi diceva il mio insegnante. Questo perché in tutti noi il senso propriocettivo è filtrato da una serie di "elementi", e quello su cui facciamo affidamento è in realtà poco affidabile: nn è quindi consigliabile cambiare "direttamente" il movimento, o pegni ancora la postura del corpo SE prima non si fa un lavoro di rieducazione psico fisica.
Nella tecnica noi lavoriamo sul puro movimento, quello che hai scritto sopra è assolutamente sensato ... quasi quasi ti nominerei come "egregio professore"
.... a parte gli scherzi, "un atteggiamento che mi consenta mobilita ottimale di collo e testa" è fondamentale ... nella TA l'unica cosa che ti viene insegnata è a "lasciare il collo libero" (e non molle - rilassato - cadente) proprio perché è l'unica cosa che puoi fare ... di fatto tutti abbiamo molte tensioni nel collo, la tesa viene spinta indietro e ruotata verso il basso (quasi tutti lo facciamo, con varie sfumature e differenze), lasciando il collo libero andiamo a inibire questo "pre movement".
In poche parole anche se sembro una gallina, la mia postura è sicuramente migliore (in termini di rilassatezza e funzionalita) di quando tiro il collo dritto e la testa indietro per ricalcare un modello pre-impostato di postura corretta.
Assolutamente d'accordo... anche se come avrai intuito non amo parlare di "postura"