Fraintendimenti nel Ving Tsun

  • 7 Replies
  • 4187 Views
*

Ferretti Enrico

Fraintendimenti nel Ving Tsun
« on: March 14, 2015, 11:04:11 am »
+1
Vecchissimo articolo di Philipp per la nostra rivista (anno 1997 ) ma sempre attuale per certi aspetti (purtroppo)

http://www.ewingchun.com/article/ving-tsun-misconceptions-p-bayer-0

[Trad. dal tedesco in inglese di Bjorn Austraat - Trad. in italiano di Stefano Lena]

La sezione "Fraintendimenti nel Ving Tsun” in ogni forma di Ving Tsun Kung Fu sarà un forum in cui discutere argomenti e principi che sono comunemente fraintesi ed hanno un impatto negativo sullo stile in genere. La frequente mancanza di un pensiero realistico e pragmatico rendono inutili tecniche che sarebbero invece efficaci. Il mio insegnamento nei seminari ho evidenziato in modo esplicito la semplicità del nostro stile. Questa semplicità ha reso possibile il fatto che il Ving Tsun si sia dimostrato uno dei più efficaci stili di combattimento nel mondo del kung fu cinese.

 

L'immaginazione a briglia sciolta è il più grosso nemico del Ving Tsun.

Può condurci nella terra del "tutto è possibile" e questo fino ad un livello visto solo finora in altri stili. Uno dei modi migliori per giudicare la qualità del Ving Tsun è il grado di adesione ai suoi principi fondamentali. Uno di questi è il principio della linea centrale.

 La maggior parte del bersagli primari - ugualmente importanti da attaccare e difendere - si trovano vicini alla linea centrale.

Tutti gli esercizi del Ving Tsun enfatizzano l'attacco e la difesa simultanea in ogni azione. Il pugno sulla linea centrale, per esempio, attacca e protegge simultaneamente la linea centrale, poichè ogni azione deve protegge la propria testa.

Il tipo di attacco frontale che è tipico del Ving Tsun non solo fornisce protezione all'attaccante ma pareggia anche la portata e l'impatto di entrambe le braccia.

Ciò è in contrasto con elaborate manovre di rotazione del corpo che comportano instabilità e perdita di potenza.

Nel Ving Tsun giriamo solo per deviare un attacco, guadagnare terreno verso l'avversario o semplicemente per dirigerci verso eventuali altri avversari.

Uno dei più grossi errori in questo contesto è di pensare di poter sfuggire ad attacchi seri semplicemente "spostandosi dalla traiettoria" e lasciando che l'avversario ci passi oltre. Cosa che viene spesso dimostrata in modo aggraziato e con un certo orgoglio.

Certo che funziona, ma solo se chi mi attacca non è particolarmente sveglio, non vuole colpirmi davvero o mi attacca con un solo singolo pugno.

Come ho avuto modo di dire già molte volte, il combattente di Ving Tsun non sottovaluta mai il suo avversario.

Proprio all'opposto contrario, egli deve sempre pensare che l'altro combattente sia sempre nella condizione di difendersi e partire con un altro attacco. Non dovremmo mai pensare al nostro avversario come ad un toro che carica alla cieca.

Ovviamente, sembra fantastico: uno tira un pugno a piena velocità verso il braccio completamente esteso dell'avversario, l'impatto trasforma il braccio di questo in un Bong Sau mentre ruota su un lato e sposta il peso sulla gamba arretrata.

L'attaccante è incapace di reagire e finisce oltre il bersaglio.

Suona bene e praticamente "si vende" da solo!

Purtroppo, funziona solo nelle dimostrazioni pre-concordate e solo se l'avversario è non solo molto forte ma anche eccezionalmente stupido.

Ecco invece uno scenario più realistico: il mio avversario pensa che sicuramente mi sconfiggerà (dal momento che ha deciso di attaccarmi) e naturalmente vuole andare a segno.

Con una serie di pugni diretti precisamente a deformarmi la testa, e non il braccio, lancia il primo attacco quando è abbastanza vicino .Il fatto che trova il mio braccio steso in mezzo non gli frega poi tanto. La sua scarica di pugni mi fa girare mentre cerco di schivare.

L'energia del suo attacco mi ha fatto ruotare, ma le leggi della fisica elementare dicono che non sarò in grado di muovere il corpo tanto velocemente quanto le braccia del mio avversario. Girare fuori traiettoria non solo renderà il mio pugno inefficace, ma impatterà anche negativamente sul mio equilibrio a causa del movimento all'indietro.

L'avversario, che non sta ad aspettare la mia mossa successiva, ha già modificato la sua linea di attacco verso la mia nuova posizione, e attacca.

Tutto questo mi ha portato in una posizione sicuramente peggiore di quella in cui ero prima di iniziare a girare.

Provo a muovermi disperatamente nell'altra direzione, girando ancora, ma ovviamente il mio avversario tira pugni più velocemente di quanto io possa ruotare.

Lui ha guadagnato un bel pò di spazio ed è già pronto a tirare il prossimo pugno, mentre le mie "rapide" mosse evasive e le risultanti forze centrifughe mi stanno sbilanciando.

Le mie stesse mosse difensive non sono supportate da una struttura solida e diventano quindi inefficaci.

L'analisi di questo ipotetico scenario mostra che spostare la propria linea centrale, girando verso l'esterno da una parte, non intacca minimamente l'attacco dell'avversario.

Diversamente dai partner collaborativi nelle dimostrazioni, non giocherà il ruolo del toro che carica alla cieca.

Come visto, tutto quello che deve fare è aggiustare la linea di fuoco.

Allo stesso tempo, ha guadagnato un bel po’ di spazio e il suo movimento in avanti ha aggiunto forza ai suoi pugni, mentre le mie piroette tolgono forza alle mie reazioni. Spostare il peso sulla gamba dietro rende inoltre difficile muovermi in modo corretto.

Questo mio spostamento significativo del centro di gravità implica uno spostamento del peso del corpo che concede alto spazio all'avversario e rende la mia posizione ancora più instabile. Tutto è pronto per il disastro. La mia ultima mossa è di girare ancora, stavolta direttamente verso il pugno dell'avversario - Fine del gioco.

Ci sono molte ragioni per cui spostare la tua linea centrale avanti e indietro come descritto non ha senso. Non migliora, ed anzi peggiora, la tua posizione per il resto dello scontro. Significa che non solo devi combattere contro l'avversario, ma anche contro la tua stessa mancanza di stabilità. Giusto per dirlo, i pugili imparano dall'inizio ad inseguire e riorientarsi verso l'avversario.

 

Praticando con intelligenza ci prepariamo per la realtà, cioè che anche il nostro avversario non vuole essere colpito e tenterà di schivare i nostri colpi e di portarsi in una posizione migliore. Usando abili tecniche di pressing proviamo a guadagnare terreno sul nostro partner di allenamento riducendo le sue possibilità di contrattaccare.

Questo approccio è parte del Ving Tsun e viene introdotto nella seconda forma, Chum Kiu.

E' anche fra le prime cose che ogni studente di Ving Tsun sperimenta nel Chi Sao.

In 13 anni di Ving Tsun posso dire di aver notato che molti stili di Ving Tsun mostrano significative difficoltà nel confronto con altre arti marziali.

Ci sono praticanti di Ving Tsun arroganti che mimano "lo stupido karateka" che attacca nella posizione bassa, tipica dei kata, o che resta con i gioielli di famiglia esposti mentre esegue un calcio alto. Salvo poi essere proprio questi "stupidi karateki" con i loro ganci e sventole a far perdere l'equilibrio al Ving Tsun di questi praticanti arroganti.

 Pur considerando il Ving Tsun efficace e pericoloso, anche il difendersi da attacchi del loro stesso sistema - strano a dirsi - non sembra mai un problema. Ogni pugno è messo perfettamente in posa e viene deviato senza sforzo. Dopo tutti questi anni di sviluppo del Ving Tsun in generale, le sventole creano ancora più problemi che mai.

La quantità di rotazioni e giri ti faranno girare la testa! Un calcio alla testa o un calcio basso alla tibia e tutto va in frantumo. Suona quantomeno bizzarro che stili di combattimento definiti "illogici", qualche volta chiamati in modo svilente "sport", siano in grado di mandare a gambe all'aria il mondo del Ving Tsun così facilmente.

Questo è il motivo per cui sono stati fatti molti tentativi di importare principi di altri stili nel Ving Tsun. Avere grosse lacune di base sul proprio sistema portano a cambiare di continuo le forme, applicare logiche diverse ad ogni tecnica e modificare i principi fondamentali alla bisogna.

In conclusione, tutto questo fornisce un fertile terreno di coltura per l'offuscamento della realtà, dato che le risposte a eventuali domande intelligenti le spiegazioni di tecniche senza senso possono semplicemente essere etichettate come "segreti".

 

Philipp Bayer
« Last Edit: March 22, 2015, 21:30:01 pm by Ving Tsun Marche »

*

Offline Takuanzen

  • ***
  • 2.427
  • Respect: +913
  • Pratico: BJJ (principiante), sperimentazione marziale e atletica casalinga
Re:Fraintendimenti nel Ving Tsun
« Reply #1 on: April 22, 2015, 14:20:55 pm »
+1
L'articolo è chiaro e ha una sua certa logica, almeno teorica. Grazie.
Il nucleo dell'articolo mi sembra che sia il seguire i principi, puntare alla massima semplicità e chiudere la distanza dopo il primo attacco, difendendo e attaccando contemporaneamente.
Dal punto di vista pratico mi piacerebbe avere altri esempi delle due esecuzioni, quella "corretta" e quella fraintesa, con comparazioni. Per capire meglio l'applicazione pratica di quanto detto nell'articolo.  :)

*

Ferretti Enrico

Re:Fraintendimenti nel Ving Tsun
« Reply #2 on: April 24, 2015, 08:46:58 am »
+1

Il nucleo dell'articolo mi sembra che sia il seguire i principi, puntare alla massima semplicità e chiudere la distanza dopo il primo attacco, difendendo e attaccando contemporaneamente.

Se e quando è possibile e tatticamente conveniente (remember Biu Ji WSL style...)

Quote
Dal punto di vista pratico mi piacerebbe avere altri esempi delle due esecuzioni, quella "corretta" e quella fraintesa, con comparazioni. ...

Bisognerebbe chiederlo all'autore dell'articolo.

Per quel che mi pare di aver compreso pare si parli di concetti abbastanza base e "banali" del Ving Tsun, se vogliamo.

Io sintetizzerei i concetti espressi così:

1) Non puoi spostare il tuo corpo più velocemente delle braccia dell'avversario, quindi se vuoi scansarti devi anticiparlo, non aspettare il contatto ( che potrebbe essere quello celle sue nocche sulla tua faccia)

2) I colpi arrivano veloci ed in serie, a volte è persino difficile vederli partire. Da questo e dal punto 1) deriva la considerazione che se pensi di "sentire" il contatto e poi agire sei un inguaribile ottimista.

3) Nessun avversario decente si limiterà ad un colpo singolo o si butterà addosso a te: se svuoti, giri, piroetti ma non fai nulla che gli impedisca di continuare ad attaccare sei solo un bersaglio molto coreografico.

4) Non puoi contare sul fatto che il tuo avversario faccia errori o ti lasci la possibilità di fare il tuo gioco, porre come presupposto tattico che l'avversario carichi a testa bassa, si sbilanci e non sia in grado di fare altro è, ancora, molto ottimistico.

5) Non è detta che la tua azione, difensiva o offensiva che sia, vada a buon fine o dia i risultati voluti: qualsiasi cosa fai deve avere sempre un "follow up" ed un "wath if" che nel Ving Tsun sono sempre presenti ed influenzano molte delle azioni che si fanno. Ma spesso si vedono praticanti  fare "la mossa" oppure limitarsi al giochino "l'ho toccato e l'ho distrutto", come se la nostra azione avesse sempre successo e/o mettesse fine ad ogni altra reazione dell'avversario. Anche qui tanto ottimismo.

6) Mobilità, timing, equilibrio, controllo della distanza, potenza nei colpi sono fondamentali: mettesi in posizioni e/o situazioni che pregiudicano questi elementi non è cosa buona e saggia.

Questo per limitarsi a quello di cui parla l'articolo nella prima parte.
« Last Edit: April 24, 2015, 08:49:35 am by Epaminondas »

*

Ferretti Enrico

Re:Fraintendimenti nel Ving Tsun
« Reply #3 on: April 26, 2015, 11:37:11 am »
+1
Anche io nel tempo ho notato diversi problemi nell'allenamento e nella trasmissione del Ving Tsun, infatti scrissi qualcosa a proposito:

https://www.facebook.com/notes/ving-tsun-marche/mistakes/570212886438945

Nel Ving Tsun, come in tutti i campi della vita, la necessità crea lo strumento.
 
Gli errori più gravi che si fanno sono generalmente di 3 tipi:
 
1) Scambiare uno strumento per un altro (es.: scambiare un esercizio per una tecnica/applicazione)
2) Non sapere a cosa serve lo strumento ( es.: non sapere a cosa serva l'esercizio)
3) Non sapere usare correttamente lo strumento (es.: non sapere come eseguire correttamente l'esercizio)
 
L'idea e l'attitudine che mettiamo nell'allenamento sono importanti per ottenere i risultati voluti. Queste informazioni devono essere fornite TUTTE e SUBITO  alll'allievo o questi navigherà a vista, ricorrendo alla fantasia o all'intuito per dare un senso alla sua pratica. Questo può portare molto lontani dall'efficacia.
 
La "Reverse Engineering" non funziona nel Ving Tsun,  l'interpretazione personale di movimenti e principi può creare dei mostri.
 
Quindi è responsabilità dell'insegnante fornire informazioni chiare e precise sulla pratica. Informazioni che verranno ovviamente integrate ed arricchite man mano che la maturità tecnica dell'allievo consentirà di andare più a fondo nei dettagli della pratica stessa.
 
Onde aiutare il praticante a "camminare (ragionare)  da solo" trovo particolarmente utile l'utilizzo del metodo "maieutico" di Socrate: fare in modo che le risposte nascano dal ragionamento e dalla conoscenza di principi e concetti universali, non imporre una visione precostituita ma lasciare che da una necessità scaturisca lo strumento più adatto.
 
Ecco dunque che a domande del tipo:
 
"Dove metto il peso del corpo?"
La mia risposta iniziale sarà: "Dipende, cosa vuoi fare? Dove metti il peso se corri i cento metri? Dove se fai uno stacco da terra con 180Kg? Dove se balli il Walzer? Dove se fai uno Squat con 150Kg sulle spalle?..."
 
"Dove va posizionato il Wu Sao?"
"Dove si mette un portiere di calcio su un rigore? E su un calcio d'angolo? E su una punizione con la barriera schierata?..."
 
Da queste immagini usate come esempi scaturiranno una serie di considerazioni pratiche, strategiche e tattiche. Queste determineranno la risposta che, come si può intuire, non sarà mai unica e immutabile ma, COME TUTTO NEL VING TSUN, si adatterà al contesto, rimanendo comunque diretta, efficace ed efficiente.

*

Offline Takuanzen

  • ***
  • 2.427
  • Respect: +913
  • Pratico: BJJ (principiante), sperimentazione marziale e atletica casalinga
Re:Fraintendimenti nel Ving Tsun
« Reply #4 on: May 08, 2015, 00:38:29 am »
0
Domanda che volevo farti.
Un amico, che ha praticato un po' di wing chun anche se in maniera non ortodossa, mi diceva qualche tempo fa, che i principi del Wing Chun si capiscono con le armi in mano, in particolare con i coltelli a farfalla (si chiamano così, giusto?), piuttosto che a mani nude.
Questo lo consideri un fraintendimento? Grazie. :sur:


*

Ferretti Enrico

Re:Fraintendimenti nel Ving Tsun
« Reply #5 on: May 11, 2015, 19:28:28 pm »
+1
Domanda che volevo farti.
Un amico, che ha praticato un po' di wing chun anche se in maniera non ortodossa, mi diceva qualche tempo fa, che i principi del Wing Chun si capiscono con le armi in mano, in particolare con i coltelli a farfalla (si chiamano così, giusto?), piuttosto che a mani nude.
Questo lo consideri un fraintendimento? Grazie. :sur:

Premessa: nel mondo del Wing Chun puoi trovare di tutto di più. Alcune scuole possono essere piuttosto simili, altre sono diametralmente opposte. Questo vale per tutto: principi, modalità di allenamento, finalità,  didattica, tattica,strategia, ecc. ecc.

Detto questo posso testimoniare che di tutte le scuole che ho visto al vivo nessuna faceva discendere la propria pratica a mani nude da quella armata.

Il Ving Tsun di Wong Shun Leung e Philipp Bayer è un metodo di "bare knuckle boxing",  credo sia abbastanza evidente per chiunque vi si avvicini.



Qualsiasi principio si presta, per sua natura, a svariate interpretazioni.  Ma in campo marziale la pratica dovrebbe fare una certa selezione su quali siano quelle più sensate, IMO.

*

Offline GiBi

  • ****
  • 3.397
  • Respect: +1471
  • Pratico: BJJ - Grappling(MMA)
Re:Fraintendimenti nel Ving Tsun
« Reply #6 on: May 18, 2015, 10:43:39 am »
0
Domanda che volevo farti.
Un amico, che ha praticato un po' di wing chun anche se in maniera non ortodossa, mi diceva qualche tempo fa, che i principi del Wing Chun si capiscono con le armi in mano, in particolare con i coltelli a farfalla (si chiamano così, giusto?), piuttosto che a mani nude.
Questo lo consideri un fraintendimento? Grazie. :sur:

Ciò che ti ha riferito il tuo amico è vero.
Mi preme aggiungere una (o un paio di) cosiderazione in merito:
Non è strano che per capire delle tecniche si debbe prima "vedere" delle altre? No dovrebbe essere ilcontrario. Di solito sono le tecniche base che costruiscono delle fondamenta per meglio comprendere quelle "superiori". Quì (sembrerebbe che) quelle superiori finalmente ti fanno comprendere quelle precedenti..bhò..

La cosa più importante: Non è che con i coltelli comprendi meglio le tecniche a mano nuda del Wx...è che con i coltelli capisci che quando eri a mano nuda mancava un qualcosa (l'arma) che giustificasse principi, tecniche, distanza di combattimento, scelta del timing, modalità di allenamento..insomma tutto..

Non vorrei passi l'idea che quando hai i coltelli in mano capisci/migliori il tuo wx a mani nude. No. Quelle tecniche/principi/distanze ecc ecc hanno senso con quelle armi in mano. A mano nuda no.

*

Ferretti Enrico

Re:Fraintendimenti nel Ving Tsun
« Reply #7 on: May 19, 2015, 19:15:33 pm »
0

......

...tecniche/principi/distanze ecc ecc hanno senso con quelle armi in mano. ..

Ni...

In effetti i coltelli hanno, nel loro utilizzo, alcune similitudini con le tecniche a mani nude.
Credo si possa dire che chi ha sviluppato il VT ha cercato di riportare nei coltelli quel che poteva della sua esperienza ( è comune opiniono che le armi nel VT siano state inserite successivamente e il bagaglio tecnico conferma quest'idea IMO).

Però strategia globale e tattiche specifiche differiscono in maniera sostanziale dalle mani nude.

Ciò è abbastanza logico, se si pensa che si stanno usando delle armi da taglio.

Queste differenze sono l'unico motivo per il quale i coltelli sono insegnati alla fine del sistema, quando le basi sono ormai consolidate e non si rischia di "confondere" l'allievo.