Ho approfondito un po' in giro e, come dice Nicola, la questione è controversa. Non ho dati obiettivi e non avrei nemmeno gli strumenti per interpretarli, quindi quello che segue sono solo mie supposizioni.
Parlando di "risk management", mi sembra, semplificando al massimo, che ci siano due problemi contrapposti. Utilizzare la manovra di Valsalva (consigliata dagli addetti ai lavori) mette in sicurezza la colonna vertebrale ma comporta ipotetici rischi (ictus, distacco della retina e altre cose belle). Non utilizzare la manovra di Valsalva (consigliato da parecchi medici, ma non tutti comunque) in luogo di una più continua ovviamente azzera i rischi di cui sopra, ma, presupponendo un lavoro di forza un minimo intenso (quindi sicuramente oltre la soglia del BB), rende parecchio più complesso evitare di sovraccaricare la colonna durante gli esercizi.
Ora, statistiche in mano non ne ho, ma mi sembrerebbe che ernie e schiene sdrumate durante la pratica del WL / PL abbiano una probabilità di verificarsi decisamente più alta rispetto a un ictus.
Per questo personalmente ritengo pericolosa la respirazione continua (inspirazione eccentrica, espirazione concentrica) quando si fanno lavori oltre il 65 / 70% con i multiarticolari seri (per non parlare delle olimpiche poi) e sinceramente uno stacco così non posso nemmeno immaginarmelo.
Tutto bene e quindi via libera a Valsalva senza pensieri quindi?
No.
Non credo che tutti i dottori che la sconsigliano stiano inventandosi le cose.
C'è un tipo su YT che fa il paragone, secondo me molto calzante, con un'acquedotto cittadino. Dice più o meno così: che succede se tipo quadruplichiamo la pressione dell'acqua? Se le tubature sono nuove di zecca probabilmente nulla, perchè saranno costruite con dei margini di sicurezza per i quali questo aumento non è un problema. Se le tubature non sono così nuove invece... nessuno ci assicura che qualche giunto non salti.
Quindi?
Quindi quello che faccio io:
1) lavorare con il metodo distribuito (al solito) e in particolare con l'approccio sovietico, quindi pochi lavori oltre il 70% e tanto volume a carichi più moderati (con tutti gli altri crismi e vantaggi di cui si è parlato altrove). Carichi pesanti intorno all'80 / 85% sì (ci vogliono) ma razionati.
2) tolti i complementari BB oriented, con carichi un minimo importanti a me comunque non piace la repirazione continua e non la uso.
Ma non so se quello che faccio si possa definire ancora Valsalva oppure no.
In pratica, invece di prendere la grande boccata come fanno molti e poi premere l'aria contro l'epiglottide, io faccio una cosa più moderata: inspiro con il naso diciamo un 80% del massimo possibile e trattengo l'aria tenendo più basso possibile il diaframma, attivo consciamente l'addome e la bassa schiena. L'aria è ferma nel torace, "risucchiata" dal diaframma, in modo da avere quel famoso cuscinetto, ma non è spinta "in alto" quindi evito di sentire in gola quella pressione che fa diventare la faccia viola e sentire la testa che scoppia.
Non lo consiglio a nessuno e non mi è stato insegnato da nessuno in FIPL, semplicemente a me viene più naturale così, riesco a tenere la schiena (almeno finora) e alla fine della serie non sento quelle sgradevoli sensazioni che associo a un forte innalzamento di pressione (che non vuol dire necessariamente che non ci sia, non ho misurato... la sensazione è sicuramente più "tranquilla", magari la pressione si alza lo stesso, ma meno).
Penso comunque che la manovra di Valsalva sia naturale e necessaria quando ci si trova vicini all'esaurimento o si fa un massimale, e ogni tanto, mi capita di switchare automaticamente. Forse, percentuali a parte, quando si va oltre certi carichi in assoluto diventa comunque imprescindibile, ma qui si tratta di numeri da gente che gareggia di PL ed è un mondo a parte.
Secondo me comunque a utilizzare la manovra di Valsalva un rischio c'è, ma è il solito discorso che qualunque cosa fai se le cose vanno male rischi di rimanerci secco, si tratta di minimizzarlo. Ricorrervi quando non è necessaria (qualunque altra cosa che non sia maneggiare un carico importante rispetto alle proprie possibilità) significa senz'altro accollarsi un rischio maggiore.