Associo alla catalogazione classica di linea alta, media, bassa alla gestione delle linee d'offesa e all'interazione dinamica con l'opponente.
Come bersagli ragiono un po' più in relazione ai danni che mi consentono di fare.
Col coltello quindi considero bersagli principali quelli che dovrebbero offrire più probabilità di portare a casa l'obiettivo per conto della vecchia bella mietitrice.
Senza volermi addentrare troppo nello specifico su un forum pubblico, accennerei quindi come bersagli vasi sanguigni principali e organi interni ben vascolarizzati.
Già negli “angoli” base col coltello nella mia scuola
[1]si può vedere già la relazione tra bersagli specifici legati all'”arma” e tipo di linea che agevola di solito l'ottenimento del risultato. Agli “angoli” standard se ne aggiungono un altro paio derivati da quelli canonici codificati e il praticante in linea di massima avrà a disposizione le semplicissime nozioni di base per semplificare e illimpidire le proprie idee sugli attacchi con la mano armata di coltello ai bersagli principali.
Onestamente non ho mai sentito nelle arti del sud-est asiatico considerare il duello col coltello un contesto di finalità della pratica, se non al massimo l'eventuale considerazione del duello rituale legato alle finalità sportive.
A dire il vero, a parte esterni e praticanti alle prime armi, l'unico istruttore di kali a cui ho sentito associare il maneggio filippino di coltello al duello è un insegnante che negli ultimi anni promuove un suo sistema italiano: il suo punto di vista mi aveva lasciato un po' sbigottito perché appunto in contrasto con la mia esperienza con filippini e non, per i quali lo scenario duellistico col coltello è estraneo alla mentalità, se non come mero mezzo di allenamento di skills da applicare altrove.
Per le armi improprie da botta, cambia la prospettiva dei bersagli di striking perché ovviamente il tipo di strumento causa danni differenti. Non bucano e non tagliano in modo efficiente quindi ci si concentra meno sull'apparato circolatorio (strangolamenti a parte) a favore dell'apparato scheletrico nell'arrecare traumi all'avversario e il sempre apprezzato sistema nervoso, responsabile di tanti ko, kd ma pure di altre reazioni inconsce potenzialmente a nostro favore.
Per quanto riguarda i salti direi tendenzialmente non pervenuti, a parte eventuali modalità di balzo ma sempre con il concetto di mantenere fisicamente i piedi a terra e vicini ad essa il più possibile. Quest'ultima idea si lega pure ai calci o meglio più genericamente all'uso offensivo degli arti inferiori.
I calci (che siano frontali, circolari, obliqui, etc.) esistono ma usati in contesto armato col contagocce e meriterebbero un distinguo persino per quanto riguarda l'impiego a mani nude nelle am filippine
[2] legati al retaggio storico e ambientale legato al sikaran/sipa/etc: se inteso come repertorio di tutto quello che si fa con gli arti inferiori (footwork compreso), se come parte del programma generico di uno stile non specializzato sul tema, se come sistema complementare oppure persino a se stante, alla sua versione duellistica o agli aspetti per finalità di difesa personale.