La mia battaglia per diventare atletico.

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Re:La mia battaglia per diventare atletico.
« Reply #90 on: August 05, 2015, 18:55:54 pm »
+1
Ma poi più un peso é pesante più l'alzata diventa lenta almeno da quello che vedo in giro,specialmente per le persone normali.
Intanto il 90% di chi fa pesi, ha una tecnica orribile.
Compresi tantissimi tutorial che si vedono sul tubo.

Poi è normale che rallenti, ma non dovrebbe "sporcarsi" o simili.
Il filmato di Pellizza è infatti un estremo, ma fatte le ovvie proporzioni il discorso sul metodo può valere per chiunque (chiunque abbia la voglia e la pazienza di gettare le basi prima per sollevare di più e meglio dopo piuttosto che sollevare di più prima possibile).
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Re:La mia battaglia per diventare atletico.
« Reply #91 on: August 05, 2015, 18:59:28 pm »
0

In che senso poco?


Che la velocità è una qualità che deriva massimamente dal DNA e con l'allenamento si riesce sì a migliorare ma non tantissimo (diversamente da forza, potenza, resistenza...)

A si ok questo lo  :) solo che come l'avevi scritto non avevo capito.
Anche se anche qui dubbi...............

I miei dubbi sono sulla trasformazione delle fibre ancora non specializzate in magari fibre veloci,e se nel caso queste poi fanno accrescere la velocità anche se di poco.
Mai capito.
Partiamo dal presupposto che alcuni di noi hanno un corredo genetico più portato rispetto ad altri.
Le fibre veloci FT per essere allenate vanno stimolate in un certo modo. Diversamente anche chi è portato resterà sempre paurosamente sotto il proprio potenziale. In ogni caso il metodo può comunque essere usato per accendere e sviluppare quelle fibre veloci presenti comunque in ognuno di noi, anche se in misura minore.
La velocità / rapidità può crescere un po', molto o moltissimo, ma sempre se la si stimola correttamente.
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Re:La mia battaglia per diventare atletico.
« Reply #92 on: August 05, 2015, 19:03:41 pm »
0
Chiudo 'sta serie di pistolotti raccomandando la massima attenzione a fare paragoni con cose che sono diverse rispetto al corpo umano. Il corpo umano funziona in maniera differente, e se vogliamo molto più complessa, di qualsiasi macchina.

Se camminiamo, trotterelliamo, corriamo o sprintiamo da un punto X a un punto Y il dispendio calorico è il medesimo.
Se facciamo una cosa simile con una macchina il consumo di carburante invece cambia eccome (almeno così mi dicono).
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Re:La mia battaglia per diventare atletico.
« Reply #93 on: August 05, 2015, 19:47:58 pm »
0
No Ryu  :P

Se faccio uno sprint dal punto A al punto B nella stessa quantità di tempo (o inferiore) in cui ci cammino (impossibile) il dispendio calorico è il medesimo, ma se ci metto 10 volte tanto non è il medesimo.

Questo è il motivo per cui camminare velocemente a 5.5 consuma (quasi) come correre a 5 (miles x hour).

Dal punto di vista fisico/meccanico sta cosa di condensare a-b-c in un unico treshold fa acqua da tutte le parti. Mi posso fidare solo perché è un metodo dimostratosi valido su centinaia di atleti che han vinto competizioni mondiali.

Forse quello che più ci differenzia dalle macchine è il sistema nervoso. E forse questa risposta al training di vui parli la si ottiene appunto xche neurologicamente si innescano dei meccanismi ben precisi.

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Re:La mia battaglia per diventare atletico.
« Reply #94 on: August 05, 2015, 20:28:39 pm »
+1
No Ryu  :P

Se faccio uno sprint dal punto A al punto B nella stessa quantità di tempo (o inferiore) in cui ci cammino (impossibile) il dispendio calorico è il medesimo, ma se ci metto 10 volte tanto non è il medesimo.

Questo è il motivo per cui camminare velocemente a 5.5 consuma (quasi) come correre a 5 (miles x hour).
Rispettosamente dissento :gh:
Non mi risulta che la variabile tempo sia influente.
L'unica cosa che conta a livello di dispendio calorico (immaginando ovviamente un percorso dritto e sempre uguale e a parità di peso) è la distanza. Al limite possono variare i substrati utilizzati in base alla velocità, ma le calorie sono le medesime.
http://www.projectinvictus.it/quanti-grassi-si-consumano-durante-la-corsa/
Filmato da 1:20 in poi.

Dal punto di vista fisico/meccanico sta cosa di condensare a-b-c in un unico treshold fa acqua da tutte le parti. Mi posso fidare solo perché è un metodo dimostratosi valido su centinaia di atleti che han vinto competizioni mondiali.
Possiamo quindi dire che forse non fa così acqua, no? :P

Forse quello che più ci differenzia dalle macchine è il sistema nervoso. E forse questa risposta al training di vui parli la si ottiene appunto xche neurologicamente si innescano dei meccanismi ben precisi.
Non so se questo può spiegare tutto, ma è sicuramente un ingrediente molto importante della ricetta.
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Re:La mia battaglia per diventare atletico.
« Reply #95 on: August 05, 2015, 20:52:04 pm »
0
Ryu per favore, non spariamo minchiate  :nono:

No Ryu  :P

Se faccio uno sprint dal punto A al punto B nella stessa quantità di tempo (o inferiore) in cui ci cammino (impossibile) il dispendio calorico è il medesimo, ma se ci metto 10 volte tanto non è il medesimo.

Questo è il motivo per cui camminare velocemente a 5.5 consuma (quasi) come correre a 5 (miles x hour).
Rispettosamente dissento :gh:
Non mi risulta che la variabile tempo sia influente.
L'unica cosa che conta a livello di dispendio calorico (immaginando ovviamente un percorso dritto e sempre uguale e a parità di peso) è la distanza. Al limite possono variare i substrati utilizzati in base alla velocità, ma le calorie sono le medesime.
http://www.projectinvictus.it/quanti-grassi-si-consumano-durante-la-corsa/
Filmato da 1:20 in poi.

Ti cito ricerche scientifiche:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15570150

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23190592

" ...people expend 2.5 times more energy running than walking, whether that's on the track or treadmill"

A parita' di sistanza percorsa quindi "...running 8 mph would burn over 800 calories per hour compared to about 300 calories walking at 3.5 mph"

Insomma quello che dice sto personaggio nel filmato e' una gran cazzata. Ma credo che chiunque (a buon senso) ci arriverebbe. Come fa a dire che il tempo e' ininfluente ma solo la distanza conta?

Le calorie (o joule) sono l'unita di misura del lavoro. Il lavoro e' uguale alla potenza moltiplicata per il tempo (roba di fisica delle superiori).


Dal punto di vista fisico/meccanico sta cosa di condensare a-b-c in un unico treshold fa acqua da tutte le parti. Mi posso fidare solo perché è un metodo dimostratosi valido su centinaia di atleti che han vinto competizioni mondiali.
Possiamo quindi dire che forse non fa così acqua, no? :P

No infatti, sembrerebbe possibile visto l'accumolo di esperienza di Sheiko e i suoi trainee. I meccanismi restano comunque molto dubbi IMO.


Forse quello che più ci differenzia dalle macchine è il sistema nervoso. E forse questa risposta al training di vui parli la si ottiene appunto xche neurologicamente si innescano dei meccanismi ben precisi.
Non so se questo può spiegare tutto, ma è sicuramente un ingrediente molto importante della ricetta.

Se il recrutamento fibre e' la chiave della forza, allora e' (quasi)tutta responsabilita del sistema nervoso. E' per questo che i muscoli van giu (almeno a me). Non sono quelli, o almeno non in questa fase iniziale, che mi fanno alzare carichi piu alti. Ma semplicmente una risposta migliore del CNS. 

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Re:La mia battaglia per diventare atletico.
« Reply #96 on: August 05, 2015, 20:58:24 pm »
+1
Quello che mi spaventa di sto discorso (se e' vero) e' che forse fino a che il CNS non ha calibrato per bene sto recutamento fibre continuero a sgonfiarmi. Fino al punto in cui la capacita di alzare di piu venga data dalla quantita di muscolo in piu e non da una risposta migliore del sistema nervoso.

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Re:La mia battaglia per diventare atletico.
« Reply #97 on: August 05, 2015, 22:20:56 pm »
+1
Ryu per favore, non spariamo minchiate  :nono:
Biasci che mi sembra tutto ma non uno che dice minchiate così sulla fiducia.
Poi c'è pure Albanesi che sarà pure un estremista, ma di corsa pare piuttosto esperto.
Ma prendiamo anche un punto di riferimento mondiale nella formazione accademica a tutti i livelli:
Quote
For a simplified procedure, you may calculate the approximate
caloric expenditure for running a given distance by either one of
the following formulas:
Caloric cost = 1 C/kg body weight/kilometer[1]
 1. Qui la pubblicazione della McGraw Hill
OK, si parla di approssimazioni, ma se la formula è valida, utilizzabile e utilizzata, vuol dire che le differenze, se pur presenti non sono rilevanti.

No Ryu  :P

Se faccio uno sprint dal punto A al punto B nella stessa quantità di tempo (o inferiore) in cui ci cammino (impossibile) il dispendio calorico è il medesimo, ma se ci metto 10 volte tanto non è il medesimo.

Questo è il motivo per cui camminare velocemente a 5.5 consuma (quasi) come correre a 5 (miles x hour).
Rispettosamente dissento :gh:
Non mi risulta che la variabile tempo sia influente.
L'unica cosa che conta a livello di dispendio calorico (immaginando ovviamente un percorso dritto e sempre uguale e a parità di peso) è la distanza. Al limite possono variare i substrati utilizzati in base alla velocità, ma le calorie sono le medesime.
http://www.projectinvictus.it/quanti-grassi-si-consumano-durante-la-corsa/
Filmato da 1:20 in poi.

Ti cito ricerche scientifiche:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15570150

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23190592

" ...people expend 2.5 times more energy running than walking, whether that's on the track or treadmill"

A parita' di sistanza percorsa quindi "...running 8 mph would burn over 800 calories per hour compared to about 300 calories walking at 3.5 mph"
OK, sono ricerche pubblicate su Pubmed e quindi non posso considerarle minchiate a priori.
I casi sono 3. O le ricerche sono errate. O McGraw Hill, Biasci e Albanesi dicono effettivamente minchiate. O le ricerche vanno lette e approfondite meglio perchè magari stiamo male interpretando (non le ho lette tutte, ci vuole tempo).
La formula che ti ho riportato sul dispendio calorico è universalmente utilizzata comunque.

Insomma quello che dice sto personaggio nel filmato e' una gran cazzata. Ma credo che chiunque (a buon senso) ci arriverebbe. Come fa a dire che il tempo e' ininfluente ma solo la distanza conta?

Le calorie (o joule) sono l'unita di misura del lavoro. Il lavoro e' uguale alla potenza moltiplicata per il tempo (roba di fisica delle superiori).
Non sono così sicuro...
Quote
Energy has been defined as the ability to do work. According to
the physicist’s definition, work is simply the product of force
times vertical distance, or in formula format, Work = Force × Distance.
When we speak of how fast work is done, the term power is
used. Power is simply work divided by time, or Power =
Work/Time.[2]
 2. Stesso.
Quindi a livello teorico quello che dice Biasci è corretto, il lavoro è diverso dalla potenza (dove conta il tempo).
Comunque ammetto che sono anni che non mastico queste formule quindi mi faccio volentieri correggere se ho male interpretato lo scritto.

Dal punto di vista fisico/meccanico sta cosa di condensare a-b-c in un unico treshold fa acqua da tutte le parti. Mi posso fidare solo perché è un metodo dimostratosi valido su centinaia di atleti che han vinto competizioni mondiali.
Possiamo quindi dire che forse non fa così acqua, no? :P

No infatti, sembrerebbe possibile visto l'accumolo di esperienza di Sheiko e i suoi trainee. I meccanismi restano comunque molto dubbi IMO.
A me paiono perfettamente sensati invece ma comunque, a parte le impressioni, come dici anche tu quello che conta sono i risultati e in termini di risultati russi e cinesi direi che non hanno rivali nel campo.

Forse quello che più ci differenzia dalle macchine è il sistema nervoso. E forse questa risposta al training di vui parli la si ottiene appunto xche neurologicamente si innescano dei meccanismi ben precisi.
Non so se questo può spiegare tutto, ma è sicuramente un ingrediente molto importante della ricetta.
Se il recrutamento fibre e' la chiave della forza, allora e' (quasi)tutta responsabilita del sistema nervoso. E' per questo che i muscoli van giu (almeno a me). Non sono quelli, o almeno non in questa fase iniziale, che mi fanno alzare carichi piu alti. Ma semplicmente una risposta migliore del CNS.
Io credo che tu allenandoti con certe logiche hai accumulato sì un certo bagaglio di forza ma anche tanta ipertrofia non funzionale. E' normale che allenandoti con altre logiche non finalizzate a questo, la massa non funzionale cali. Non vedo nessun problema in questo. Sei piuttosto forte, vai avanti e aumenterai di nuovo la massa, stavolta in prevalenza funzionale.
Se poi i tuoi progressi attuali sono dati da adattamenti solo nervosi è possibilissimo, ma è solo il primo step.
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Re:La mia battaglia per diventare atletico.
« Reply #98 on: August 05, 2015, 22:54:01 pm »
+1
Ryu per favore, non spariamo minchiate  :nono:
Biasci che mi sembra tutto ma non uno che dice minchiate così sulla fiducia.
Poi c'è pure Albanesi che sarà pure un estremista, ma di corsa pare piuttosto esperto.
Ma prendiamo anche un punto di riferimento mondiale nella formazione accademica a tutti i livelli:
Quote
For a simplified procedure, you may calculate the approximate
caloric expenditure for running a given distance by either one of
the following formulas:
Caloric cost = 1 C/kg body weight/kilometer[1]
 1. Qui la pubblicazione della McGraw Hill
OK, si parla di approssimazioni, ma se la formula è valida, utilizzabile e utilizzata, vuol dire che le differenze, se pur presenti non sono rilevanti.

No Ryu  :P

Se faccio uno sprint dal punto A al punto B nella stessa quantità di tempo (o inferiore) in cui ci cammino (impossibile) il dispendio calorico è il medesimo, ma se ci metto 10 volte tanto non è il medesimo.

Questo è il motivo per cui camminare velocemente a 5.5 consuma (quasi) come correre a 5 (miles x hour).
Rispettosamente dissento :gh:
Non mi risulta che la variabile tempo sia influente.
L'unica cosa che conta a livello di dispendio calorico (immaginando ovviamente un percorso dritto e sempre uguale e a parità di peso) è la distanza. Al limite possono variare i substrati utilizzati in base alla velocità, ma le calorie sono le medesime.
http://www.projectinvictus.it/quanti-grassi-si-consumano-durante-la-corsa/
Filmato da 1:20 in poi.

Ti cito ricerche scientifiche:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15570150

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23190592

" ...people expend 2.5 times more energy running than walking, whether that's on the track or treadmill"

A parita' di sistanza percorsa quindi "...running 8 mph would burn over 800 calories per hour compared to about 300 calories walking at 3.5 mph"
OK, sono ricerche pubblicate su Pubmed e quindi non posso considerarle minchiate a priori.
I casi sono 3. O le ricerche sono errate. O McGraw Hill, Biasci e Albanesi dicono effettivamente minchiate. O le ricerche vanno lette e approfondite meglio perchè magari stiamo male interpretando (non le ho lette tutte, ci vuole tempo).
La formula che ti ho riportato sul dispendio calorico è universalmente utilizzata comunque.

Insomma quello che dice sto personaggio nel filmato e' una gran cazzata. Ma credo che chiunque (a buon senso) ci arriverebbe. Come fa a dire che il tempo e' ininfluente ma solo la distanza conta?

Le calorie (o joule) sono l'unita di misura del lavoro. Il lavoro e' uguale alla potenza moltiplicata per il tempo (roba di fisica delle superiori).
Non sono così sicuro...
Quote
Energy has been defined as the ability to do work. According to
the physicist’s definition, work is simply the product of force
times vertical distance, or in formula format, Work = Force × Distance.
When we speak of how fast work is done, the term power is
used. Power is simply work divided by time, or Power =
Work/Time.[2]
 2. Stesso.
Quindi a livello teorico quello che dice Biasci è corretto, il lavoro è diverso dalla potenza (dove conta il tempo).
Comunque ammetto che sono anni che non mastico queste formule quindi mi faccio volentieri correggere se ho male interpretato lo scritto.

Invece no Ryu. Ci sono due formule (anzi molte) per definire il lavoro ed ovviamente (la matematica non e' un opinione) le due formule sono equivalenti.

Usando la tua formula invece che la mia:

Lavoro = Forza x Distanza

E tu ti chiederai: "ma il tempo dov'e'?"

L'unita della forza e' il newton.
E il newton non e' altro che (kg*m)/s^2, dove s sono i secondi. Quindi piu il tempo si riduce (essendo al denominatore) piu la forza aumenta.

Quello che dice Biasci e' infatti una cazzata!

Comunque magari e' un buon preparatore atletico. Dico solo che prima di sparar minchiate forse e' meglio che ci pensi due volte o che dia una ripassata alla fisica delle superiori.

Ma ripeto, anche senza fisica, e' logico che se percorro un tratto di strada in un tempo inferiore devo per forza aver lavorato di piu. L'automobile funziona esattamente allo stesso modo. Tutto funziona cosi.

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Re:La mia battaglia per diventare atletico.
« Reply #99 on: August 05, 2015, 23:06:17 pm »
+1
Dal punto di vista fisico/meccanico sta cosa di condensare a-b-c in un unico treshold fa acqua da tutte le parti. Mi posso fidare solo perché è un metodo dimostratosi valido su centinaia di atleti che han vinto competizioni mondiali.
Possiamo quindi dire che forse non fa così acqua, no? :P

No infatti, sembrerebbe possibile visto l'accumolo di esperienza di Sheiko e i suoi trainee. I meccanismi restano comunque molto dubbi IMO.
A me paiono perfettamente sensati invece ma comunque, a parte le impressioni, come dici anche tu quello che conta sono i risultati e in termini di risultati russi e cinesi direi che non hanno rivali nel campo.

I norvegesi e i bulgari   :sbav:



Forse quello che più ci differenzia dalle macchine è il sistema nervoso. E forse questa risposta al training di vui parli la si ottiene appunto xche neurologicamente si innescano dei meccanismi ben precisi.
Non so se questo può spiegare tutto, ma è sicuramente un ingrediente molto importante della ricetta.
Se il recrutamento fibre e' la chiave della forza, allora e' (quasi)tutta responsabilita del sistema nervoso. E' per questo che i muscoli van giu (almeno a me). Non sono quelli, o almeno non in questa fase iniziale, che mi fanno alzare carichi piu alti. Ma semplicmente una risposta migliore del CNS.
Io credo che tu allenandoti con certe logiche hai accumulato sì un certo bagaglio di forza ma anche tanta ipertrofia non funzionale. E' normale che allenandoti con altre logiche non finalizzate a questo, la massa non funzionale cali. Non vedo nessun problema in questo. Sei piuttosto forte, vai avanti e aumenterai di nuovo la massa, stavolta in prevalenza funzionale.
Se poi i tuoi progressi attuali sono dati da adattamenti solo nervosi è possibilissimo, ma è solo il primo step.

Mentre sto grafico e' interesante, dove infatti si vede che i muscoli iniziano a svilupparsi dopo (probabilmente molto dopo nel mio caso) l'incremento di forza. Proprio quando la curva del sistema nervoso sta per andare in appiattimento. Esattamente quello che si diceva prima. Ottimo. Quindi basta aspettare  :sur:


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Re:La mia battaglia per diventare atletico.
« Reply #100 on: August 05, 2015, 23:50:09 pm »
0
Ryu per favore, non spariamo minchiate  :nono:
Biasci che mi sembra tutto ma non uno che dice minchiate così sulla fiducia.
Poi c'è pure Albanesi che sarà pure un estremista, ma di corsa pare piuttosto esperto.
Ma prendiamo anche un punto di riferimento mondiale nella formazione accademica a tutti i livelli:
Quote
For a simplified procedure, you may calculate the approximate
caloric expenditure for running a given distance by either one of
the following formulas:
Caloric cost = 1 C/kg body weight/kilometer[1]
 1. Qui la pubblicazione della McGraw Hill
OK, si parla di approssimazioni, ma se la formula è valida, utilizzabile e utilizzata, vuol dire che le differenze, se pur presenti non sono rilevanti.

No Ryu  :P

Se faccio uno sprint dal punto A al punto B nella stessa quantità di tempo (o inferiore) in cui ci cammino (impossibile) il dispendio calorico è il medesimo, ma se ci metto 10 volte tanto non è il medesimo.

Questo è il motivo per cui camminare velocemente a 5.5 consuma (quasi) come correre a 5 (miles x hour).
Rispettosamente dissento :gh:
Non mi risulta che la variabile tempo sia influente.
L'unica cosa che conta a livello di dispendio calorico (immaginando ovviamente un percorso dritto e sempre uguale e a parità di peso) è la distanza. Al limite possono variare i substrati utilizzati in base alla velocità, ma le calorie sono le medesime.
http://www.projectinvictus.it/quanti-grassi-si-consumano-durante-la-corsa/
Filmato da 1:20 in poi.

Ti cito ricerche scientifiche:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15570150

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23190592

" ...people expend 2.5 times more energy running than walking, whether that's on the track or treadmill"

A parita' di sistanza percorsa quindi "...running 8 mph would burn over 800 calories per hour compared to about 300 calories walking at 3.5 mph"
OK, sono ricerche pubblicate su Pubmed e quindi non posso considerarle minchiate a priori.
I casi sono 3. O le ricerche sono errate. O McGraw Hill, Biasci e Albanesi dicono effettivamente minchiate. O le ricerche vanno lette e approfondite meglio perchè magari stiamo male interpretando (non le ho lette tutte, ci vuole tempo).
La formula che ti ho riportato sul dispendio calorico è universalmente utilizzata comunque.

Insomma quello che dice sto personaggio nel filmato e' una gran cazzata. Ma credo che chiunque (a buon senso) ci arriverebbe. Come fa a dire che il tempo e' ininfluente ma solo la distanza conta?

Le calorie (o joule) sono l'unita di misura del lavoro. Il lavoro e' uguale alla potenza moltiplicata per il tempo (roba di fisica delle superiori).
Non sono così sicuro...
Quote
Energy has been defined as the ability to do work. According to
the physicist’s definition, work is simply the product of force
times vertical distance, or in formula format, Work = Force × Distance.
When we speak of how fast work is done, the term power is
used. Power is simply work divided by time, or Power =
Work/Time.[2]
 2. Stesso.
Quindi a livello teorico quello che dice Biasci è corretto, il lavoro è diverso dalla potenza (dove conta il tempo).
Comunque ammetto che sono anni che non mastico queste formule quindi mi faccio volentieri correggere se ho male interpretato lo scritto.

Invece no Ryu. Ci sono due formule (anzi molte) per definire il lavoro ed ovviamente (la matematica non e' un opinione) le due formule sono equivalenti.

Usando la tua formula invece che la mia:

Lavoro = Forza x Distanza

E tu ti chiederai: "ma il tempo dov'e'?"

L'unita della forza e' il newton.
E il newton non e' altro che (kg*m)/s^2, dove s sono i secondi. Quindi piu il tempo si riduce (essendo al denominatore) piu la forza aumenta.

Quello che dice Biasci e' infatti una cazzata!
Su questo punto, che non avevo considerato, mi metti più di un dubbio.

Bene, ora abbiamo un punto X e un punto Y. Abbiamo un oggetto Z con una certa massa.
Se sposto Z da X a Y in 2 secondi e se lo sposto in 4 secondi il lavoro (non la potenza) cambia o è lo stesso?
Aspetto che qualcun altro intervenga (Nicola? Zixuè?).
Se cambia, hai ragione tu.

Comunque magari e' un buon preparatore atletico. Dico solo che prima di sparar minchiate forse e' meglio che ci pensi due volte o che dia una ripassata alla fisica delle superiori.

Ma ripeto, anche senza fisica, e' logico che se percorro un tratto di strada in un tempo inferiore devo per forza aver lavorato di piu. L'automobile funziona esattamente allo stesso modo. Tutto funziona cosi.
Beh, stando alla formula che ti ho mostrato essere estensivamente utilizzata, anche a livello accademico, dove ciò che conta è solo la distanza (con buona approssimazione) no.
A mio avviso due ricerche possono senz'altro servire a farsi venire qualche dubbio, ma di qui a bollare definitivamente come minchiata un fondamento della fisiologia (che come ti ho mostrato è condiviso e non è una cosa che Biasci si è sognato la notte) ce ne passa.
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Re:La mia battaglia per diventare atletico.
« Reply #101 on: August 05, 2015, 23:57:34 pm »
0
I norvegesi e i bulgari   :sbav:
Se non ricordo male pure loro citati e studiati nel Metodo Distribuito :thsit:
Bulgari quasi sicuro.

Mentre sto grafico e' interesante, dove infatti si vede che i muscoli iniziano a svilupparsi dopo (probabilmente molto dopo nel mio caso) l'incremento di forza. Proprio quando la curva del sistema nervoso sta per andare in appiattimento. Esattamente quello che si diceva prima. Ottimo. Quindi basta aspettare  :sur:
Exactly :thsit: Come ti dicevo, non sempre ciò che è intuitivo è corretto.
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Re:La mia battaglia per diventare atletico.
« Reply #102 on: August 06, 2015, 00:08:15 am »
+1
Ehm...vi siete persi in un bicchier d'acqua :P
Quel che dice Biasci è mediamente vero perchè si riferisce (così come gli altri studi linkati) alla sola CORSA e non alla camminata.
Correre, essendo fisiologicamente diverso (e molto) dal camminare, fa consumare DI SUO molte più energie.
Ma, a patto di stare correndo, il dispendio calorico dipende massimamente dalla distanza e minimamente dal tempo.
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Re:La mia battaglia per diventare atletico.
« Reply #103 on: August 06, 2015, 00:10:00 am »
+2
basta darsi una letta all'articolo di Albanesi sul dispendio della corsa e, dato che tra l'altro Albanesi è ingegnere, io sarei abbastanza tranquillo sulla correttezza dei suoi calcoli.

"Dalla morte in pianura, proteggici, o Signore" (J. Kukuczka, alpinista)

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Offline MachineGunYogin

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Re:La mia battaglia per diventare atletico.
« Reply #104 on: August 06, 2015, 00:16:52 am »
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Ryu per favore, non spariamo minchiate  :nono:
Biasci che mi sembra tutto ma non uno che dice minchiate così sulla fiducia.
Poi c'è pure Albanesi che sarà pure un estremista, ma di corsa pare piuttosto esperto.
Ma prendiamo anche un punto di riferimento mondiale nella formazione accademica a tutti i livelli:
Quote
For a simplified procedure, you may calculate the approximate
caloric expenditure for running a given distance by either one of
the following formulas:
Caloric cost = 1 C/kg body weight/kilometer[1]
 1. Qui la pubblicazione della McGraw Hill
OK, si parla di approssimazioni, ma se la formula è valida, utilizzabile e utilizzata, vuol dire che le differenze, se pur presenti non sono rilevanti.

No Ryu  :P

Se faccio uno sprint dal punto A al punto B nella stessa quantità di tempo (o inferiore) in cui ci cammino (impossibile) il dispendio calorico è il medesimo, ma se ci metto 10 volte tanto non è il medesimo.

Questo è il motivo per cui camminare velocemente a 5.5 consuma (quasi) come correre a 5 (miles x hour).
Rispettosamente dissento :gh:
Non mi risulta che la variabile tempo sia influente.
L'unica cosa che conta a livello di dispendio calorico (immaginando ovviamente un percorso dritto e sempre uguale e a parità di peso) è la distanza. Al limite possono variare i substrati utilizzati in base alla velocità, ma le calorie sono le medesime.
http://www.projectinvictus.it/quanti-grassi-si-consumano-durante-la-corsa/
Filmato da 1:20 in poi.

Ti cito ricerche scientifiche:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15570150

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23190592

" ...people expend 2.5 times more energy running than walking, whether that's on the track or treadmill"

A parita' di sistanza percorsa quindi "...running 8 mph would burn over 800 calories per hour compared to about 300 calories walking at 3.5 mph"
OK, sono ricerche pubblicate su Pubmed e quindi non posso considerarle minchiate a priori.
I casi sono 3. O le ricerche sono errate. O McGraw Hill, Biasci e Albanesi dicono effettivamente minchiate. O le ricerche vanno lette e approfondite meglio perchè magari stiamo male interpretando (non le ho lette tutte, ci vuole tempo).
La formula che ti ho riportato sul dispendio calorico è universalmente utilizzata comunque.

Insomma quello che dice sto personaggio nel filmato e' una gran cazzata. Ma credo che chiunque (a buon senso) ci arriverebbe. Come fa a dire che il tempo e' ininfluente ma solo la distanza conta?

Le calorie (o joule) sono l'unita di misura del lavoro. Il lavoro e' uguale alla potenza moltiplicata per il tempo (roba di fisica delle superiori).
Non sono così sicuro...
Quote
Energy has been defined as the ability to do work. According to
the physicist’s definition, work is simply the product of force
times vertical distance, or in formula format, Work = Force × Distance.
When we speak of how fast work is done, the term power is
used. Power is simply work divided by time, or Power =
Work/Time.[2]
 2. Stesso.
Quindi a livello teorico quello che dice Biasci è corretto, il lavoro è diverso dalla potenza (dove conta il tempo).
Comunque ammetto che sono anni che non mastico queste formule quindi mi faccio volentieri correggere se ho male interpretato lo scritto.

Invece no Ryu. Ci sono due formule (anzi molte) per definire il lavoro ed ovviamente (la matematica non e' un opinione) le due formule sono equivalenti.

Usando la tua formula invece che la mia:

Lavoro = Forza x Distanza

E tu ti chiederai: "ma il tempo dov'e'?"

L'unita della forza e' il newton.
E il newton non e' altro che (kg*m)/s^2, dove s sono i secondi. Quindi piu il tempo si riduce (essendo al denominatore) piu la forza aumenta.

Quello che dice Biasci e' infatti una cazzata!
Su questo punto, che non avevo considerato, mi metti più di un dubbio.

Bene, ora abbiamo un punto X e un punto Y. Abbiamo un oggetto Z con una certa massa.
Se sposto Z da X a Y in 2 secondi e se lo sposto in 4 secondi il lavoro (non la potenza) cambia o è lo stesso?
Aspetto che qualcun altro intervenga (Nicola? Zixuè?).
Se cambia, hai ragione tu.

Ma scusa, la formula che mi hai dato tu e' questa:

Lavoro (joule) = Forza (N) x Distanza (m)

Il newton e' la moltiplicazione della massa per la distanza diviso il tempo. Se vui piu forza, sposti piu velocemente un oggetto di peso x (lasciamolo costante) per una distanza z (lasciamola costante). La froza e' in funzione del tempo, a parita di distanza e di massa. Quindi il lavoro aumenta se la forza aumenta. E la forza aumenta se il tempo diminuisce.

Voglio dire non credo che serva chiamare un premio nobel della fisica per capire, e non ti voglio convincere, semplicemente guarda la formula tu stesso.



Comunque magari e' un buon preparatore atletico. Dico solo che prima di sparar minchiate forse e' meglio che ci pensi due volte o che dia una ripassata alla fisica delle superiori.

Ma ripeto, anche senza fisica, e' logico che se percorro un tratto di strada in un tempo inferiore devo per forza aver lavorato di piu. L'automobile funziona esattamente allo stesso modo. Tutto funziona cosi.
Beh, stando alla formula che ti ho mostrato essere estensivamente utilizzata, anche a livello accademico, dove ciò che conta è solo la distanza (con buona approssimazione) no.

Come no?
la formula che mi hai dato e':

Lavoro = Forza x Distanza

E la forza ha il tempo come parametro.


A mio avviso due ricerche possono senz'altro servire a farsi venire qualche dubbio, ma di qui a bollare definitivamente come minchiata un fondamento della fisiologia (che come ti ho mostrato è condiviso e non è una cosa che Biasci si è sognato la notte) ce ne passa.
Un fondamento della fisiologia? Ascolta, si parla di fisica elementare completamente cannata. Io non ho nulla contro sto tizio ma ha sparato una cazzata. Magari il resto e' valido ma non puo venirmi a dire che per modificare il lavoro (calorie, joule) il tempo non centra ma solo la distanza. E' una minchiata. Il tempo e' un parametro nella formula del lavoro. Punto. 

Quindi se fai uno scatto dal punto A al punto B in 3 secondi, o cammini dal punto A al punto B in due ore, non usi le stesse calorie. E il lavoro non e' uguale. Proprio per nulla.