Grazie a tutti per le gentili e competenti risposte! Cerco di elaborare e di vedere cosa ho compreso di quello che avete scritto.
Spinte vere e proprie, tipo mani appoggiate al petto, direi di no.
Ma quando agisco, tutto il mio corpo, tutto il mio peso, spingono sempre in avanti, ad opprimere l'avversario.
Poi ci sono anche certe tecnicucce "di spinta", dall'ingresso con spallata o con gomitata, ai lavori di spinta con le dita sull'incavo soprasternale per allontanare e causare fastidio/dolore, ai colpi spinti d'avambraccio o di gomito per crearmi lo spazio per certi lavori, al bloccaggio del piede e spinta a far cadere per rompere il piede stesso o la caviglia... ecc. ecc.
Tutte soluzioni affascinanti.
Proprio quel tipo di "zozzerie" mi riferivo. Aggiungo anche la testa, che non fa mai male ricordare come "quinto arto e che in queste situazione da distanza ravvicinata può essere molto utile.
La spinta al petto a due mani ha un valore essenzialmente didattico in altri contesti: quando spingi sul serio non sei mai realmente frontale.
Uno dei principi cardine delle am israeliane è l'uso balistico del corpo....ma io non ho capito bene però il discorso di trazionamenti e spinte...
Non c'entra con le AM israeliane, tuttavia un aneddoto riguardante il Keysi, che secondo me possiede anch'esso quell'uso del corpo balistico in comune...
Al seminario di Justo Dieguez di alcuni anni mi ricordo che parlò dello sfruttare qualsiasi tipo di agevolazione possibile dal contesto/scenario/ luogo in cui ci si trova per sopravvivere, tipo la ringhiera del posto dove stavamo, il muro oppure macchine, motorini, altre persone ecc. Penso che spinte e trazioni potevano anche avere quella funzione: che ne dite?
Se ho ben capito cosa si intende con 'uso balistico del corpo' (spiegamelo tu altrimenti, se ti va...o potresti condividere qualcosa a riguardo. So che dovrebbe essere l'ABC da queste parti), credo che abbia assolutamente a che fare con tutto questo.
Pietra miliare e grande fonte storica di ispirazione per i sistemi sbandierati come reality based degli ultimi due decenni è Vunak. Per questo motivo linko come punto di partenza un suo video sul suo modo di affrontare scolasticamente in pochissimi minuti di istruzione il tema con gente con nessun background di disciplina combattiva.
https://www.youtube.com/watch?v=6As1h54LKzc
Bello rivedere i video di Vunak. Era da tanto che non lo facevo. C'era un periodo parecchi anni fa in cui ero diventato fanatico e me ne guardavo un sacco, proprio in quel periodo storico in cui rappresentava un pioniere dell'ambito. E sono ancora simpatici da vedere, pur magari con qualche difetto all'interno in più. Rimangono decisamente di qualità e poi lui era un personaggio!
Per quanto riguardo l'aspetto tecnico partendo da quanto mostra Vunak, pur essendo unanimemente lui poco adeguato come riferimento tecnico dagli addetti ai lavori che si occupano di am del sud-est asiatico e self-defense, possiamo cominciare a delineare alcuni punti, su cui in soldoni si sono diretti negli ultimi 20 anni circa e prevedo continueranno a orientarsi i sistemi moderni e le loro presunte 'evoluzioni':
- spinte e trazioni fanno parte delle basi della tradizionale dirty boxing, seppur il termine pare cominci a diventare abbastanza di moda, facendo sembrare vecchi 'brodi' annacquati di recente come se fossero una novità.
- serve un minimo di familiarità con l'essere sballottati e con il tipo di contesto e di contatto fisico per capire le regole del gioco (il punto forte principale che si può riconoscere all'approccio di Vunak e al suo 'giochino'/drill).
- tocca (far) metabolizzare l'abc delle geometrie di sbilanciamento e del posizionamento rispetto all'avversario in quello che di fatto è un 'blend' di lotta e striking non ortodossi per molte discipline (anche se non soprattutto sportive).
- visto che la 'strada' ci impone in modo tassativo di non poter escludere l'uso da parte dell'avversario di armi improprie, in particolar modo da punta e/o da taglio, anche se inizialmente occultate o in corso d'opera, il contatto tronco a tronco tipico delle lotte rituali può risultare potenzialmente suicida, persino nella poco probabile evenienza di avere un buon gap di prestanza fisica a nostro favore e di assenza certa di complici del nostro aggressore.
Quindi le azioni che si tendono preferire partono dalla gestione e controllo delle appendici superiori avverse. Quindi gestione e controllo braccia avverse, 'clinch thai' e soprattutto il suo mezzo clinch a 360° rispetto all'opponente con forte consuetudine al passaggio da un'azione all'altra in continuità/fluidità dinamica.
Penso anch'io che le dinamiche del clinch siano fondamentali, come anche tutto il resto citato.
Il dumog qui visto e descritto da te, come anche il video citato, mi sembra migliore e più interessante di tanto chi sao visto in varie scuole di wing chun e anche di JKD. Non era tipo "l'arte di rompere il dente del serpente", quindi di utilizzare le nostre parti più dure per privare l'avversario delle sue armi naturali, facendo impattare pugni e calci contro gomiti e ginocchia ad es.?
- abitudine all'adattabilità e al cambiamento in corsa delle azioni e del posizionamento reciproco. Istintivamente 'in remoto' se ad attacco X rispondo con l'azione A, ho già in canna e in precaricamento i piani B e C con relative opzioni aggiuntive incluse. Dev'essere però una logica però 'motoria', che all'atto pratico c'entra relativamente poco con la razionalità dei programmi didattici e degli scenari proposti. E' più 'animale' e pure personale e soggettiva.
- una mentalità orientata a cercare di imporre un gioco di 'guerriglia' e caos 'controllato', con una buona consuetudine all''ambush', con l'idea di essere noi gli assalitori per comprendere in ottica difensiva i rischi che si corrono e le difficoltà che incontreremo per la nostra controffensiva, senza sottovalutare i 'professionisti', ma nemmeno gli 'apprendisti' del 'lavoro' di aggressori: non sono più coglioni di quanto lo saremmo noi al loro posto, anzi al massimo potrebbero giusto essere più esperti in materia per pratica reale.
- è consueto cambiare le direzioni di forza dei movimenti e quindi pure alternare azioni di spinta e trazioni a seconda dell'opportunità del momento/avversario. Dovrebbe corrispondere in qualche modo al concetto di ju japponese di judo e jujutsu deprivato di qualsiasi eventuale connotazione filosofica o pseudotale.
La "logica motoria" istintiva ("killer istinct"?) di cui parli e l'utilizzo della forza avversaria contro l'avversario sono ottimi concetti generali e ispirazioni dal punto di vista euristico. Come allenarli per renderli operativi, soprattutto dal punto di vista emotivo e psicologico, oltre che naturalmente fisico?
L'idea della spinta come "versione gentile" di un colpo, in cui può all'occorrenza trasformarsi, non mi è nuova e in buona parte la condivido. Come dicevo prima però, l'ambiente può renderla anche decisamente pericolosa tanto quanto un colpo. Soprattutto se combinata con il bloccare il piede avversario oppure utilizzare tutte quelle finezze di cui parlava il buon Gargo, e a cui accennavi anche tu.
Bell'argomento.
Intanto plauso a diego per la sua disamina, molto interessante!
Per parte mia nel systema spinte/trazioni si usano molto, in vari modi.
Intanto tutti i colpi son anche spinti, e già qui c'è molto lavoro.
Molti colpi sono anche utilizzati per sbilanciare o meglio, uniscono all'efficacia del colpo "in sè", anche un effetto sbilanciamento che poi può essere usato per colpire di nuovo con la stessa "filosofia".
In questo ambito sono molto usati i colpi (anche relativamente "leggeri") di gamba (piede/ginocchio) portati dietro e sul lato del ginocchio avversario (e anche i pestoni).
In soldoni si fa "tutto il possibile" per confondere, sbilanciare e creare caos sia fisico che mentale in chi ci attacca
Sapevo di trovare una buona sponda e affinità nei praticanti di Systema. Avevo visto qualcosa infatti: mi incuriosiscono anche i colpi sulle gambe. Esistono video
Mi ricorda alcune logiche del Ju Jutsu giapponese in cui, se ben ricordo, gli atemi/colpi di percussione (o anche spinte e trazionamenti in questo caso) erano usati per destabilizzare, confondere e sbilanciare l'avversario per poi proiettarlo o metterlo in leva. Almeno come principio.
per lavori di spinta adesso non mi viene in mente nessuna utilita in ambito Dp
mentre la trazione di un'arto superiore può essere utile a prendere o forzare una posizione di lateralità rispetto all'aggressore se non addirittura la "schiena " o addirittura può essere utile per aprirsi un varco per la fuga .
Intendi tipo arm drag? Se si, assolutamente. E' una possibilità e una soluzione tra le migliori.
Anche la fuga era una di quelle opzioni a cui avevo pensato, magari pure dopo aver spinto l'aggressore contro i suoi compagni o contro qualcosa come una bicicletta o simili...Nel BKB non si usava spingere e premere contro l'altro per creare spazio oppure all'opposto per chiudere?