Ciao ragazzi,
ho visto ieri questo video su Facebook e sì, si riferisce proprio all'episodio di Kuya Doug con Master Ken.
Per fortuna, a differenza dei commenti su Facebook, molti di voi hanno capito che questo video dimostra soltanto la sua ignoranza in materia.
Visto che Marcaida ha sviluppato le sue capacità studiando per molti anni la Pekiti Tirsia (e poichè insegno proprio PTK a Milano) mi sembrava giusto lasciarvi la mia analisi.
Premetto che soggettivamente trovo che guadagnare fama su Internet criticando il lavoro degli altri è una cosa davvero subdola.
Adesso passiamo alla vera analisi:
1) Inizia dicendo appunto che gli angoli "3 e 4" con il bastone sul corpo dell'avversario sono giusti accademicamente ma sbagliati nel combattimento. Certo, se si fa stick fighting con uno pseudo-rattan il dolore c'è ma non è così debilitante. Provate però a combattere con un bastone che si usava veramente, ad esempio in Kamagong: sugli angoli "3 e 4" le costole rotte saranno il vostro ultimo timore.
2) Doug Marcaida fonda il suo sistema sulla Pekiti Tirsia Kali: il bastone altro non è che una metafora della lama (ginunting). Gli angoli "3 e 4" sono una delle cose più infami che si possano fare con un'arma da taglio.
3) Questo tizio, da buon stick-fighter sportivo, ignora completamente il footwork: gli angoli (1, 2, 3, 4, etc.) non vengono mai portati stando davanti all'avversario con i piedi per terra. Doug Marcaida ha fatto ciò solo per una questione didattica (non puoi mostrare gli angoli di attacco alla telecamera se continui a saltare da una parte all'altra).
4) Il tipo in giacca e cravatta ignora la differenza tra fluents e brokens: i fluents sono attacchi fluidi e vengono impiegati a lunga distanza (largo tirsia) mentre i brokens vengono usati a medio raggio (medio tirsia).
5) Gli angoli "3 e 4" sono traiettorie, non vanno a colpire solo le costole: spesso e volentieri, sia con un bastone che con una lama, si mira alle articolazioni, in questo caso i gomiti quando sono proprio a quell'altezza.
6) Gli angoli "3 e 4" non hanno un'altezza definita: i fluent orizzontali variano altezza (e quindi bersagli) a seconda della propria posizione rispetto a quella del nemico. Questi due angoli quindi non "vanno portati alla testa" ma possono
anche essere portati alla testa. La forma ABCEDARIO della Pekiti Tirsia mostra proprio nei primi 4 movimenti questo concetto.
7) Ha un compagno che non ha idea neanche di come tenere in mano un bastone. Chiunque in questo forum sarebbe capace di tirare una bastonata a piena potenza per dimostrare a quel tipo che un fluent vero e proprio sulle costole fa molto più male che tirarsi qualche colpetto sull'addome.
8 ) L'uso di una rivista: a febbraio ho tenuto uno stage in cui ho mostrato anche io l'uso delle riviste come armi improvvisate. Guarda caso gli angoli "3 e 4" erano parte della lezione: l'idea del colpo è quella di passare oltre l'avversario grazie ad un buon footwork ed è solo uno dei tanti colpi che bisogna tirare addosso al nemico per debilitarlo. Anche i più grossi e fisicati in quello stage si sono piegati dal dolore per una rivista di Marie Claire sul costato.
9) Il discorso del coltello è vecchio come l'esistenza dell'uomo: è quasi impossibile fare disarmi e reversals. Mi ricordo ancora quanto ci rimasi male quando il mio maestro mi dimostrò tale affermazione. Tuttavia, dopo alcune rare e corte occasioni, non è impossibile eseguire un disarmo. Ovviamente parlo di quelli immediati e non elaborati. Un buon footwork può creare anche tali opportunità.
10) Il disarmo, per quanto difficile, non si cerca mai: esso è conseguenza di una buona evasione e di un bel po' di colpi tirati al nemico
oppure quando quest'ultimo non ha ancora estratto completamente la sua lama.
Nel tentativo di smontare un grande praticante, si è un po' sbrodolato addosso.
Bravi a tutti quelli che hanno già mosso critiche simili nei precedenti post