Apro un'altra nota dolente che perseguita le arti marziali orientali: la visione del sistema e l'approccio mentale.
In questi giorni, dopo varie castronerie e conseguenti ramanzine del maestro, ho inziato a cercare di criticare non il sistema, ma il mio punto del sistema e sono giunto a questa conclusione (personale):
Gli approcci sono essenzialmente 2+1:
1)Approccio all'orientale: in cui si segue il maestro con fede religiosa e devozione, fino a quando non si consegue un certo grado e si capisce da soli, facendo un qualche cammino spirituale.
2)Approccio all'occidentale: in cui si studia la disciplina con l'occhio occidentale, ossia in modo scientifico, ma diminuendo notevolmente l'aspetto spirituale, a discapito di una conoscenza rapida e precisa.
2+1)Approccio da fesso, dove ti senti karate kid e dopo due mesi te la meni perchè riesci a fare una capriola... Dopo una settimana, rissa in strada, torni a casa pesto e ti ridimensioni... 24 ore di tempo e si ricomincia. (questo aspetto lo cito, ma non lo discuto neanche, per ovvi motivi).
Un mio caro amico (dovrei dire fratello), che pratica con me, riesce ad avere una mente abbastanza aperta da accettare anche i discorsi energetici (che a volte rasentano l'esoterismo), incarnando perfettamente (a mio avviso) lo spirito del marzialista orientale.
Da parte mia, invece, tendo ad esser restio su questa parte delle arti marziali orientali. Considero la mia mente, una mente molto tecnica e, anche se ho scelto di accettare la mia religione e qualche altra cosuccia, non riesco mai a concepire interamente questa parte, finendo per interpretare nel mero segno sportivo l'intera pratica delle arti marziali.
Ora, chiariamoci, voglio discutere di questi punti di visione con voi. Sono accettati anche consigli, ma visto che si tratta di un lato abbastanza oscuro per la mia concezione, vi dirò che già da adesso li soppeserò per molto tempo prima di scegliere una decisione.