Ecco, messi in linea aikido e jiujitsu ed infilato il wc c'è un problema comune, il distacco dalla realtà. (valido pure per gli agonisti di JJ che non entrano nella categoria combattenti )
In quest'ottica manca temo un riscontro parametrico per misurare tutto.
Trovo difficile classificare il wc come un'arte fisica quando la media dei praticanti è in condizioni atletiche da far inorridire un impiegato del catasto.
Trovo difficile classificarla come "immediata" quando la media della pratica è composta da posture dubbie, poco o nulla sparring e scarsa aderenza con la realtà dello scontro.
Il "bullarsi di aver picchiato tizio o caio" riferito a quell'ambiente poi, visto da fuori, diventa una divertente barzelletta.
Qualcuno che posta nel forum aveva tracciato un profilo psicologico "di massima" dei praticanti di certe discipline (wc) e non ne uscivan benissimo.
Io ho praticato agonismo per "parecchio", mai sentito nessuno bullarsi di aver battuto tizio o caio.
Solitamente le teste a pinolo finiscono obliterate negli sdc dove serve una certa forma mentis.
Sul discorso "sopraffazione fisica" well, discorso spinoso.
Si pratica un'arte marziale, di mezzo c'è il combattimento, c'è l'efficacia e c'è il pragmatismo.
L'atletismo si usa quanto basta, meglio averlo che non averlo ma sopratutto è poco utile avere un bagaglio marziale "enorme" e venir sverniciati da chi ne ha una frazione irrisoria solo perchè il gap atletico è ingente.
Qui sotto uno dei più grandi judoka di sempre, Koga, perde ai punti la finale olimpica di atlanta 1996 contro Bouras.
Il francese è un judoka di altissimo livello ma vale una frazione di Koga. Ma tre volte più "atleta" e la cosa ha pagato (ed insegnato una grossa lezione ai giapponesi).
https://www.youtube.com/watch?v=uwRV3kW1YEY