In questo caso il disarmato che si aggrappa al tuo braccio fa il tuo gioco.
Di solito non si studia nelle palestre l'evenienza di essere armati contro un disarmato, per ovvi motivi.
Questo è il motivo per cui ai più questo aspetto del tenere l'arma arretrata sembrerà strano e diverso da ciò che sanno fare.
Tuttavia, con manganelli o coltelli piccoli, esporre il braccio armato significa rischiare che il disarmato disperato afferri il bastone o riesca ad afferrare il braccio armato di coltello.
Non dovendoci scherma-re contro i suoi attacchi d'arme, in quanto disarmato, vanificheremo, bloccheremo, defletteremo i suoi tentativi col braccio sinistro ed entreremo col destro.
Concordo pienamente con quello che dici, ma è anche assolutamente vero il contrario e cioè tengo il braccio armato davanti e se prova a prendermelo lo taglio/colpisco.
Stiamo parlando di strategie e di possibili soluzioni, quello che non si deve assolutamente fare è utilizzare una strategia come l'unica soluzione possibile e aspettrci che l'altro ci cada.
Quello che dici è molto legato ad una concezione dello scontro un po' uno contro uno-duellistica. (che è poi la concezione tipica di ogni scuola di coltello)
Io sono davanti a lui, lui è davanti a me e fa la sua mossa.
Il problema nasce quando siamo nel dinamismo dell'azione, non siamo a due metri di distanza aspettando di essere in guardia, ma ce l'ho addosso mentre il suo amico mi tira per la giacca da un lato ed un altro mi tira un calcio nella schiena.
In quei frangenti l'attenzione a proteggere il braccio armato di coltello, o il bastone, acquistano molto significato.
Un po' come vedere il modo di estrarre una pistola in poligono contrapposto alle esigenze di weapon retenction in mezzo ad un casino.
Ad ogni modo, stiamo comunque parlando di una situazione molto facile, io armato e lui no.
Ma proprio perchè disperata per lui, devo proteggermi da tentativi disperati da parte sua, come anche prendere la lama in mano, rimetterci i tendini delle dita ma entrare.
così come ci dichiariamo disposti a tutto se affrontiamo senza possibilità di fuga uno armato, dobbiamo considerare anche lo stesso stato d'animo nel disarmato che affrontiamo.
Personalmente, ho studiato per tanti anni a tenere il coltello davanti e nessuno mi ha mai insegnato a tenerlo protetto, è una cosa che avrei evitato volentieri per attenermi alle tecniche e tattiche che conoscevo, ma al di fuori del contesto duellistico mi sono dovuto ricredere e cambiare tattica.
Per il bastone corto, invece, è diverso: lo si capisce in fretta.
Se combattendo disarmi l'altro e continui a tenere il bastone corto avanzato, lui riesce diverse volte ad afferrarlo e a trasformare una vittoria certa in una battaglia per il dominio del bastone.
Dobbiamo considerare non i saltelli avanti ed indietro da palestra, ma i balzi disperati in avanti di chi mette tutta la vita in un tentativo, magari dopo essere stato ferito ed aver cambiato mentalità.
Come dicono i cacciatori, l'animale più pericoloso da cacciare è l'animale ferito e non ucciso al primo colpo.