La fisiologia biochimica della respirazione.
Questa immagine, tratta da una autorevole serie televisiva di carattere divulgativo scientifico in materia, illustra il ruolo che ha il sangue nel permettere lo scambio gassoso tra l'esterno e l'interno del corpo.
Una fitta rete di vasi sanguigni attraversa tutto il corpo, per raggiungere ogni cellula che abbia bisogno di nutrimento.
A livello cellulare, se non ricordo male, l'ossigeno concorre nella reazione chimica denominata ciclo di Krebs (correggetemi, non sono sicuro..), attraverso il quale le sostanze nutrienti assimilate con gli alimenti vengono usate per produrre energia. Tale processo provoca un aumento della temperatura, che come ben sappiamo si aggira intorno ai 36-36,5 gradi celsius, in condizioni di "salute", ovvero quando il corpo funziona correttamente. Questo però negli animali "a sangue caldo", nei quali il sangue arterioso che porta ossigeno scorre in un "network" di vasi sanguigni diverso da quello del sangue venoso che porta anidride carbonica.
Se volessimo fare un'altra similitudine con un normale motore a scoppio a 4 tempi, potremmo parlare di miscela e sua proporzione con componenti gassose.
Quando acceleriamo, una valvola a farfalla regola la proporzione fra aria e carburante, aumentando la quantità di quest'ultimo, sempre proporzionata alla capacità del cilindro di sfruttare la reazione per produrre moto.
Se c'è troppo carburante il motore si ingolfa e non parte.
Se il carburante è troppo poco per il lavoro da compiere, il motore si spegne.
Spostandoci in ambito vivente, il primo caso equivale (in linea di massima) a un attaco di asma.
Il secondo a uno di asfissia.
Anche il sangue ha delle proporzioni ben definite nella quantità di O2 e CO2 che può trasportare. Al variare di queste, ne varia anche il PH.
I rettili possono resistere anche a drastiche variazioni del PH del loro sangue, ma negli animali superiori anche una piccola variazione di questo è dannosa per l'intero organismo, e viene subito avvertita.
Pensiamo, per intenderci, a quando dormiamo. La cosa che non ci fa morire perchè non abbiamo respirato è costituita dalle variazioni del PH, che fanno scattare un meccanismo riflesso che provoca l'atto respiratorio.
Ma questo si può testare anche in stato di veglia.
Mettetevi rilassati, e senza chiudere volontariamente le narici o serrare le labbra, sempliemente smettete di respirare, ovvero muovere volontariamente il corpo in tal senso.
Qella sensazione di disagio crescente è data dall'aumento di CO2 che il sangue chiede di poter scaricare, e dalla diminuzione proprozionale dell'ossigeno destinato alle cellule.
Si può saper trattenere, resistere, ecc, ma lo stimolo a respirare, il senso di panico è lo stesso, ne varia solo lìintensità.
E' il caso, dicevo, di quando ci si sveglia di soprassalto col fiatone e col cuore che, per garantire un afflusso costante nel tempo e sufficiente, ha accelerato i battiti e la velocità del sangue.
E' grazie a questo meccanismo che possiamo permetterci di dormire, cioè di far riposare l'apparato cerebrale.
Ma questo meccanismo, ricordiamo, oltre che autonomo è anche volontario.
(continua)