Continuo dopo un pò di silenzio stampa, scusatemi.
Applicazioni pratiche.
Queste "tecniche" di respirazione mirano a condizionare fisicamente, mentalmente e spiritualmente il praticante a gestire lo scontro nella maniera più efficace ed efficente possibile. Per sortire effetti e miglioramenti tangibili è necessaria una pratica costante e graduale. Non bisogna, in altre parole, nè correre troppo nè perdere tempo utile alla pratica. Nel caso del Systema, infatti è sufficente iniziare con un giusto assetto mentale che faccia sparire la differenza fra quello che si fa in palestra e quello che si fa fuori, nella vita normale. Portare al secondo piano due confezioni d'acqua, alzarsi dal letto senza effettivamente svegliarsi solo dopo mezz'ora che
abbiamo preso il caffè, mantenere la calma e l'accortezza quando guidiamo l'auto, lavorare in maniera da ottimizzare le risorse naturali del corpo e assecondare il suo naturale funzionamento, e così via sono quindi tutte occasioni di "allenamento extra".
Questo rende la pratica respiratoria del Systema diversa dalle applicazioni dello Yoga o del Qi Gong. E' relativamente molto più facile usare tecniche respiratorie nella calma di un ambiente adatto a questo scopo come un tempio, una stanza con musica new age e
dell'incenso profumato. Ma cosa succede quando non ci si trova più nel comfort di tali ambienti e situazioni? NON è intenzione del Systema denigrare o ridurre l'importanza di tali altre pratiche ai fini della salute del praticante, ma al tempo stesso viene fatta notare la necessità di adattare un tale corpus di pratiche e conoscenze a ben altro tipo di attività "non contemplative".
Respirazione, rilassatezza e percezione ambientale: prevenzione del pericolo.
Sappiamo bene che la mente incoscia lavora a una velocità incomparabile a quella della mente conscia, quella che fa calcoli matematici e analisi logico-funzionale complesse tipiche di attività prettamente umane come lo studio e la ricerca.
La mente inconscia osserva, raccoglie, analizza, elabora e ottiene informazioni da cose della realtà sensoriale-fenomenica che possono sfuggire alla mente analitica. E' l'intuito, quello che ci dice una cosa senza spiegarcene in maniera esplicita o superficiale (vedi il mio post su Chomsky) i dettagli e le dinamiche. Per esempio, stiamo parlando con un conoscente a casa nostra, e solo dopo che ci ha detto che ha
acquistato una nuova auto, ci rendiamo conto al 100% del perchè il suo portachiavi appoggiato sul tavolo è un altro. Prima lo avevamo notato, ma non a un livello analitico e consapevole. Questo è ovviamente il caso di una situazione "priva di pericolo". Se invece ci soffermiamo più consciamente sull'osservazione dei particolari, possiamo identificare degli indizi che ci possono far capire molto della situazione e dei suoi attori.
Cosa intuire, ad esempio, dallo sguardo di un tipo che si avvicina per
chiederci l'ora, e mentre lo fa ci nasconde il suo lato forte per estrarre da tasca un arma per poi minacciarci o attaccarci? Nell'ambito della DP, questa capacità è definita di solito "threat detection", rilevamento della minaccia. Va da sè che chi si occupa di
sicurezza a livello professionale dovrà necessariamente avere una maggiore padronanza di questa abilità.
Come esercitare proficuamente questa capacità di individuare la
minaccia? Esiste infatti la minaccia visibile e la minaccia invisibile.
Una minaccia visibile è un tipo grande e grosso che si sta avvicinando a noi, guardandoci male e urlandoci addosso. Esiste la minaccia invisibile, cioè la probabilità che quel tipo abbia un arma in tasca o degli amici che stanno per dargli una mano.
Ancora, una minaccia visibile è il tipo che scende dall'auto dopo che con la tua ci hai cozzato. La minaccia invisibile è il tipo di atteggiamento con il quale si avvicina a noi: potrebbe scendere incazzato e urlante ma "innocuo", oppure calmo ma pronto a tirarci un cazzotto nello stomaco e andarsene via ridendo.
In un 3d AiViA ha postato un articolo sulla capacità neurale dell'apparato digerente, di fatto un secondo cervello. Nel Forum di RMA è stato postato uno studio sulla capacità di percezione "atattile" della pelle, cioè di avvertire la presenza di qualcosa o qualcuno prima ancora di entrare in contatto visivo o uditivo.
Queste abilità "extra" (in quanto di recente scoperta e studio) di percezione si possono allenare, nella stessa maniera in cui si possono allenare la prestanza fisica o la tecnica esecutiva, a patto di avere il mindset ottimale, quello che si affida alla maggiore capacità e velocità di reazione tipica dell'intuito, dell'istinto, dell'automatismo o qualsiasi altro termine che preferite.
Per mantenere un costante stato di consapevolezza ambientale che utilizzi pertanto al meglio le capacità cerebrali, nel Systema si respira in modo da tenere sempre il metabolismo (in senso lato) sotto controllo, evitando quindi sia la reazione estrema di paralisi di fronte al pericolo (quando la mente va in loop e le gambe tremano), o al suo opposto una iperreattività che potrebbe rivelarsi più dannosa che utile (quando ad esempio ci si accanisce sulle mani che ci strangolano invece di colpire altri bersagli del corpo che stanno a distanza utile come la faccia, gli occhi o i genitali ecc..).
Si tratta semplicemente di stare costantemente in "codice giallo", inteso come una costante allerta che però non va a sforzare e stressare le facoltà analitiche e logiche.
Nei miei giorni pre-Systema, quando lavoravo al locale il fine settimana, ho avuto modo di notare che uno stato mentale calmo, privo di pensieri fissi, unito a uno sguardo non fisso su niente in particolare ma che abbracciasse tutto quello all'interno del mio cono
visivo, aumentava la mia visione periferica, la mia percezione dei movimenti "loschi" e la conseguente capacità di intervenire in tempo. E si tratta inoltre di uno stato mentale che non stressa il cervello, ma che anzi libera da ansie e paranoie inutili e dannose (e che
pertanto diminuisce sensibilmente il rischio di mal di testa), a patto di respirare in maniera da perpetuare il circolo virtuoso all'interno dell'organismo.
Esercizi:
1)Applicare il burst breathing seduti o in piedi, ma sempre con la schiena ben allineata.
Dopo un pò si inizieranno ad avvertire gli effetti della maggiore ossigenazione al cervello, cioè stato di veglia e consapevolezza ambientale maggiore, e diminuzione dello stress psicofisico. Utilissimo la mattina appena svegli.
2)Svuotare i polmoni, e trattenere il respiro fino a che la sensazione di panico non provoca un rilascio di adrenalina nel sangue. Utilissimo per resistere un ora in più al sonno, magari alla fine della nostra giornata.
E' inutile aggiungere che entrambe queste tecniche respiratorie (insieme a molte altre) vengono regolarmente usate dalle unità Spetsnaz addestrate col Systema Rjabko.
E' importante però non esagerare con queste pratiche, in quanto un eccessivo squilibrio nella proporzione di O2 e CO2 tende a modificare la pressione sanguigna, provocando a volte un principio di mal di testa, con conseguente (e indesiderato, se si sta lavorando..) calo dell'attenzione.
Una volta acquisito questo stato mentale, e imparato a gestirlo con la respirazione, si passa alla percezione ambientale "emotiva".
Esercizi
1) Mettersi in mezzo a un cerchio di 4 o più persone. Uno alla volta, senza preavviso, una delle persone deve fare la mossa di colpire quella al centro, che deve spostarsi e/o difendersi, e comunque "reagire". Dato che si lavora sulla minaccia invisibile, non è necessario che l'azione offensiva venga eseguita completamente, anzi è da evitare. L'obbiettivo per ora è infatti imparare a riconoscere il cambiamento ambientale ed "emotivo" quando c'è una minaccia che sta per svilupparsi. Imparare a leggere l'intenzione negli occhi, a sentire con la pelle o lo stomaco.
Dapprima lentamente, un "attacco" alla volta, e poi sempre più freneticamente con più persone coinvolte, mano a mano che si fanno concreti progressi. Sempre con la mente libera, sempre con la respirazione appropriata.
2) Mettersi a camminare su e giù per la stanza con uno o più persone che vi camminano contro, come per strada, a distanze variabili. Come prima, uno alla volta vi attacca (senza preavviso) e voi reagite, solo che stavolta l'esercizio è dinamico (state camminando).
In entrambi gli esercizi è bene che chi "attacca" simuli uno stato interno di rabbia o aggressione, che cerchi di provare nell'attimo in cui agisce. Questo migliora la percezione psichica fra causa ed effetto, in quanto chi si difende impara ad associare automaticamente lo stimolo "mentale" a un effettivo e reale attacco.
Ha a che fare con la classica sensazione di sentirsi gli occhi di più persone addosso.
E' importante notare che più ci si sforza di essere attivi e svegli, più difficoltà si incontreranno nel padroneggiare e aumentare questa capacità. Se l'ego o la paura fanno capolino, c'è qualcosa da aggiustare. Magari bisogna rallentare, o forse iniziare con meno persone. Ma l'importante è mantenere la mente in grado di pararci il culo ancora prima che sia troppo tardi, ma senza per questo (non mi stancherò mai di dirlo) senza entrare in inutile e controproducente paranoia.
Domande?