Giusta la tua riflessione, però vediamo cos'è da Difesa Personale:
prevenzione in primis... nei dojo tradizionali e nelle palestre di sdc di questo non si parla (se qualcuno lo fa alzi la mano...) e assicuro che tante volte il buon senso non basta, spesso va insegnato e "allenato".
Argomenti da trattare in larga misura, tanto per fare chiarezza di cosa si parla:
AVOIDANCE (l'arte di evitare), ESCAPING (come sfuggirlo), VERBAL DISSUASION, LOOPHOLING (offrire all'aggressore una scappatoia), POSTURING, etc.
Banalità? Forse, ma serve l'atteggiamento mentale giusto per affrontare una situazione di pericolo prima del bagaglio tecnico...
Se parliamo poi di tecniche tutto fa brodo certo... tutte le aa.mm. nascono per difesa quindi che problema c'è?
Il problema secondo me nasce quando si praticano arti che sono ferme, per scelta e tradizione, a repertori di attacchi limitati nel loro tempo e nel loro spazio...
Un corso di D.P. inoltre dovrebbe aver scremato al suo interno tutte quelle cose che si insegnano nelle palestra ma che in situazioni realistiche servono a poco o a niente oppure sono troppo complesse da essere applicate in tempi rapidi.
Un esempio che conosco da vicino: nel kali ci sono una ventina di leve (qualcuno addirittura arriva a 30-40) e un tot di disarmi da coltello e bastone... quelli che funzionano davvero in strada? 3, forse 4...
Un buon sistema di d.p. deve essere completo e per completo intendo: corpo a corpo, strike, difesa da minaccia e attacco con armi improvvisate e non, etc.
Tutto questo in una singola arte tradizionale è improbabile trovarlo (oppure sì ma lasciamo perdere...), ma un "mix" ad hoc di tecniche volte a poter affrontare la più vasta casistica di aggressioni invece deve essere la basa essenziale da cui partire quando si entra nel merito dello scontro.
Senza tralasciare ovviamente l'impostazione di un allenamento molto diverso dal classico sistema di sdc o aa.mm. svolto in palestra.
Che poi la differenza la faccia sempre il praticante, non c'è ombra di dubbio