Carissimi amici – praticanti – istruttori – maestri,
con questo mio post volevo sottoporvi una problematica che recentemente mi è capitato di riscontrare vedendo “insegnare” alcuni colleghi, che peraltro praticano da molti lustri e hanno raggiunto con impegno e fatica livelli oltre il 4° dan.
In particolare mi riferisco all’insegnamento ai bambini, considerato che ormai costituiscono la maggioranza dei praticanti di karate; ho notato che troppi istruttori basano la lezione sulla ripetizione di kihon kata e kumite senza mai variare la proposta, ovvero somministrando sempre la stessa salsa.
Magari fanno fare un buon programma di giochi, più o meno propedeutici, ma poi al momento di insegnare “l’arte marziale” si appiattiscono.
Non pensano al “livello emozionale” degli allievi, non accelerano o rallentano il ritmo della lezione, non incrementano il livello del “confronto”, non solo tra gli allievi ma anche con sé stessi (quali sono i miei limiti ?).
Ritengo che questo comportamento, che ho chiamato “insegnare tanto per farlo”, non incoraggi l’interesse nella pratica e anzi sia alla base dei numerosi abbandoni che caratterizzano il karate.
Per farvi capire citerò l’esempio di una palestra che ho visitato tempo fa: si fa karate su un campo da basket, ci sono ampi spazi, i bambini sono divisi in 3 gruppi: bianche (circa 14), gialle (15), arancio-verdi-blu (14).
Il maestro “anziano” insegna alle gialle, due ragazzi (uno poco più che ventenne, l’altra sui 30) che hanno appena preso la nera insegnano agli altri gruppi.
In mezz’ora hanno svolto i seguenti programmi:
- Cinture gialle: 2 kata, poi il maestro li fa entrare in pedana a gruppi di 3 gli fa fare il kata a comando, mentre TUTTI GLI ALTRI stanno fuori a far nulla. Quindi in mezz’ora se ti è andata bene hai fatto 4 kata.
- Cinture bianche: ripetizione di kihon semplici con gente che faceva qualunque cosa: strusciarsi sul muro, girare a trottola, ecc. con pochissime e poco utili spiegazioni sulla dinamica della tecnica.
- Cinture arancio-verdi-blu: ripetizione di un kihon troppo elaborato con lughissime pause per le spiegazioni, che per le arancio erano quasi “arabo”. Assenza di kiai quasi ovunque, quindi bassa concentrazione.
L’ora dopo era dedicata alle marroni-nere: erano solo in 6, e questo la dice lunga sul tasso di abbandono in quella palestra. Sottolineo che si tratta di un club che esiste da circa 30 anni e che oggi gode indubbiamente di buona salute dal punto di vista degli iscritti.
Cosa ne pensate ? Io non ritengo si tratti di casi isolati…