Ma a me, l'idea di Luca Bagnoli (che ha un nome che da solo indica un certo valore
) non dispiace affatto.
La sola questione che mi pongo è che, una volta avuti i tre campioni delle tre specialità, non è semplice veicolarli, a meno di non imitare la boxe e creare un titolo unificato a parte.
Ne faccio un problema di comprensione dei non addetti, il campione di Karate deve essere un campione di Karate, di tutto quello che si può aggiungere dopo (stile, specialità, regolamento) non frega nulla a nessuno, la gente non ha voglia di star li a capire, sapere, informarsi, la pappa mediatica va servita pronta o non funziona, cosa che il CIO ben conosce.
Difatti, le due Arti Marziali che hanno avuto accesso ai giochi si sono date una strada comune, unica, per potersi presentare agli occhi del pubblico che non conosce e non ha voglia di troppe appendici.
Ma già le tre specialità sotto un unico cappello organizzativo, sarebbero un miraggio, un sogno che si avvera, poi da li, il passo per il "TITOLO" è relativamente breve e consequenziale.
Per esempio, la gara dei miei sogni, quella che azzera la distanza "tradizione vs sport" è una gara in cui, ci sia un round di 3/5 minuti, con calzari, guanti, conchiglia e paradenti obbligatori, con ammesse proiezioni e leve, lotta ammessa solo se con immediata chiusura attraverso colpi (non cento pugni ai fianchi ma un colpo che potenzialmente risolva) definitivi e obbligatoriamente figurati sia che si tratti di colpi a mano aperta, sia che si tratti di bersagli sensibili come la gola, ammesso il KO attraverso calci e pugni, vittoria possibile ai punti se i colpi appartengono alla categoria sopra citata dei colpi obbligatoriamente figurati (es. gli shuto) e controllati, vittoria possibile per abbandono o resa in caso di bloccaggi, leve a terra o manifesta superiorità (abbandono) dell'avversario.
Nessun obbligo di conoscenza tecnica particolare, nessuno deve essere obbligato a conoscere lotta o proiezioni, chiunque combatte per ciò che sa, ma un Karateka, deve almeno sapersi difendere da certe situazioni, diversamente è il caso che studi più a fondo.
Poi, nessuno è obbligato, uno può non sentirsela di confrontarsi su quel tipo di terreno, ma almeno non avrà alibiTeniamo conto che, in questo caso, parliamo di massimi livelli, non di appassionati o dilettanti, quindi, si parla di gente che lo deve conoscere bene il Karate.
Tutto questo per dire che, alla fine, la sostanza di ciò che sogno io e quello che sogna Luca Bagnoli, è praticamente la stessa