Ciao a tutti, per un crostaceo sedicente che muore, un ominide sedicente sorge
La questione del torneo di Karate con regolamento K1 è semplice in realtà.
Il regolamento K1 è solo un esempio, tanto per non lasciare casella vuota.
In pratica, alla base della cosa c'è la considerazione che fijlkam, fesik, fiam. fik, fikta, fikteda, ika, fiamoeda, waska, fiskda, fekam, awkji, acsi, ikf, ekf, ikko, fita, itkf, kwf, wtka, efku, wuko, wkf, jkf, jka, wikf, sik, ikkf, fedika, corredate dai vari stili, dai molteplici regolamenti, dalle varie nazionali titolate con i vari campioni titolati, formino un minestrone che rende ridicolo, incomprensibile e patetico il panorama del Karate per il suo pubblico potenziale.
Uno non ci capisce nulla dentro e se ne disinteressa, idem dicasi per i media e gli eventuali investitori.
A questo punto è ovvia l'esclusione della disciplina dai progetti del CIO.
Fra tanti eccellenti combattenti, non è possibile sapere quali siano i migliori (lo scopo dell'attività agonistica) perchè si possono far incontrare solo nelle chiacchiere da prima media.
Però, in fondo, sempre di Karate si tratta, sempre di essere o meno "campioni di Karate", perchè questo si ricorda, non lo stile, la sigla o il regolamento, solo quel nome li, il Karate.
A questo punto è lecito avere confusione, troppi ce ne sono, tutti campioni di Karate, che magari non si conoscono neppure, però litigano su quale sia il Karate più Karate, quello più vero, forte, efficace, più DO o più RYU, col contatto pieno, semi pieno, vuoto, spruzzato, coi guantini, i guantoni, la maschera, il casco e chi più ne ha più ne metta.
Alchè io penso (e sogno) che in fondo, il Karate sportivo, dovrebbe essere la rappresentazione agonistica di un'arte marziale, rappresentazione ch si rivolge a tutto il pubblico dei non addetti ai lavori.
Se è così, il problema dello stile, della sigla e di tutto il resto, non dovrebbe esserci, uno va li e combatte, da Karateka, con altri Karateka, come fanno nel Judo e nelle altre discipline.
Diversamente, devo pensare che ci sia paura, malafede, timore di confrontarsi e non essere più "il campione" eccetera.
Per quel che mi riguarda, sarebbe pensabile anche un torneo cui si accede attraverso delle selezioni agonistiche interne, per stile, per federazione, come fossero delle qualificazioni che portano ad una fase eliminatoria comune a tutti, da li in poi, sarebbe solo una specie di campionato del mondo di Karaet che non lascia adito a dubbi e diatribe, tutti sul tatami, perchè il tatami non mente.
Il regolamento sarebbe di sicuro la summa di vari regolamenti (ho perso il K1 solo come esempio) che consenta a tutti di esprimersi.
Però io, da Karateka, non mi pongo e mai mi sono posto questioni legate allo stile, ho fiducia in ciò che studio e non temo il confronto, ne chiedo che si faccia limitando le possibilità del mio avversario.
Ovviamente, un torneo internazionale, interfederale e interstile, metterebbe in luce campioni al di la di ogni ragionevole dubbio, in una disciplina che conta più praticanti del calcio, quindi attraendo tanto i media quanto gli sponsor a cui interessano solo i numeri.
In una situazione di tali dimensioni, si renderebbe necessario un alto livello di verifica delle credenziali, perchè i partecipanti dovrebbero essere certamente Karateka, con i loro Budo pass, i diplomi, i c.v. marziali e agonistici eccetera.
Se si sogna di dare serietà al Karate, non si può che pensare a qualcosa che renda credibile il Karate, perchè non se ne può più di sentire che pinco pallo ammazerebbe tizio e caio col tal regolamento ma se potesse tirare quei pugni eccetera.
Il Karate è per i fatti, a parlare dovrebbe essere solo il tatami.
Scusate la lungaggine.
Luca