Per quello che vedo attraverso gli stili ed i maestri che incontro qui a Beijing in questi anni devo dire che se ce' una relazione fra stile e stile e' sicuramente quella del contatto.
Tempo fa qualcuno qui diceva che il gongfu sarebbe per "darle" e mai per "prenderle", ok ammesso che per allenarsi a combattere necessariamente bisogna anche prenderle bisogna anche dire che non e' completamente sbagliato.
Molti stili prevedono un allenamento sulla connessione e la conoscenza della forza proveniente dai piedi e dalla loro spinta, il corpo segue il moviemento centrandosi nel uso del dantien. Ora questo sviluppo da una grande forza se, una volta scoperto, e' allenato bene e per molto tempo. I maestri di gongfu, che sia tanglang o taiji, possiedono tutti una forza molto al di la' di quella di un "non-praticante" e considerevole per uno "allenato". Questa forza e' accostata ad un uso: degli angoli, del "sentire" l'avversario e spingere o tirare la dove lui non ce' con una consapevolezza dovuta agli anni. Quindi "l'effetto" molto amplificato all'atto pratico da tutti questi fattori.
Ogni maestro che incontro tende a "Aderire" e prendere le braccia, cosi' che l'avv non potra' piu' fisicamente muoversi, non importa se lui e' piu' grosso (proprio per quello si fa) si prendono le braccia e si "chiude" la distanza, si chiudono gli "angoli" e in generale si annulla il suo centro cosi' da farlo collassare, tirare o colpirlo a quel punto e' uguale.
Se si lascia uno con leve piu' lunghe a "distanza" si rischia di prenderle senza poterle ridare, per l'allungo maggiore di lui.
Se si chiude non sapendolo fare si rischia di essere intrappolati nella forza maggiore di uno piu' "grosso".
Quindi, bisogna chiudere ma bisogna saperlo fare.
nel mio magico gongfu.
M.