secondo me cercare di definire ju ed aiki partendo dal loro significato letterale o dalla loro etimologia non porta chiarezza, in quanto i termini sono usati in maniera non univoca, io per alcuni versi sono quasi convinto che siano la stessa cosa in due dialetti differenti, e che poi la divisione fra sporchi judoka e puri aikidoka abbia creato un solco ideologico.
Classicamente il ju del ju jutsu sarebbe ad indicare un qualcosa che somiglia alla cedevolezza, allegoricamente si utilizza il famoso esempio del salice che si flette sotto il peso della neve.
Dalle mie letture si evince che Kano non è completamente d'accordo con questa visione, in quanto ritiene che ci siano casi in cui al semplice cedere non sia possibile (fa l'esempio di essere afferati ai polsi), e per spiegare le varie forme di ju inventa il ju no kata, che vorrebbe essere il manifesto tecnico/ideologico del judo, che spiega l'idea di ju in 15 tecniche/principi.....come a fare intendere che non esista una sola forma di adattabilità, ma che dipende dai casi (e dall'abilità, infatti il kata è progressivamente più complesso).
Per quanto concerne i principi applicativi del ju, dal punto di vista della situazione esiste il nage no kata, che spiega il ju applicato alle tecniche del go kyo, ed anche qui abbiamo 15 azioni che partono da differenti tempistiche di attacco difesa e dalla differente gestione strategica (uke ci attacca, contrattacca ad un nostro contrattacco, ecc)
Quello che si nota nel nage no kata è che tori non decide mai di attaccare fino a quando non è attaccato oppure non si trova in una situazione da cui non può uscire senza attaccare , se non facesse niente subirebbe, diciamo quindi che Kano ha inventato la "guerra preventiva".
Quando si parla di kaeshi waza, nel judo, si parla di tre tipi di difesa, go, chowa e yawara, la prima blocca l'attacco, la seconda si adatta alla posizione reciproca che si viene a creare durante l'attacco di uke, la terza si armonizza con l'attacco, ma è una situazione che il judo moderno non studia molto, in quanto dal punto di vista agonistico premia molto poco per problematiche arbitrali.
Diciamo comunque che la difesa yawara somiglia "molto" all'idea di ki no nagare che si ha nell'aikido.
L'aiki dell'aikido dal punto di vista tecnico non mi è mai stato chiaro, sento spesso parlare di spiegazioni filosofeggianti, perlomeno nel mondo dell'aikido, mentre Kondo definisce ad esempio 7 tipi di aiki, che magari in un altra occasione spiego meglio, ma sostanzialmente non ci sono grosse differenze con i principi di Kano.
Ad esempio, dal punto di vista squisitamente del principio motorio vedo ben poco aiki nelle forme dell'Iwama ryu, che utilizzando molto gli atemi tende a bloccare l'azione ed il movimento di uke, mentre il principio di armonizzazione compare nelle forme fluide ki no nagare, come a stabilire un confine fra il praticante inesperto che non ha i mezzi per armonizzarsi e si deve un po' arrangiare ed il praticante evoluto, che invece padroneggia questo strumento e lo utilizza.
Poi tutto il resto è un insieme di didattica, chiacchiere e distintivo.
Adesso a voi la parola.
ciao a tutti
Silvio.....che lancia il sasso e nasconde la mano.