Da ultimo prendendo a prestito questo intervento di Cortobraccio dalla sezione taiji invito a riflettere sugli stili antichi
"Da parte mia non vedo gran conflitto.
Mi fa sorridere osservare due schieramenti alla fase degli insulti,nella sezione DP.
Continuo a pensare che si abbia una visione parziale dei fatti.Sia da parte dei tradizionalisti che dei modernisti.
Non mi reputo più un tradizionalista stretto,ma attingo alla tradizione per le metodiche del lavoro sul corpo.
Faccio qualche valutazione,magari in apparente controtendenza visto lo schieramento cui dovrei appartenere.
Il problema è che a me piace osservare le cose per come sono,non per come vorrei che siano.
Anni di esperienza nella ricerca di ciò che erano le AM tradizionali(sopratutto ramo cinese ed indiano)mi portano a pensare che se oggi i modernisti spernacchiano i tradizionalisti,sia sopratutto per colpa di questi ultimi.E ancor più per colpa dei maestri di questi ultimi.
La tradizione è una vecchia billiosa:per esperienza sa davvero tante cose,importanti ed intriganti.....ma si sente "fuori tempo".....e che fa?
Da brava vecchia accidiosa e billiosa fa la preziosa,la sostenuta,rivela poco ed in parte i suoi segreti,e conta un po di balle per mantenere la supremazia impedendo spesso al giovane volenteroso di raggiungere il suo stesso livello e magari superarlo.
Perchè se la nonna vuole tenere vicino a se i nipoti,gli fa la torta,ma non gli spiega la ricetta........
Ho conosciuto maestri forti,veramente forti nel campo della tradizione;eppure,rispetto al numero di "personaggi"che ho incontrato,si tratta di un numero esiguo,e le prospettive per il futuro sono di continua diminuzione di questi personaggi validi.
Trovo ridicole le lamentele portate da questi maestri.
1-oggi nessuno ha più la volontà e la voglia di allenarsi come un tempo
2-non c'è più rispetto per i maestri;un tempo gli allievi avevano rispetto,oggi pretendono il controcambio per quello che pagano
3-commento tipicamente cinese:nei tornei oggidì non si riconoscono più gli stili:combattono tutti allo stesso modo
Le mie osservazioni(critiche):
1-falsità assoluta:un giovane allievo è dispostissimo ad allenarsi e riempire la sua giornata con la pratica.
Ai tempi della mia gioventù puntai molto sull'assiduità d'allenamento.
Il mio acme lo ebbi fra i 18 e i 21 anni;all'epoca mi alllenavo una media di 4 ore al giorno,ma spesso arrivavo a 6 e talvolta 8.Il problema è che sprecavo il mio tempo in discipline finto tradizionali,di cui non fo nome per evitare sterili polemiche di parte.
Reputo comunque la frase dei tradizionalisti un inutile lamentela.I giovani si allenano tanto dove si gratifica un po chi si allena.
Se fai il misterioso tenendolo in palo immobile un allievo per tre anni,e lo si gratifica dopo anni con qualche spiegazione,due esercizzi di contatto ed un pugno,non vedo quale giovane debba dilungarsi ad allenare cosa....
Aggiungo che sono convinto che gli allievi veri di un maestro non ricevano questo tipo di trattamento.
Checchè ne dicano molti maestri,la modalità di formazione dei loro figli ed allievi prediletti è molto diversa da quel che viene mostrato ed insegnato "a tutti gli altri".
Certo l'allenamento é duro,ma non sempre così ripetitivo;anzi,gli esercizzi "dei circoli interni"nelle tradizioni indiane e cinesi sono vivi,vari e divertenti.Ma sono appannaggio di pochi privilegiati.
Stronzi i maestri che mantengono ancora vivo un sistema che aveva ragione d'essere ai tempi in cui scortare carovane o fare la guardia del corpo richiedeva abilità esclusive a mani nude ed arma bianca;ma nel tempo delle armi da fuoco.....è solo vezzo di protagonismo e sindrome del maestro inarrivabile.Gelosia di di una vecchia biliosa ed avida di mantenere per se ciò che ha.
2-I maestri orientali a lungo hanno ricevuto(e spesso ricevono tutt'oggi)da noi una venerazione che a casa loro non ricevono più.
E che non so se sia mai stata tale;andrebbe ricordato che al di fuori delle cerchie del pugilato erano rispettati i maestri utili per le comunità;coloro che sapevano anche guarire(medici),guardiani dei villaggi,eroi popolari(pochi,il mondo era duro).Più spesso i "guerrieri del passato"erano rissaioli irascibili ed estremamente pericolosi.Il rispetto lo avevano da timorosi allievi,il resto era spesso paura.Che forse a loro pareva giusto rispetto.
3-Vero:oggidì è raro vedere un combattimento tradizionale interessante.E lo sarà sempre di più.
Per vari motivi,legati a ciò che ho detto(cerchia sempre chiusa di allievi interni,ovviamente sempre in diminuzione,perchè non sempre ai figli frega qualcosa di seguire le orme dei padri);inoltre anche agli allievi preferiti spesso non veniva insegnato a combattere.Davvero.Capitava che a qualcuno venisse insegnato il lavoro interno più raffinato,qualcun'altro l'applicazione "segreta"della tal tecnica,e il combattimento al figlio ed all'allievo preferito.
Parliamo quindi di due gatti in croce.
Se si conta che i combattimenti fra queste persone,talvolta effettuati clandestinamente,potevano cagionare menomazioni o morte di uno dei contendenti,mi si dovrebbe spiegare chi-dovrebbe-combattere-dove-dimostrando-cosa,se il discorso di preparazione al combattimento(che non viene affrontato con le forme....questo va detto)per tutti gli altri allievi viene lasciato alla buona volontà del singolo,che si deve improvvisare combattente.
Povera tradizione!".