Secondo me non è solo un problema di orgoglio e di ego.
La verità è che non tutti possono capire tutto.
Ci sono persone alle quali puoi spiegare la matematica in mille modi e tempi, ma non gli entra. Forse se gli dai una calcolatrice qualcosa riescono a combinare (ho semplificato ovviamente).
Le arti marziali "esterne" hanno sfruttato una forma mentis comune in molte persone e così facendo si sono rese accessibili a tanti.
Il taiji o alte discipline interne necessitano di un approccio diverso che rappresenta un ostacolo insormontabile per molti. Non c'è da fare.
Noi che stiamo discutendo qui, credo, proveniamo in un modo o in un altro da arti marziali esterne, di conseguenza, siamo in grado di apprezzare la differenza tra un approccio e un altro e anche che in qualche misura si parla un "linguaggio" di nicchia assai difficile da capire anche se spiegato in italiano con il massimo della disponibilità.
Quello che cerco di dire è che il taiji provato nel modo giusto ti fa entrare in un mondo del muoversi che è in antitesi non solo con quello che si fa in una palestra di judo o di karate, ma con quello che si fa in ogni dove nella nostra società. Tanto è vero che se provi a parlare con qualcuno di quel che fai in una palestra di judo, ti vedono come un invasato, se parli di taiji ti vedono come un pazzo visionario.
L'altra faccenda è che come per chi fa uno sport esistono limiti soggettivi, anche per chi fa taiji esistono tali limiti. Nel dire ciò non mi sembra di evidenziare l'ego, ma piuttosto una realtà con chi prima o dopo bisogna fare i conti. Certo sono limiti diversi, ma ci sono. In natura non tutti i leoni diventano capo branco e molti schiattano giovani. La vita non è una ruota che gira e c'è qualcuno che la ruota non l'ha mai vista girare. Certo da giovani si ragiona in modo diverso e molto dipende anche dai risultati ottenuti.
Pertanto buon allenamento a tutti, ma non basta crederci.
Mattia baldi ha fatto un discorso sacrosanto, ma anche la paura ha a che fare in come siamo fatti. Può darsi che ci sia il modo giusto di fare taiji, anzi senz'altro c'è, ma anche il modo giusto ha a che fare con come siamo fatti, in un modo o in un altro dobbiamo sempre fare i conti con la materia prima e su come è stata condizionata nei primi anni di vita.