A mio parere, la componente essenziale è nella sincerità degli attacchi, che siano in kumite o in qualsiasi altro tipo di studio/allenamento.
Una delle cose che chiedo in genere, è proprio l'impostazione mentale, le intenzioni, ovvero il modo in cui si sta davanti al partner.
Per quei minuti dopo il via, ritengo rispettoso verso il partner considerarlo il più pericoloso dei nemici/aggressori e mi aspetto che si comporti in quel modo, questo perchè credo nella sincerità della pratica, perchè devo allenare la tensione, le risposte, il sen non sen, le mie reazioni, ma anche perchè gli porto rispetto e, se cazzeggiassi (nell'atteggiamento) in quei minuti, sarebbe come non considerarlo pericoloso, non all'altezza, mancandogli del rispetto che gli è dovuto e perdendo l'occasione di testarmi seriamente, prima e dopo invece, spazio al sorriso.
In questo modo, anche il più elementare dei kihon assume valenza di test.
Poi rimane la realtà della cosidetta DP, il solo test davvero reale a 360°, quella da non augurarsi, per evitare la quale ci si addestra in modo da non essere più soggetti modello preda, acquisendo quella sicurezza e quell'impostazione che, fatalmente, ci risparmiano le aggressioni.
Quando è capitato a me di dovermi difendere, non ne ho tratto alcun vantaggio, alcun piacere, nulla di nulla se non che me l'ero cavata e che non avevo nessuna certezza in più, perchè quel colpo era entrato bene, perchè con quel tipo mi è venuto tutto ma non sò che sarebbe accaduto con altri eccetera.
Quindi resto alla pratica onesta e sincera, spero che la messa in prova non accada, lavoro senza menate strane, sapendo che i pugni fanno male e accettando serenamente la cosa perchè è la condizione per poterli imparare.