Rispondo a Joe che, giustamente, si dice confuso fra sport si e sport no, difesa si e difesa no.
Io ritengo che, ogni attività fatta con passione sia degna di ogni rispetto, che ogni argomento abbia una radice e che mischiare le varie radici porti solo fuori strada.
Mi spiego meglio:
Se parliamo di Karate come arte marziale secondo i principi che ne hanno ispirato la nascita e la codifica, allora siamo distanti dallo sport, dall'agonismo e dall'attività ludica, da qui può nascere una affermazione del tipo "ma quello è sport, non karate".
Mi pare ovvio e risaputo che, l'evoluzione sportiva (che lungamente mi ha riguardato e appassionato) nasce solo in un secondo e più recente momento, quindi è consequenziale che le finalità originali del karate fossero relative al portare a casa la pellaccia e, quindi, alla difesa.
Poi c'è l'attività sportiva, nobilissima e giusta, in ogni sua espressione, con e senza ko, mono o interstile eccetera.
Quando però ci si pone come, esperti dell'arte di combattere, quando si parla di combattimenti, botte eccetera, quando si vuol trattare del "combattimento" a 360°, non è onesto farlo se non si conosce l'argomento, se non ci si mette in gioco.
Se faccio gare di solo kata, o gare no contact, poi devo stare nel mio, non assumere il ruolo del grande picchiatore, parlare delle altre discipline, di altri regolamenti, col tono di chi si esprime dall'alto di X medaglie che ne dovrebbero fare un grande e temibile combattente.
Parlerò dei pugili se mi ci sarò confrontato, parlerò di strada se avrò avuto disavventure per strada, parlerò di lotta se non mi sarò tirato indietro davanti a chi lotta.
Ribadisco, tutto giusto e rispettabilissimo, ma nella misura in cui non la si fa fuori dal vaso.