Diciamo che, da una parte è verissimo che un tempo, certi fondatori, andavano per sobborghi a provocare risse per verificare quanto stavano creando.
D'altro canto oggi non è pensabile questa cosa, per cui, o uno vive e cresce in certi contesti maturando esperienza e conoscenza specifica a cui aggiungere la tecnica imparata in Dojo, oppure occorre avere la mente sgombra da menate e fantasie, perchè chi aggredisce non si fa alcuna menata, mena e basta.
Quindi occorre abituarsi all'attenzione nel senso più ampio, tenendo conto dei luoghi. le possibili situazioni di rischio, i diversi linguaggi del corpo.
In kumite si dovrebbe allenare il sen no sen, proprio basato sul linguaggio del corpo che consente di prevenire, interpretare e anticipare, quindi colpire l'intenzione di colpire.
Se parte l'attacco abbiamo già sbagliato qualcosa, non dando peso ai segnali, permettendo che accadesse.
Di fatto, uno studio marziale a livello avanzato serve anche a questo, a prevenire, anticipare, cogliere segnali, tutte cose che il nostro corpo assimila.
Spesso invece si combatte in modo basico, cioè reagendo e rispondendo ad attacchi, ma questo vale solo in presenza di regole.
Maestri e atleti molto abili non aspettano che parta il colpo, a meno che non sia nei loro piani, a meno che non ne abbiano condizionato l'origine.
Il tipo pericoloso è uno sconosciuto che si avvicina sorridendo, tranquillizzandoci sulle sue intenzioni, oppure tende agguati come un ragno che tesse la tela, tela costituita dai compari indifferenti, o ancora arriva alle spalle.
Di sicuro c'è che, per strada qualche segnale c'è stato, a noi il compito di coglierlo e riconoscerlo come se fosse il "via" dell'arbitro, da li in avanti è kumite.
Per me, crescere in una gran brutta zona, dove botte, rapine e coltellate erano ordinarie, è servito ad imparare a leggere le situazioni, gli atteggiamenti, le circostanze, cosa che, probabilmente, mi aiuta ad evitarle.
Capire ciò che ci accade intorno è spesso più importante della tecnica con cui si combatte.
La difesa personale parte da li, non da "lui fa cosi e tu gli fai cosà".