Oggi non insegno più e per un pò continuerò.
Comunque faccio ciò che facevo fare.
Il tempo è sempre troppo poco, per cui, la preparazione atletica è sempre stata concordata in dojo ma svolta individualmente, le lezioni si articolavano in periodi, da kihon all'esecuzione dinamica, poi periodo dedicato a concetti più ampi dove quanto fatto prima assumeva differenti significati e applicazioni a seconda delle situazioni, in modo tale da fornire uno strumento di crescita tecnica individuale, poi "laboratorio kumite" dove inventare, proporre, sperimentare quanto fatto fino a quel momento, vedere se saltava fuori qualcosa di interessante direttamente dagli allievi per poi riportare tutto ad uno studio kihon onde fissare con precisione quei movimenti e risalire in dinamicità fino al 100% di intensità.
Poi in ogni lezione un momento dedicato al linguaggio del corpo, agli atteggiamenti, alla comunicazione non verbale (avete presente il tailandese che sorride sempre anche mentre le prende come se non gli si facesse nulla?) il tutto per arrivare a dei kumite liberi ma con limitazioni tecniche o di arti (solo sinistro, niente braccia ecc) che stimolassero proprio l'uso istintivo di quanto vietato.
Verso fine stagione largo spazio alla sperimentazione libera (ju kumite) e alle correzioni specifiche oltre che agli specifici approfondimenti personali.