il quesito è interessante, ma ha tante sfaccettature quante sono le differenti interpretazioni dell'arte marziale, è ovvio che ci siano grandi differenze fra gli estremi "pratica ludico-sportiva" e "preparazione militare".
Se parliamo di sport di combattimento la preparazione fisica ha un'importanza notevolissima, e l'aspetto cresce di importanza man mano che passiamo dall'amatoriale al semiprofessionistico, e qui ha senso parlare di ciclizzazioni e periodizzazioni dell'allenamento in funzione del calendario delle gare.
Ma un aspetto spesso trascurato è che non tutti sono combattenti, ci sono persone che nonostante siano preparatissime dal punto di vista tecnico e fisico hanno pessime performance agonistiche perchè non hanno il giusto assetto mentale, e per quello ci vogliono due ingredienti variamente miscelati che sono il talento (mentale) e la "cattiveria agonistica" (spesso dovuta a fattori ambientali e sociali). La preparazione psicologica di questi aspetti è spesso sottovalutata dai vari maestri "tradizionalisti", molti sono più orientati al plagio che ad una corretta formazione, e questo è forse il primo motivo di abbandono della pratica da parte degli allievi in età giovanile, senza dimenticare le cicatrici psicologiche che questi errati comportamenti lasciano negli allievi.
Uno degli scopi del motivo per cui Kano (fondatore del judo e primo "sportivizzatore" delle AM) era il "superare le proprie paure", in un suo scritto Kano paragona l'avversario ad uno specchio in cui ci vediamo riflessi, ed è per questo che riteneva la pratica del randori indispensabile, tori ed uke si annullano come persone e dal loro "agire" nasce il judo, ma se modificate il termine judo con il nome di qualsiasi disciplina il succo non cambia.
Io ad esempio prendevo i bambini e li chiudevo in un sacco di yuta, e poi giù di legnate. I bambini traevano grandi benefici psicologici da questa pratica che ritengo ancora oggi molto formativa, anche in età adulta
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Non dico di crepare sul tatami per lo sforzo fisico, quasi tutti siamo dopolavoristi, anche sudare eccessivamente potrebbe essere controproducente, ma quelli che mi danno fastidio sono quelli che sul tatami non vogliono neanche spettinarsi, anche se c'è chi, come il buon Luca B., ha risolto il problema con una pettinatura tattica.