"Sono metodi pratici e diretti per uccidere il proprio nemico, senza tanti fronzoli. Ma capisci bene che qui inizieremmo a parlare della spersonalizzazione e della desensibilizzazione alla violenza del soldato moderno. E questo è un altro argomento, con cui entra in gioco anche la politica, oltre alla guerra."
Wolvie... noto una punta di ribellione politica trasparire da queste righe, che forse ti fa perdere la messa a fuoco della questione. Non è ribellione politica. Io sono il primo che in regime controllato ed auritario (come l'U.R.S.S.), unito e coeso solo in virtù dell'ostilità al nemico comune, in assenza di alternative culturali ed etiche, avrebbe accettato con gioia di poter fare le peggiori porcate pur di sbarazzarsi del "nemico".
Ti ricordo che il 12 settembre invocai l'atomica sui talebani.
Che stupido sarei stato, però
...
Capisci quindi che forse non ho perso la messa a fuoco sulla questione.
Ma tu sai benissimo, quando non sei coinvolto personalmente dalle emozioni antiautoritarie, che la desensibilizzazione alla violenza era molto più marcata nel soldato di una volta, che in quello moderno. Lo so benissimo. Sul campo di battaglia infatti non mi sarei certo lasciato macellare dalle baionette senza reagire, anche sapendo della componente "ingiusta" della parte che mi ha mandato a combattere. Prendo ad esempio il Vietnam; se fossi vissuto in America a quei tempi non sarei stato certo un Hippy, ma ogni giorno passato con il fucile in mano per conto dello Zio Sam mi avrebbe dato la nausea. Ci avrei convissuto egregiamente, ma se fossi quindi stato costretto a nutrirmi di cacca per sopravvivere, non è detto che lo avrei fatto con piacere.
Oggi i nostri soldati contemporanei del mondo civilizzato, finchè c'è da sparare a distanza pensano di essere in una specie di videogame e tutto fila liscio, ma già da diversi anni il 70% (devo controllare il dato, ma più o meno era 70) dei soldati anche appartenenti a forze speciali che hanno dovuto eliminare un nemico nel corpo a corpo per esempio con una lama, sono tornati in patria in PTSS, sindrome da stress post traumatico, e si sono dovuti far curare, senza nemmeno riuscire sempre a guarire.
Ecco, io sarei stato uno di questi poveracci con la vita rovinata.
Al punto che nei SAS hanno cominciato da un po' ad inserire addestramenti ultrarealistici con pezzi di carne bruciata che ti volano in testa mentre corri tra esplosioni vere, per provare a scartare chi non ce la fa ed abituare chi crede di farcela. E gli Spetsnaz che venivano condotti in mattatoi e fatti nuotare in vasche profonde un metro piene di sangue animale? Tutte trovate per farti abituare al fetore della morte. Il problema secondo me nasce quando inizi a provarci gusto.
Ora, il fatto è che non centra la politica cattiva, i soldati per tutto il medioevo e prima hanno belluinamente reciso gambe, braccia, teste a colpi di lame arrugginite ed attrezzi da giardinaggio, e non rompevano le palle come i nostri rampolli. Certo. Ma mi credi se ti dico che c'è differenza fra difendere il proprio territorio per sopravvivere dalle invasioni di altri poveracci affamati ed esasperati dalla miseria (magari condotti da un leader che invece se la passa molto meglio) e l'andare ad eliminare altri esseri umani che la mia propaganda mi ha descritto come l'antitesi dell'umanità (ebrei, borghesi, infedeli, barbari, avversari politici, nemici del popolo e del governo..).
Sono queste le cose che (rimanendo in questo ambito) mi fanno schifare la cosiddetta "evoluzione" della società.
Oggi fanno tanto i fichi se dopo un lungo iter addestrativo psicologico riescono a portare il 50 per cento dei soldati a fare ciò che solo 500 anni fa faceva qualsiasi uomo o donna o prete. E che vuoi farci...
Il problema politico odierno, al massimo, è che abbiamo messo in mano a persone simili a come eravamo noi 500 anni fa, le armi che noi abbiamo costruito 500 anni di maturazione dopo, in cambio di petrolio o in cambio di far loro combattere i nostri "nemici".
Ecco..
Ho detto tutto questo se no si cadeva nel solito vecchio luogo comune tipo "oggi per strada non è più come una volta... una volta si faceva a pugni, oggi si prende una coltellata per niente"
Be, dipende dal livello di "rispetto" inconscio verso la legge (quella "seria").
E' chiaro che questo cambia in base ai luoghi e ai tempi.
Per fare un esempio stupido, qui da me solo le "brave persone" mettono il casco quando vanno in scooter o in moto..comunque concordo con te.
Beh, in verità oggi si prendono infinitamente meno coltellate che in passato, quando fuori da ogni osteria la gente girava con la daga in cintola e per uno sguardo si ammazzava, continuamente. Ed è per questo che certe cose vanno "regolate" in una certa maniera. Secondo me, riguardo la situazione di trovarsi ad uccidere il prossimo ci sono situazioni "civili" e situazioni "belliche". La possibilità per le persone di portare le armi è una di queste. Pensa alla consuetudine del duello. Se tu fossi un legislatore, preferiresti due che si sfidano disarmati o con pugnale e daga?
I pugni fanno male, le lame uccidono, i proiettili lo fanno ancora meglio.
Se si considera la violenza per quella che è in realtà, forse si riuscirà ad evitare di adorarla stupidamente o al contrario rifuggirla in preda al terrore anche quando essa sia l'ultima possibilità di sopravvivenza fisica e psicologica.
E' questo il mio punto di vista. Potrei anche sbudellare chi vuole farmi fuori, ma lo farei con infinita tristezza.