Mi trovo d'accordo sull'inutilità di dividere per gruppi muscolari il nostro organismo. Di solito si può al massimo dividere le sedute per la parte superiore del corpo e quella inferiore, o per la catena posteriore.
alla fine l'idea di fare petto per esempio è veramente limitata
1 perchè il nostro corpo non lavora per compartimenti stagni e gli esercizi d'isolamento hanno un transfer negativo sulla prestazione atletica, in quanto abituano il corpo a non lavorare in catena
2 è impossibile da ottenere, per tornare al petto non solo nella panca lavora il tricipite e il deltoide anteriore, ma il bicipite ha una componente importante nella stabilizzazione della testa dell'omero nella cavità glenoidea, lavorano poi altri muscoli che di solito vengono considerati antagonisti come gli adduttori della scapola. In altri esercizi che invece vengono messi per la schiena, vedi le trazioni alla sbarra il pettorale è un sinergico e lavora attivamente nel movimento. insomma l'isolamento non esiste.
Questo è un intervento su cui non ho particolari osservazioni.
Per esempio se l'obiettivo è lo sviluppo di forza massimale è inutile lavorare in un range che superi le 5 ripetizioni in quanto il carico incomincia ad avere più una risposta metabolica che neurale. Da questo punto di vista la monoserie non vedo come possa essere ottimale nell'aumento della forza massimale. è logico che un incremento avvenga, stiamo sempre sollevando pesi.
E allora lavora sulle singole.
Mentzer stesso diceva che la monoserie è un lusso che pochi possono permettersi.
Un principiante, ad esempio non può cominciare i suoi programmi con le monoserie.
Non riuscirebbe a mandare uno stimolo sufficente perchè ha bisogno di più serie per reclutare a fondo la muscolatura coinvolta.
Nel caso di un powerlifter o di un weightlifter vi è un discorso simile: una singola ripetizione ha bisogno di lavori reiterati per essere efficace al 100%
Perfettamente ovvio per chi abbia letto anche solo l'Heavy Duty Journal di Mike...
Idem per la forza esplosiva che di solito viene allenata in regimi dinamici con carichi più leggeri ma mossi al massimo della velocità.
"Forza esplosiva" è un termine gergale che ti farebbe bocciare in un qualunque esame di Scienze Motorie: la "forza esplosiva" non esiste in fisica. Esiste l'impulso.
Il corpo risponde molto meglio se abituato a fronteggiare uno stimolo.
Se devi imparare a guidare cerchi di farlo più volte possibile. Se devi imparare a sollevare uno dei migliori modi e quello di farlo spesso.
Nel caso
del weightlifting ciò è vero e di fatti si svolgono sessioni dedicate alla tecnica, usando carico ridotto.
Ovviamente ripetere sforzi estenuanti è impossibile , da qui nasce la modulazione del carico allenamenti a buffer, in cui lo stesso carico non massimale viene sollevato per tante serie.
Insomma una visione completamente opposta all'HD.
Non sono un fan del protocollo buffer. L'unico frangente in cui ritengo intelligente consentire un "margine" è quello del weightlifting.
Lì, in effetti, trovo giusto lasciare del margine per consentire un'esecuzione pulita, anche per la gioia del tavolo giudici.
Nella periodizzazione poi a seconda del periodi agonistico gli allenamenti si spostano da molto voluminosi a poco intensi e poco voluminosi e molto intesi.
Insomma la varietà se programmata è vincente rispetto a ripetere tutto l'anno lo stesso metodo.
Il perchè si debba fare quest'altalena tra lavoro ad alto e basso volume è ancora tutto da spiegare.
E la "varità programmata", per uno che fa HD, rimane un surrogato di una corretta programmazione.