Dunque, ieri ho fatto un esperimento al dojo di Shotokan.
C’è un ragazzo molto giovane ma con un fisico davvero incredibile, estremamente portato al combattimento. Spesso il mio sensei lo affida a me per fargli fare un kumite decisamente più spinto di quello che si può fare con gli altri allievi che hanno bisogno di qualcosa di più morbidino.
Insomma volano botte (e devo dire con una punta di orgoglio che man mano che lo sto formando diventa sempre più forte e impegnativo da gestire
), senza interruzioni, con un contatto tranquillamente paragonabile a uno sparring.
Inizialmente ho gestito il combattimento usando sen no sen, e mettendo molti colpi di incontro in modo che non potesse avvicinarsi senza essere punito.
Poi ho smesso di usare il fuoco di sbarramento e l’ho lasciato avvicinare, per provare un approccio diverso.
Le situazione si è parecchio complicata. Rispetto a prima è riuscito a mettermi un bel po’ di pugni e un chudan mawashi destro che sento ancora adesso (sono sempre io che gli ho spiegato come tirarlo con chi vuole fare kumite a contatto
). Ovviamente ne ha anche prese tante
Insomma è stato qualcosa di molto simile, con le dovute proporzioni, a quello che si vede nei video postati da Luca Bagnoli.
La mia riflessione è che soprattutto sulla corta distanza (che sì, può essere una situazione più sportiva, ma può anche essere uno scontro in una stanza piccola, o il difendersi da un aggressore che ci attacca all’improvviso…), a meno di non avere di fronte un pollo, chi si difende è enormemente svantaggiato rispetto a chi attacca. L’attacco è rapido, vicino, e probabilmente messo in combinazione. Chi deve difendersi deve fare i conti con il tempo che intercorre tra la trasmissione dell’immagine dall’occhio al cervello, l’elaborazione del cervello di una difesa e la successiva risposta. Senza contare l’eventuale annebbiamento dei sensi dovuti a stress, stanchezza o dolore…
Per questo motivo non c’è niente da fare, anche se non è elegante o “marziale” (nel senso in cui lo intendono certi puristi), in una situazione dove c'è reale pressione, il semplice chiudersi in guardia e / o assorbire il colpo (e quindi essere preparati per questo) è spesso l’unica risposta possibile, a cui magari può anche seguire una proiezione o un colpo a mano aperta.
Partendo dalla lunga distanza il discorso forse può cambiare (vedi Lyoto o il vincitore del video che ho postato).