Intanto un bell'appoggio per Aivia, che quoto in tutto quello che ha scritto
La scienza è fallibile ma con la scienza ci si mandano i razzi a fotografare i pianeti.
Per inciso, anch'io credo nel ki, ma lo interpreto come armonia tra corpo, mente e spirito, tra azione, tecnica e intenzione. Non misurabile scientificamente quindi, allo stesso modo in cui non è misurabile la forza di volontà di una persona, ma niente di paranormale.
Un pugile ben allenato e determinato, secondo me, usa il ki allo stesso modo di un marzialista.
Nei miei pelelgrinaggi marziali sono anche venuto a contatto con praticanti di stili cinesi che menavano (ricordo in particolare uno del Wing Chun)... ma rullavano cazzotti tirati bene, sfruttando la fisica e l'atelticità, come sempre.
Non ho mai sentito strane vibrazioni
Inoltre sono anche convinto della validità di pratiche come taiji (o Yoga, di cui ho avuto un'esperienza, piccola ma molto formativa) per la preservazione della salute e del corpo. Probabilmente la scienza non ha ancora spiegato esattamente perchè, ma gli effetti ci sono, sotto gli occhi di tutti.
Invece l'effetto di certe pratiche cosiddette interne in combattimento non è sotto gli occhi di tutti, e praticamente nessuno, che non sia di parte, ne ha mai avuto esperienza.
La discussione sull'interpretazione della realtà da parte dei nostri sensi è interessante, ma non vorrei che facesse scivolare il discorso su un binario diverso. Come dice Aivia, con la metafora dei denti e dello spigolo, se l'MMArtist gonfia di botte il santone di turno (senza che nessun altro si faccia avanti per dimostrare che lui era solo un ciarlatano) non credo ci sia spazio per interpretazioni.
So che esistono dei maestri che sono in grado di toccarti in certi centri nervosi e farti parecchio male (e anche qui il chi c'entrerebbe poco, si tratta di mera conoscenza della struttura del corpo) ma queste dimostrazioni sono sempre fatte da fermi con un uke che gentilmente si presta. Non ho mai visto nessuno farlo contro un avversario non collaborativo che mena pugni e ginocchiate.
Quindi se il chi, come caretteristica slegata dalle prestazioni atletiche (e quindi dalla definizione che io personalmente gli do) esiste, perchè non c'è nemmeno un suo praticante che esce allo scoperto, ma ci sono per contro moltissimi credenti?
Ripeto, secondo me l'onere della prova spetta a questa categoria di praticanti.