la mia teoria è semplicemente questa, considerato solo l'apetto della pratica e non le sue valenze educative ecc. ecc. un buon judo ( che altro tecnicamente non è che uno stile di jujitsu) deve dare la possibilità di migliorarsi nella pratica sia come Tori che Uke, per fare questo il combattimento deve essere "aperto", l'attuale Judo tende ad essere un'attività dove si impedisce di far fare qualcosa all'altro per primeggiare su di lui, mi è sembrato che nel sistema del Fighting lo sia di meno, questo anche grazie ai suoi regolamenti, comunque andate anche su www.propatriajudo.it e fatemi sapere se il lavoro svolto per la divulgazione degli eventi accaduti è ritenuto utile.
A presto
Per certi aspetti del combattimento sono d'accordo, per altri è meglio ciò che accade nelle gare di judo.
Esempio: nel judo si viene punito per trascinamento se ci si appende e ci si butta per terra oppure se in modo evidente si fa finta di tirare una tecnica per andare in ne waza o far passare il tempo.
Nel fighting se voglio passare dalla prima alla terza fase è abbastanza agevole. E' quindi avvantaggiato chi è bravo in prima fase e poi impara quanto necessario per andare saltare la seconda fase in modo da finire nella terza e da lì resistere o al massimo prendere immobilizzazione.
Tornando in piedi se si è superiori all'avversario in prima fase un ippon lo si prende abbastanza facilmente e se l'avversario, come spesso succede, s'intestardisce nel non voler fare la presa per recuperare, allora è facile infilarne almeno un altro.
Insomma, secondo me, con una buona tattica è favorito di gran lunga chi sa colpire. Deve solo essere preparato fisicamente per sostenere tutto il tempo dell'incontro perché non può finire prima del limite (cosa che peraltro accade raramente).
Al suolo gli strangolamenti sono difficili per via dei guantini (tranne i sankaku) che ostacolano in generale le prese ed anche le leve articolari (pensiamo ad esempio a quando si resiste allo juji gatame e l'avversario infila il braccio fra le nostre braccia).
Se poi aggiungiamo la difficoltà in assoluto di fare ippon di proiezione, rispetto ad un ippon di atemi (che per inciso, al nostro compagno di palestra Nicola per lo più farebbero il solletico, venendo lui dalla Kick), otteniamo dal punto di vista regolamentare un grande squilibrio.
Certo dovessi insegnare ad un kick boxer non gli insegnerei il tatticismoo di cui ho parlato sopra, perché se vuole fare fighting è per imparare a muoversi in circostanze diverse a quelle a cui è abituato, ma così ragiono io (adesso), e il problema non si sposta di un millimetro.
Quindi hai ragione che l'ostruzionismo sulla presa non c'è, ma c'è subito dopo e grande come una casa.