A rigà, la lentezza dovrebbe servire per ascoltare se stessi, come è possibile fare un gesto, tenendo sottocontrollo tensioni superflue, intenzione, centratura, cambi di pressione su contatti con un ipotetico nemico (perchè bisogna cercare di non cambiare pressione su un punto di contatto in fase di nostro movimento per evitare di dare informazioni sensoriali utili), corretto allineamento, cercare di non usare i muscoli periferici, cercare di centralizzare, si tiene sotto controllo la respirazione, cercare di usare l'asse centrale, e tante tante altre cose e fare tutto in maniera veloce. E' un assurdo! La lentezza è un mezzo non un fine, e questo se si parla di ricerca di una pratica raffinata, e siccome non c'è mai limite di miglioramento in queste caratteristiche, sarebbe un tantino presuntuoso credere di essere arrivati e quindi accellerare in maniera spasmodica. Sempre e solo in un contesto di apprendimento, certo che in fase di combattimento non ci si muove ai due allora, perchè li non si è in fase di didattica, li bisogna salvare il fondo schiena. Pensare che combattere lenti sia possibile e come pensare che il tui shou sia combattimento. Entrambi sono solo ed esclusivamente dei mezzi. Come del resto il combattimento è fatto anche di tempo e distanza, che si studiano in maniera differente, con un partner sempre meno collaborativo. Ma questa è un altra storia. Ma non bisogna dimenticare che prima di arrivare a combattere bisogna allenarsi e nella pratica del taiji quan questa fase è lenta! Tutto e rigorosamente IHMO