Non riesco a capire certi discorsi, a volte perché sono chiaramente espressi da chi ha una cultura in una certa direzione, magari pure approfondita.
La questione introdotta da me nella sezione ju jitsu, riproposta da raptox qui, era essenzialmente esprimere un'opinione sul fatto che qualcuno volasse per terra per cortesia o perché non riusciva a stare in piedi.
Dato e non concesso che la gente volasse per effetto di una qualche forza prodotta ed applicata in un dato modo e non per fare un favore a chi eseguiva (Hino), il problema si può spostare a capire se quella gente cadesse per effetto di una qualità che viene studiata, praticata e assimilata ANCHE nel taiji, oppure se con il taiji quella qualità non venga utilizzata ed invece vengano utilizzate altre qualità per fare le medesime cose, oppure ancora se quei voli con il taiji non siano ottenibili.
A volte mi accusano di essere filosofo, ma c'è qualcuno che mi batte, forse serve un po' più di pragmatismo.
Io la vedo così: quei tipi possono venire proiettati in quel modo (esterno e visibile) da uno che non è mai entrato in una palestra di ju jitsu e ha solo praticato taiji? Io dico di si!
La qualità che serve per ottenere quel risultato può essere ottenuta con il taiji, quindi. Ora, se è così come si può essere così sicuri che quella qualità non ce l'abbia anche quel signore (Hino) che magari non è mai entrato in una palestra di taiji?
Ancora più importante: se con il movimento esterno che vedo, quel signore ottiene quei risultati, il suo metodo di allenamento perché dovrebbe essere peggiore del mio (taiji)? Perché devo escludere che metodi diversi non possano portare a qualità identiche (espresse in senso assoluto) o simili (espresse in funzione della persona che pratica)?
Infine perché l'allenamento di quel tipo non dovrebbe essere definito taiji (in un senso ampio del termine in riferimento ai risultati che sono quelli che contano), anche se non pratica la forma chen o yang ecc.?