Bruce Lee e l'Arte della Scherma

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Re:Bruce Lee e l'Arte della Scherma
« Reply #60 on: October 01, 2012, 12:27:23 pm »
0
scusa  Bingo non ci ho capito una mazza! del tuo post precedente :)

se uno non sta' preparando un attacco come faccio a fare un attacco sulla preparazione? non sarebbe un attacco normale nel caso lo colpisco senza che questo abbia iniziato la sua offensiva? a meno di non essere telepatici ed aver colto come "attacco" la sua volonta' di attaccare, la scelta di tempo non e' un'arte Jedi! si basa sul cogliere la volonta' di attacco avendo decifrato il pattern od il ritmo che l'avversario ha per poi anticiparlo, ma se non conosco questo ritmo come faccio ad immaginarlo? per raccolgiere questi "dati" si usa il traccheggio e lo scandaglio, azioni mirate ad andare a "vedere" per poi farsi una idea ed impostare una strategia.

Non e' una cosa unicamente della scherma, nelle prime pagine facevo riferimento anche alla boxe per esempio.
In generale reputo che la scherma debba ridurre le azioni ai minimi termini per essere bella.

"Using derogatory descriptions of other members for not sharing the same opinion and acting obnoxiously condescending and self-important doesn't exactly give you the appearence of having an adult mind. "

Mein Herz schlagt fur Metall, Eisen gibt es uberall
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Re:Bruce Lee e l'Arte della Scherma
« Reply #61 on: October 01, 2012, 12:29:23 pm »
0
Bingo, ti dico come la penso su:
Quote
mi sembrano entrambi realizzabili solo dopo tonnellate di esperienza sul campo. Diciamo sparring con molti e molti compagni diversi.

Secondo me la risposta è sì e no allo stesso tempo.
Sì, perché queste qualità/caratteristiche richiedono un volume di "esperienza" (in termini di azioni fatte e rifatte) notevole, e ciò si attua soltanto provandole e riprovandole in tutte le situazioni (da quella collaborativa semplice, in cui fissi la meccanica e il tempismo di base, a quella non collaborativa dello sparring a contatto pieno) fino ad automatizzare.

No, perché non è solo una questione di "volume" di lavoro. E' anche una questione di mentalità del combattimento. Se imposto tutta la mia pratica in un certo senso, alla fine un certo tipo di azioni fanno parte peculiare del mio stile, quindi io cambio o comunque imposto nella mia testa un'idea e/o una visione del combattimento.
« Last Edit: October 01, 2012, 12:32:07 pm by nicola »
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Re:Bruce Lee e l'Arte della Scherma
« Reply #62 on: October 01, 2012, 13:05:52 pm »
0
comunque sia, una delle ultime affermazioni di Bruce riguardo al jkd è stata abbastanza tranciante:

"il jkd è l'arte della scherma occidentale senza la spada".
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Re:Bruce Lee e l'Arte della Scherma
« Reply #63 on: October 01, 2012, 14:44:55 pm »
+1
comunque sia, una delle ultime affermazioni di Bruce riguardo al jkd è stata abbastanza tranciante:

"il jkd è l'arte della scherma occidentale senza la spada".

molto alla larga si potrebbe dire la stessa cosa di savate e boxe! dal punto di vista tattico; secondo me per cercare di capire l'approccio alle "arti marziali" occidentali B. Lee ne ha fatto una sintesi. :)
« Last Edit: October 01, 2012, 14:48:44 pm by Crux »
In generale reputo che la scherma debba ridurre le azioni ai minimi termini per essere bella.

"Using derogatory descriptions of other members for not sharing the same opinion and acting obnoxiously condescending and self-important doesn't exactly give you the appearence of having an adult mind. "

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Re:Bruce Lee e l'Arte della Scherma
« Reply #64 on: October 01, 2012, 15:16:27 pm »
0
comunque sia, una delle ultime affermazioni di Bruce riguardo al jkd è stata abbastanza tranciante:

"il jkd è l'arte della scherma occidentale senza la spada".

molto alla larga si potrebbe dire la stessa cosa di savate e boxe! dal punto di vista tattico;

Mah, sinceramente non ci vedo tutta questa affinità. Ci possono essere, come ci sono, aspetti comuni, che però sono più legati alla differenza di impostazione data dalle varie scuole. Ad esempio tutta una serie di impostazioni tipiche di un certo pugilato, con la tattica del jkd hanno ben poco a che vedere.


secondo me per cercare di capire l'approccio alle "arti marziali" occidentali B. Lee ne ha fatto una sintesi. :)
non ho capito bene che intendi, forse che lee ha letto un bignami delle arti occidentali?
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Re:Bruce Lee e l'Arte della Scherma
« Reply #65 on: October 01, 2012, 15:18:58 pm »
0
scusa  Bingo non ci ho capito una mazza! del tuo post precedente :)

se uno non sta' preparando un attacco come faccio a fare un attacco sulla preparazione? non sarebbe un attacco normale nel caso lo colpisco senza che questo abbia iniziato la sua offensiva? a meno di non essere telepatici ed aver colto come "attacco" la sua volonta' di attaccare, la scelta di tempo non e' un'arte Jedi! si basa sul cogliere la volonta' di attacco avendo decifrato il pattern od il ritmo che l'avversario ha per poi anticiparlo, ma se non conosco questo ritmo come faccio ad immaginarlo? per raccolgiere questi "dati" si usa il traccheggio e lo scandaglio, azioni mirate ad andare a "vedere" per poi farsi una idea ed impostare una strategia.

Non e' una cosa unicamente della scherma, nelle prime pagine facevo riferimento anche alla boxe per esempio.
Volevo sincerarmi che non si stesse parlando di "percepire la volontà di attacco" prima che essa si manifesti con una qualunque azione. Fra queste azioni certamente ci metto anche la preparazione all'attacco.
D'accordo sulle strategie utili a inquadrare un "comportamento abituale", anche se nel tempo ristretto del match, dell'avversario.
Naturalmente la cosa non solo vale per entrambi, ma può essere sfruttata simulando un "comportamento abituale" per "anticipare il suo anticipo". Ti abituo che entro sempre da un lato fino a quando non entro dall'altro.
E va bene.

Bingo, ti dico come la penso su:
Quote
mi sembrano entrambi realizzabili solo dopo tonnellate di esperienza sul campo. Diciamo sparring con molti e molti compagni diversi.

Secondo me la risposta è sì e no allo stesso tempo.
Sì, perché queste qualità/caratteristiche richiedono un volume di "esperienza" (in termini di azioni fatte e rifatte) notevole, e ciò si attua soltanto provandole e riprovandole in tutte le situazioni (da quella collaborativa semplice, in cui fissi la meccanica e il tempismo di base, a quella non collaborativa dello sparring a contatto pieno) fino ad automatizzare.

Ok. L'automatizzazione all'identificazione del pattern direi che è fondamentale a un certo livello.


No, perché non è solo una questione di "volume" di lavoro. E' anche una questione di mentalità del combattimento. Se imposto tutta la mia pratica in un certo senso, alla fine un certo tipo di azioni fanno parte peculiare del mio stile, quindi io cambio o comunque imposto nella mia testa un'idea e/o una visione del combattimento.
Questo è un punto molto interessante.
Partiamo dal presupposto di cui sopra: arrivare all'automazione dalla collaborazione allo sparring non collaborativo a contatto pieno.
Faccio un'affermazione, ma ci sto ancora riflettendo.
Quando parliamo di mentalità al combattimento diciamo che parliamo di mentalità di approccio al combattimento. Se mi approccio allo sparring con l'idea di percepire l'accatto di un avversario, prima che parta, per anticiparlo è diverso che approcciarsi a quello stesso sparring con l'idea di raggiungere il contatto (WC, ma è solo un esempio).
Ora, data una tonnellata di esperienza di entrambi sul "non collaborativo" è possibile che il cervello, volente o nolente, possa fare a meno di percepire determinati pattern utili ad anticipare l'attacco dell'avversario solo perché il cardine di una disciplina prevede il contatto e non lo striking a distanza di scherma?
« Last Edit: October 01, 2012, 15:51:36 pm by Bingo Bongo »

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Re:Bruce Lee e l'Arte della Scherma
« Reply #66 on: October 01, 2012, 15:41:11 pm »
0

No, perché non è solo una questione di "volume" di lavoro. E' anche una questione di mentalità del combattimento. Se imposto tutta la mia pratica in un certo senso, alla fine un certo tipo di azioni fanno parte peculiare del mio stile, quindi io cambio o comunque imposto nella mia testa un'idea e/o una visione del combattimento.
Questo è un punto molto interessante.
Partiamo dal presupposto di cui sopra: arrivare all'automazione dalla collaborazione allo sparring non collaborativo a contatto pieno.
Faccio un'affermazione, ma ci sto ancora riflettendo.
Quando parliamo di mentalità al combattimento diciamo che parliamo di mentalità di approccio al combattimento. Se mi approccio allo sparring con l'idea di percepire l'accatto di un avversario, prima che parta, per anticiparlo è diverso che approcciarsi a quello stesso sparring con l'idea di raggiungere il contatto (WC, ma è solo un esempio).
Ora, data una tonnellata di esperienza di entrambi sul "non collaborativo" è possibile che il cervello, volente o nolente, possa fare a meno di ignorare determinati pattern utili ad anticipare l'attacco dell'avversario solo perché il cardine di una disciplina prevede il contatto e non lo striking a distanza di scherma?
Due negazioni in serie equivalgono a un'affermazione, per cui la parte sottolineata secondo me ha una negazione di troppo.  ;)
Dico bene?
Se è così, allora ti rispondo.
Se tu non hai fatto in modo di attivare certi automatismi, si presume che nemmeno li utilizzerai in combattimento, anche se per un caso particolare sono qualità che hai innate (ad esempio la dote di schivare). Questa non è una regola ferrea secondo me, ma visto quel che ormai si dovrebbe dare per assodato riguardo alla necessità di aver automatizzato certe risposte, in quanto un combattimento prevede variabili in più che complicano o addirittura condizionano pesantemente il risultato (maggiore stress, maggior concitazione/minor tempo per ragionare, fattori ambientali, etc.), è una cosa molto probabile.

Se poi una persona ha fatto 40 anni di lotta, credo sia comprensibile che abbia grosse difficoltà se si mette a fare una disciplina di striking che lavora al limite dell'outfighting. E questo mi è capitato di vederlo, e vale ovviamente anche per il contrario.

C'è però da dire anche che una volta che possiedi un certo livello tecnico e tattico, la tua mente, oltre a parecchia dimestichezza e naturalezza, dovrebbe essere anche elastica e adattabile, e quindi meno refrattaria ad imparare e gestire una distanza "nuova".
« Last Edit: October 01, 2012, 15:42:48 pm by nicola »
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Re:Bruce Lee e l'Arte della Scherma
« Reply #67 on: October 01, 2012, 15:51:11 pm »
0
@ nicola: mi riferisco solo al libro "il Tao del jeet kune Do" l'aspetto tattico che ne esce si potrebbe applicare sia alla savate che alla boxe che alla spada, tu sembra che fai il percorso inverso come ragionamento, certamente se si va' a prendere le discipline nello specifico od in relazione alle varie impostazioni o scuole differenti nelle stesse discipline prese in esame il discorso si complica, ho scritto sintesi e non bignami..
« Last Edit: October 01, 2012, 15:53:00 pm by Crux »
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Re:Bruce Lee e l'Arte della Scherma
« Reply #68 on: October 01, 2012, 15:55:58 pm »
0
@ Bingo: la tua risposta al mio messaggio e' la definizione di azione di seconda intenzione  :) qualcuno dice che "tutta la scherma e' seconda intenzione" se no sarebbe troppo semplice.
« Last Edit: October 01, 2012, 15:57:51 pm by Crux »
In generale reputo che la scherma debba ridurre le azioni ai minimi termini per essere bella.

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Re:Bruce Lee e l'Arte della Scherma
« Reply #69 on: October 01, 2012, 15:57:43 pm »
+1
@nicola
Dici bene.
Poi rispondo.

@crux
Cioè far credere all'avversario di aver capito per poi fregarlo? :)


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Re:Bruce Lee e l'Arte della Scherma
« Reply #70 on: October 01, 2012, 15:58:08 pm »
0
esatto!  :sur: :) ;)
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Re:Bruce Lee e l'Arte della Scherma
« Reply #71 on: October 01, 2012, 16:00:06 pm »
0
@ nicola: mi riferisco solo al libro "il Tao del jeet kune Do" ...

Ah beh...
Ma se pensi di capire come combatte un jkd-oca dal tao però sei fuori strada eh (ovviamente non te ne faccio certo una colpa).
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Re:Bruce Lee e l'Arte della Scherma
« Reply #72 on: October 01, 2012, 16:08:18 pm »
+1
La scherma é tutta un iganno.
Su rriatu a San Francisco/nun sapendo come agiscu/cu nu vecchiu camburrista/m'aggiu misu a pazziar./Pazziando e pazziando/di curtellu e di bastone/per sfregiar stu carognone/che tradisce la società./Mo si presenta nu picciottellu/culla coppola de sgarru/esci fore maresciallo/ca la faccie taggiu sfregiar./Mo se presenta nu capuposto/culla coppola de sgarru/co nu bastoncinu a manu/cinque lire tu m'ai dar./Cinque lire ieu nun le tegnu/cinque lire nu tel le do/si picciottu de prtima uscita/nu ppartieni alla società./Società cunsegna é bona/di curtellu e di bastone/per sfre

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Re:Bruce Lee e l'Arte della Scherma
« Reply #73 on: October 01, 2012, 16:10:38 pm »
+1
Allora Alì è stato un grande schermidore

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Re:Bruce Lee e l'Arte della Scherma
« Reply #74 on: October 01, 2012, 16:10:56 pm »
0
@ nicola: mi riferisco solo al libro "il Tao del jeet kune Do" ...

Ah beh...
Ma se pensi di capire come combatte un jkd-oca dal tao però sei fuori strada eh (ovviamente non te ne faccio certo una colpa).

si ma io non ho mai preteso questo, e' dall'inizio che scrivo che sono le mie impressioni dopo aver letto un unico libro sull'argomento, sto' ragionando su quel testo e basta!
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