La questione del potere d'arresto

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Offline steno

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Re: La questione del potere d'arresto
« Reply #30 on: May 20, 2010, 15:55:07 pm »
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Tread interessante...

Un certo "pasta", mio concittadino, fu accoltellato per questioni "d'onore" connesse ad una donna (un cesso orrendo, tra l'altro), e dopo lite, venne colpito con due fendenti al fegato, che però non toccarono l'organo.
Rimasero coinvolti però due vasi, e l'emoraggia era, mi dissero, copiosa.
Ebbene, il pasta, andò a cercare per tutto il quartiere l'accoltellatore, dopo esseresi munito di acetta, lasciandosi dietro numerose tracce di sangue, spaventati, gli abitanti chiamarono la polizia, che intervenne con 2 pattuglie ed una ambulanza.
Durarono fatica a disarmarlo e legarlo alla barella, nonostante avesse perso parecchio sangue, probabile quindi che l'adrenalina abbia contribuito al tenerlo in piedi.

Un operaio edile, è stato colpito da un tondino da getto al torace, il colpo si è fermato vicino ad una costola, senza romperla, lo stesso è stramazzato subito al suolo privo di conoscenza, i compagni lo credettero morto.

Gli arditi... caso particolare....

Erano in molti casi galeotti in carcere per omicidio o altri reati violenti, la linea era ceduta fin quasi al Piuave, ogni uomo che potesse uccidere era sfruttabile... l'arruolamento volontario per l'amnistia, tolse dalla pena capitale molti volontari.
Comunque, costoro, generalmente costruivano da se i coltelli che avrebbero usato, quasi sempre partendo dai coltelli della loro regione, si trattava generalmente di pugnali a doppio filo, impugnati a rompighiaccio.
Il bersaglio prediletto era tra collo e spalle, di punta, anche poerchè il colletto abbastanza rigido della divisa nemica, non permetteva di tagliare efficacemente la gola, cioè in rapidità, meglio perforare, dunque, sgozzando poi.
Inoltre, spesso e volentieri, essi facevano precedere il balzo nella postazione, da un paio di granate assordanti (definite petardi), che potrebbero essere paragonate alle odierne flashbang, il nemico, già stordito, veniva poi colpito al basso ventre o al collo, poi finito "con comodo", a resistenza sedata.
So questo perchè ho letto un libro, che purtroppo non mi ricordo il titolo, il quale sarebbe da avere nella biblioteca marziale.
la fijlkam è alla frutta

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Offline Crux

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Re: La questione del potere d'arresto
« Reply #31 on: May 20, 2010, 19:50:32 pm »
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Gli ufficiali degli arditi si addestravano alla scherma di sciabola e bastone, piu' come "arte marziale" che come strumento funzionale sul campo.
In generale reputo che la scherma debba ridurre le azioni ai minimi termini per essere bella.

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Offline Dieselnoi

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Re: La questione del potere d'arresto
« Reply #32 on: May 20, 2010, 21:04:47 pm »
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Puntualizzo sugli arditi, un plotone dei quali mio nonno (classe '99) comandò sul Col Della Berretta.

1) La storia di quelli che venivano tolti dalla galera per servire è una leggenda: le amnistie per entrare negli arditi venivano concesse per reati militari, non per quelli che rientravano nella fedina penale (fedina criminale si chiamava). In sostanza te la potevi cavare se eri ritornato in servizio con due giorni di ritardo o se avevi detto al capitano che poteva andarsene affanculo. Non oltre. Un pò la leggenda è contemporanea agli arditi, un pò si è ridiffusa sull'onda dei libri di Sven Hassel. Per gli altri c'erano anni e annni di carcere (poi condonati nel '20 con l'amnistia per i disertori ma all'epoca nessuno lo sapeva) o i battaglini di disciplina di cui parla anche Paolo Caccia Dominioni. Bella canzone dell'epoca: "Ormai in tutta Italia non c'è più un lazzarone, li ha requisiti tutti il colonnel Pavone..."

2) Sul coltello confermo: impugnavano soprattutto a spaccaghiaccio (non tutti, i meridionali avevano le loro scuole locali e tenevano invece il coltello in "sabre grip") e tiravano preferibilmete al collo.

3) I coltellli non se li costruivano da soli ma usavano, quando potevano i coltelli "Fokò" presi agli ungheresi. Quello di mio nonno, che probabilmente da ufficale cercava di avere un certo bon ton, era invece quello originale cioà la bajonetta del fucile Vetterli accorciata. Non è tanto bello ma sarà, secondo me, almeno 20 cm di lama. Forse anche di più.

4) Il Petardo Thevenot non era un flashbang ma una vera e propria bomba d'attacco Uccideva ma dovev cascarti vicino perchè produceva pochissime schegge. Per non ferire quello che le lanciava.

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Offline Giannizzero Wolf

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Re: La questione del potere d'arresto
« Reply #33 on: May 21, 2010, 01:06:45 am »
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3) I coltellli non se li costruivano da soli ma usavano, quando potevano i coltelli "Fokò" presi agli ungheresi. Quello di mio nonno, che probabilmente da ufficale cercava di avere un certo bon ton, era invece quello originale cioà la bajonetta del fucile Vetterli accorciata. Non è tanto bello ma sarà, secondo me, almeno 20 cm di lama. Forse anche di più.

primo modello - lunghezza totale 280 mm, lama 180 mm  ;)
Non esistono problemi; ci sono soltanto soluzioni.


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Offline Gargoyle

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Re: La questione del potere d'arresto
« Reply #34 on: May 21, 2010, 08:24:45 am »
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se qualcuno conoscesse il libro che intende steno, sarebbe molto interessante conoscere il titolo

o anche se ne avete altri da consigliare sugli arditi / guerra mondiale sarei molto interessato.

in materia sono davvero una gran capra ignorante...  :-[  :sbav:
Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo.


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Offline Dieselnoi

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Re: La questione del potere d'arresto
« Reply #35 on: May 21, 2010, 10:13:26 am »
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Non avevo sbagliato neanche molto! Consiglio il libro di Giorgio Rochat, "gli arditi." Sicuramente fuori commerciio ma dovreste trovarlo in biblioteca!

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Offline Giannizzero Wolf

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Re: La questione del potere d'arresto
« Reply #36 on: May 21, 2010, 10:32:42 am »
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Non avevo sbagliato neanche molto!
l'intervento era volto a contribuire non a correggere  :)
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Offline Dieselnoi

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Re: La questione del potere d'arresto
« Reply #37 on: May 21, 2010, 10:47:07 am »
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Nessun dubbio: hai qualche cosa sugli arditi? E' argomento su cui, in realtà, non c'è tantissimo. Probabilmente perchè i reparti vennero sciolti del 1919 e perchè anche il fascismo, che pure li sfruttò nel dopoguerra, alla fine cominciò ad averne paura e preferì seppellirli sotto la propaganda.

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Offline Giannizzero Wolf

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Re: La questione del potere d'arresto
« Reply #38 on: May 21, 2010, 11:17:52 am »
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Nessun dubbio: hai qualche cosa sugli arditi? E' argomento su cui, in realtà, non c'è tantissimo. Probabilmente perchè i reparti vennero sciolti del 1919 e perchè anche il fascismo, che pure li sfruttò nel dopoguerra, alla fine cominciò ad averne paura e preferì seppellirli sotto la propaganda.
a dire il vero non ho nulla al riguardo salvo alcune immagini tratte da un libro che ho consigliato ... non posso essere di maggior aiuto al momento
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Offline Dieselnoi

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Re: La questione del potere d'arresto
« Reply #39 on: May 21, 2010, 11:32:28 am »
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Probabilmente la vera storia degli arditi rimarrà per sempre nell'oblio. Ormai son morti tutti da lunghissimo tempo. Mio nonno nella Seconda Guerra Mondiale. Un altro del nostro paese (dal curioso nome di Genzio) era stato decorato per aver catturato un ufficiale durante la battaglia del Piave. Ebbe in premio della terra extra al Fucino e si trasferì nel Lazio. Divenne un pezzo grosso e morì nel 1980.

Probabilmente un "vero" libro sugli arditi senza propaganda non è mai stato scritto. A quell'epoca era un genere letterario poco fortunato. E non sarà scritto mai. Peccato. Lì sì che c'era da imparare sui coltelli e il combattimento corpo a corpo: gli Arditi lo praticavano infatto su grandissima scala e non in modo furtivo (tipo tagliare a gola a una sentinella). Forse è stata l'ultima volta nella storia.


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Offline cooks71

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Re: La questione del potere d'arresto
« Reply #40 on: May 21, 2010, 12:52:49 pm »
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C'era da imparare che l'attggiamento mentale è il 90% della questione.

Infondere paura all'avversario, balzarci addosso di peso ed accoltellarlo. Tecnica poca, essenziale, grande motivazione.

Il Libro "Arditi In Guerra" di "Tenente Anonimo" nessuno lo ha letto?

Ha un buon punto di vista sull'atteggiamento mentale degli Arditi.

Se sei un austriaco 19enne (esperienza di combattimento ravvicinato zero) infreddolito nella trincea e ti vedi arrivare addosso della gente urlante (quando andava bene l'Inno di Mameli), non propriamente sobri, e che mai facevano prigionieri... Come pensi di reagire? Gli Arditi erano l'incubo degli austriaci.
"Great things have small beginnings, sir."
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Offline Dieselnoi

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Re: La questione del potere d'arresto
« Reply #41 on: May 21, 2010, 15:45:27 pm »
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Secondo me l'ho letto devo averlo trovato in biblio. Ma anch'esso, secondo me, risente un pò della mentalità "squadrata" dell'epoca. Che poi avevano anche gli arditi, in verità.

Su quanto dici (e dicono anche i vari libri) non posso che concordare: il coltello non è un fioretto da gara, è un'arma brutale che va usata in modo brutale. Quando si parla di disarmi a mani nude contro coltello io cerco di immaginarmi un ardito che mi salta addosso e penso: funzionerebbe?

Solitamente la risposta è no.

Lo dicevo in altro e antico post: pare che la tecnica fondamentale fosse andare fisicamente addosso all'avversario, scontrarsi e subito riempirlo di buchi alla base del collo. Probabilmente il movimento era cortissimo e non si potevan certo fare quelle contromosse stile vecchio jiu-jitsu.

Un avversario che "ignora" le tue tecniche difensive e ti si butta addosso è sempre una brutta bestia. Anche a cazzotti. O hai tecniche davvero in grado di fermarlo o ti arriva...