Formalità e conoscenza

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Offline Darth Dorgius

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Re: Formalità e conoscenza
« Reply #15 on: May 20, 2010, 18:59:31 pm »
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Ad esempio la divisione delle scuole, le rivalità tra club rientrano in uno spirito marziale? Il fatto di non sapere dopo mesi di pratica i principi su cui si base la propria AM? Il fatto che ci siano delle strutture burocratiche che "tramandano" il sapere? La difficoltà ad uscire dal mero programma da preparare per l'esame? L'obbedienza a decisione arrivate dall'alto?

Sarò molto franco: una realtà che "vive" questa situazione, è assolutamente distante dallo spirito marziale.
Cittadino del Territorio Libero di Trieste.

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re: Formalità e conoscenza
« Reply #16 on: May 20, 2010, 19:16:10 pm »
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il punto è: arte marziale intesa in che senso? metodo di lotta per la sopravvivenza? metodo di crescita interiore? metodo sportivo? o magari tutto questo e altro ancora?
Il problema è che faccio fatica a definire cosa sia per me spirito marziale ma mi sembra dolorosamente lampante il negativo e forse a volte mi risulta più evidente questa parte.  
« Last Edit: May 20, 2010, 19:32:11 pm by giorgia (zia virile) »
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re: Formalità e conoscenza
« Reply #17 on: May 20, 2010, 19:29:18 pm »
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Filosofia e misticismo, sotto l'immagine di facciata delle am, ne vedo poco e lasciano spazio alla mentalità per il combattimento spicciolo.

Non parlo di filosofia o di misticismo ma di capire da dove viene quello che si pratica ed effettivamente cosa si sta facendo. Concordo in pieno sia sul discorso del rispetto che sul saluto.

Quello che non capisco è l'incoerenza: ad esempio si saluta il maestro fondatore e lo si ringrazia (benissimo anzi) ma poi non ti vengono dati gli strumenti di conoscenza vera, ok un praticante se li fa se vuole ma almeno un piccolo input secondo me sarebbe utile.
Io penso che si dovrebbero coltivare anche gli aspetti di conoscenza delle tradizioni altrimenti l'AM si impoverisce

Il tutto opinione personale
« Last Edit: May 20, 2010, 19:30:50 pm by giorgia (zia virile) »
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile

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Offline Diego

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Re: Formalità e conoscenza
« Reply #18 on: May 20, 2010, 22:50:55 pm »
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Nel mio stile né saluto né ringrazio i fondatori, di cui tra l'altro so praticamente nulla. Riposino in pace, visto che son morti.
Per  tradizione le conoscenze marziali si trasmettono solo tra familiari o comunque tra appartenenti di una comunità molto ristretta.
I maestri hanno sempre scelto a chi insegnare. Con l'avvento del business, fanno meno selezione degli allievi a  monte ma decidono comunque cosa insegnare e a chi.

Quel che ho visto io infatti penso che dal caposcuola e nella sua famiglia sia considerato come abc “standard”, nonostante alcune cose non si trovino facilmente in video didattici o su youtube.

Non vuol dire che ci siano chissà quali segreti. Diciamo che tendenzialmente molti maestri si tengono per loro o per chi vogliono loro, i “trucchetti” del mestiere. Poi ci sono i megamaestroni che se la tirano come se fossero Genghis Khan e tolto il fumo negli occhi ai loro adepti paganti non hanno veramente nulla di concreto da insegnare.

La tradizione culturale asiatica non è priva di una buona dose di diffidenza.
Da qualcuno questa volontà di riservatezza su alcuni aspetti è giustificata dal fatto che non si regalano le proprie armi a qualcuno di cui non ci si ha la certezza di potersi fidare e che domani le potrebbe usare contro di noi.

Qualche mese fa un maestro di uno stile giapponese definiva semplicemente spazzatura alcune applicazioni comunemente associate come traduzione marziale dei movimenti delle forme. Diceva che qualche decennio fa erano state propinate anche a lui, che considerava i movimenti dei kata ottimi da imparare ma diceva che normalmente chi li insegna a noi in Occidente non ha idea  del loro significato reale.

Le applicazioni che mostrava lui in alternativa erano tutte finalizzate a concludere lo scontro velocemente, dritto al sodo, senza se e senza ma. La sua domanda retorica era: pensate davvero che nelle situazioni di vita o morte in passato i combattenti potessero permettersi di andare per il sottile, mossi dal codice cavalleresco, dalla ricerca della pace nel mondo e dall'ammmore verso il nemico?

La tradizione da cui vengono le am filippine, penso personalmente anche quelle di altre origini, si chiama semplicemente la legge del più forte. L'evoluzione è finalizzata esclusivamente a migliorare l'efficacia. Nonostante il rispetto per gli anziani e per la cultura, la tradizione è considerata in secondo piano, per quanto interessante.

Diamo più importanza noi alla loro tradizione di quanta gliene diano realmente loro. A qualche furbetto la cosa fa anche comodo per "allungare il brodo".  ;)
Ci recriminano spesso di fare troppe domande senza praticare quello che il maestro chiede. La didattica orientale prevede un pizzico di riverenza per l'insegnante e a me fa storcere il naso anche solo la parola riverenza.

In effetti serve più a noi capire il contesto di origine e la mentalità che a quelli che ci sono cresciuti dentro. La bellezza estetica dei movimenti a loro non interessa proprio.

Gli shows pubblicitari, spesso fatti da pseudomaestri e in alcuni casi anche da insegnanti bravi, con quelle applicazioni che Claudio/Giannizzero definirebbero filippinate, meriterebbero un discorso a parte ma mi sembra di aver già scritto un intervento-mattone da far invidia a "guerra e pace".  ;)

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re:Formalità e conoscenza
« Reply #19 on: May 24, 2011, 00:07:02 am »
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Una discussione di un anno fa... l'ho riletta e l'ho vista da un'altra ottica.. grazie a tutti per gli interventi, oggi mi hanno fatto bene
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile


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Offline ^'V'^

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Re:Formalità e conoscenza
« Reply #20 on: June 02, 2011, 21:31:30 pm »
+1
E' che abbiamo un'idea delle arti marziali come del fast food. Quando la tipa alla cassa mi vende il panino le dico grazie, arrivederci in modo automatico, ma senza senso.

Quando ci incontriamo in palestra con altra gente di cui ci interessa il giusto per la maggior parte e col maestro che di giorno fa il meccanico e vende le sue due sere a settimana per la lezione, il sentimento soggiacente i saluti e le formalità diventa senza colpa o dolo, quello del fast food.

Immagina di essere stata accettata a lezione da un maestro, tra i suoi 8 allievi che rispetti perché sono più anziani di te nella pratica, non devi pagare un mensile ma devi vedere se è una via che riesci a sostenere, per tramandare gli insegnamenti che ti vengono affidati ed insegnarli a tua volta, un giorno.

A quel punto viene spontaneo ringraziare, salutare con rispetto.

Ma non dobbiamo sentirci in colpa se in un corso commerciale e saltuario non ci viene quella sensazione di gratitudine e rispetto formale, è umano.

(IMHO)
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