Formalità e conoscenza

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Formalità e conoscenza
« on: May 19, 2010, 21:52:16 pm »
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Titolo poco esplicativo me ne rendo conto, ma fa parte di una riflessione piuttosto ampia e che spero di riuscire a sintetizzare e rendere comprensibile.

Mi sto chiedendo quanto tra i praticanti di AM tradizionali sia davvero presente quello io definirei spirito marziale (ovvero un insieme di rispetto, disciplina, voglia di superare i propri limiti e di ampliare la propria conoscenza) e quanto alcuni aspetti della pratica marziali non siano diventate pure formalità che hanno almeno in parte perso il loro significato originario (il saluto, le cinture, il sapere quello che si sta facendo).

Ovvero quanto lo stato attuale rappresenta davvero lo spirito di partenza che ha fatto nascere un'AM?
Se dovessi fare un paragone con la religione cristiana (nel tentativo di spiegarmi meglio) chiederei quanto le varie confessioni hanno conservato dello spirito originario e quanto è sovrastruttura.

Non voglio scatenare polemiche, ma vedo tante divisioni e non riesco a comprenderle oppure modi di fare che non riesco ad inquadrare in un'ottica marziale, mentre mi sembrano molto più tendenti ad una visione sportiva della pratica.
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile

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Offline Darth Dorgius

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Re: Formalità e conoscenza
« Reply #1 on: May 19, 2010, 21:58:52 pm »
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In effetti è difficile capire cose intendi, soprattutto nella conclusione:

mi sembrano molto più tendenti ad una visione sportiva della pratica.

Mi spiego: nella pratica sportiva, gli elementi che tu identifichi come "chiave" per le arti marziali (rispetto, disciplina, voglia di superare i propri limiti e di ampliare la propria conoscenza), sono altrettanto importanti.

Quindi intendi senz'altro qualcos'altro! :)
Cittadino del Territorio Libero di Trieste.

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re: Formalità e conoscenza
« Reply #2 on: May 19, 2010, 22:18:49 pm »
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In verità temo di essere piuttosto confusa per cui non so se riesco a spiegarmi davvero.
Quello che intendo è che le tradizioni o la storia in un'AM secondo me hanno una certa importanza (o meglio dovrebbero averla) mi chiedo quanto si sia perso del significato originario e quanto riesca a passare agli allievi senza snaturarsi.
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Offline Barvo Iommi

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Re: Formalità e conoscenza
« Reply #3 on: May 19, 2010, 22:57:30 pm »
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in effetti quello che tu definisci come spirito marziale altro non è che lo spirito agonistico/sportivo, lo spirito marziale originario credo che sia stato qualcosa di più sporco e molto meno onorevole
Non c'è niente di poetico e di bello in guerra

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Iperbole

Re: Formalità e conoscenza
« Reply #4 on: May 19, 2010, 23:02:19 pm »
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... secondo me dipende parecchio anche da che arte parliamo, e da quale cultura proviene ...


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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re: Formalità e conoscenza
« Reply #5 on: May 19, 2010, 23:11:46 pm »
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Non credo di essermi spiegata  :'(

Ovvero quanto lo stato attuale rappresenta davvero lo spirito di partenza che ha fatto nascere un'AM?
Ad esempio la divisione delle scuole, le rivalità tra club rientrano in uno spirito marziale? Il fatto di non sapere dopo mesi di pratica i principi su cui si base la propria AM? Il fatto che ci siano delle strutture burocratiche che "tramandano" il sapere? La difficoltà ad uscire dal mero programma da preparare per l'esame? L'obbedienza a decisione arrivate dall'alto?

Tanto per fare qualche esempio chiarificatorio (almeno spero)
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re: Formalità e conoscenza
« Reply #6 on: May 19, 2010, 23:15:56 pm »
0
... secondo me dipende parecchio anche da che arte parliamo, e da quale cultura proviene ...
Volevo il vostro punto di vista infatti per capire se il mio è falsato
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile

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Iperbole

Re: Formalità e conoscenza
« Reply #7 on: May 19, 2010, 23:18:37 pm »
0
Ad esempio la divisione delle scuole, le rivalità tra club rientrano in uno spirito marziale?
Questo forse si ....


Il fatto di non sapere dopo mesi di pratica i principi su cui si base la propria AM?
Secondo me no ...


Il fatto che ci siano delle strutture burocratiche che "tramandano" il sapere?
Secondo me no ...

La difficoltà ad uscire dal mero programma da preparare per l'esame?

Secondo me no ...

L'obbedienza a decisione arrivate dall'alto?

Secondo me no ...

Insomma a mio parere ad un certo punto si deve avere uno "slancio marziale" , che ti fa capire la differenza tra lavoro marziale e arte marziale  ;)
Molto spesso ci si incastra invece in dettagli e formalismi assortiti che ci allontanano dall'arte ...

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Iperbole

Re: Formalità e conoscenza
« Reply #8 on: May 19, 2010, 23:20:23 pm »
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Volevo il vostro punto di vista infatti per capire se il mio è falsato

il mio punto di vista (personalissimo) e' quello filo cinese ...
dunque per me tutti i discorsi inerenti federazioni,gradi,super mega maestri che vanno riveriti, programmi etc etc sono solo "formalismi" poco utili ...

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Raven81

Re: Formalità e conoscenza
« Reply #9 on: May 19, 2010, 23:55:54 pm »
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Volevo il vostro punto di vista infatti per capire se il mio è falsato

il mio punto di vista (personalissimo) e' quello filo cinese ...
dunque per me tutti i discorsi inerenti federazioni,gradi,super mega maestri che vanno riveriti, programmi etc etc sono solo "formalismi" poco utili ...

e perchè questo punto di vista sarebbe filo-cinese? mi pare che i cinesi abbiano un sacco di "maestroni"...


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Offline Barvo Iommi

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Re: Formalità e conoscenza
« Reply #10 on: May 19, 2010, 23:56:38 pm »
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Ad esempio la divisione delle scuole, le rivalità tra club rientrano in uno spirito marziale? Il fatto di non sapere dopo mesi di pratica i principi su cui si base la propria AM? Il fatto che ci siano delle strutture burocratiche che "tramandano" il sapere? La difficoltà ad uscire dal mero programma da preparare per l'esame? L'obbedienza a decisione arrivate dall'alto?

business  :(

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Offline Barvo Iommi

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Re: Formalità e conoscenza
« Reply #11 on: May 19, 2010, 23:57:20 pm »
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Volevo il vostro punto di vista infatti per capire se il mio è falsato

il mio punto di vista (personalissimo) e' quello filo cinese ...
il mio è filo di scozia
elegantissimo :-[

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muteki

Re: Formalità e conoscenza
« Reply #12 on: May 20, 2010, 00:01:10 am »
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io, al contrario, ho un punto di vista nipponico. che troppo spesso in occidente è travisato. si pensi a quella baggianata dell'ultimo samurai.
basterebbe, come dico sempre, leggere un po' per capire cosa sia lo spirito del budo nei suoi elementi più terra terra. poi, però, vivere tale spirito è altro, e me ne sono accorto solo vivendo in mezzo ai giapponesi, lavorandoci, standoci a strettissimo contatto.

il tema, tornando in topic, è delicatissimo. verrebbe quasi voglia di dire, con luogo comune forse fin troppo scontato, che la "via" marziale è dentro di noi, e bla  bla bla.

certo è che ancora oggi i dojokun giapponesi possiedono elementi a volte sociali, a volte comportamentali (improntati al senso comune: gli stessi comandamenti cristiani sono regole che, in molti casi, non escono al di fuori dei confini di tale senso comune), a volte ancora morali.

il punto è: arte marziale intesa in che senso? metodo di lotta per la sopravvivenza? metodo di crescita interiore? metodo sportivo? o magari tutto questo e altro ancora?

i codici cavallereschi di 8 secoli fa possono sopravvivere ai giorni nostri? forse, in oriente, qualcosa di questo ancora sopravvive. ma noi, di estrazione culturale diversa, possiamo davvero entrare in tali sistemi di pensiero e farli propri, magari approfittando del nostro punto di vista - privilegiatissimo - di osservatori e partecipi al tempo stesso, ma dall'esterno?

la mia esperienza mi suggerisce di sì. il punto è che il pensiero "nostrano" è quello del tutto e subito, dell'efficacia istantanea, del pratico e non dell'estetico di per sé. un tempo non era così, forse... chissà...

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Offline The Spartan

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Re: Formalità e conoscenza
« Reply #13 on: May 20, 2010, 10:27:41 am »
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Per anni si è creduto, e voluto far credere, che certe cose fossero esclusivo frutto di determinate pratiche quando invece la stragrande maggioranza le potevi ugualmente apprendere frequentando lo spogliatoio di una squadra di rugby... :whistle:
Che in molti casi dietro la forma nn ci sia mai stata sostanza lo si continuerà a riscontrare.
E se si chiede quanti siano davvero dei marzialisti nel senso più puro e crudo della parola...beh, pochi...ovviamente. :thsit:
YOU WANT SOME?COME GET SOME!
www.spartan-academy.jimdo.com

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The Guy - P.K. & Chris...rustici compari.

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Offline Diego

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Re: Formalità e conoscenza
« Reply #14 on: May 20, 2010, 17:11:12 pm »
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Se per formalità si intende rispetto per chi insegna, per i compagni di allenamento e per chi pratica altre discipline ben venga. Se alcuni aspetti estremamente codificati e quindi formali servono a insegnare e metabolizzare qualcosa di pratico, benissimo. Per il resto pane al pane, vino al vino.

Facciamo il saluto all'inizio e alla fine? Si, è brevissimo e lo vedo come la campanella che suonava a scuola. Un segno di inizio e fine lezione.

Il rispetto per l'insegnante dovrebbe essere ovvio e naturale per il ruolo che riveste durante la lezione. Prima e dopo è una persona del gruppo come le altre, si presuppone che sia più esperto nel campo specifico, come il medico che ci cura si presuppone conosca meglio la medicina di noi, non c'è bisogno di piedistalli e altarini per venerare nessuno.
Il rispetto per gli altri come persone dovrebbe essere scontato indipendentemente dalle am.

Cinture e vestiti tradizionali. Non sono contrario in generale. Io non vado più in là della occidentalissima tuta col logo societario, perchè non mi interessa vestirmi col kimono filippino. L'esame per la cintura sarò quasi costretto a darlo prima o poi per il titolo di allenatore per crearmi un gruppo di allievi/compagni per allenarmi con qualcuno più frequentemente, vista la distanza con insegnanti e compagni storici di allenamento che si è creata dopo essermi trasferito. L'ultimo esame di cintura che ho dato era una gialla per un'associazione che frequentavo a 16 anni.

Per far sì che un insegnante tradizionale ti insegni il suo repertorio più avanzato da quanto ho capito non è questione di formalità, semplicemente è necessario che si convinca che l'allievo se lo meriti soprattutto come persona. I gradi interessano più agli allievi (con o senza dan) che ai maestri.

Filosofia e misticismo, sotto l'immagine di facciata delle am, ne vedo poco e lasciano spazio alla mentalità per il combattimento spicciolo.