In risposta a un messaggio privato che mi chiedeva alcune informazioni relative al Jujiho, ho ritenuto più costruttivo rispondere qui, per condividere con altri eventuali interessati l’elenco dei dieci caratteri che per convenzione vengono utilizzati per questo rituale religioso.
In linea di massima, il Jujiho prevede che dopo aver concluso la cosiddetta “griglia” del Kujikiri, che si chiama “douman”, il praticante disegni con le mani nel mudra Toin uno dei seguenti caratteri per dare maggiore specificità al rituale stesso, in modo di avere l’effetto desiderato.
In particolare, i dieci caratteri maggiormente utilizzati sono:
“Ten” (Cielo): per ottenere attraverso la preghiera la protezione di tutti i Buddha e tutti gli dei;
“Oni” (Demone): per proteggersi quando si fa visita a una persona ammalato, o comunque quando ci si reca in un luogo dove esiste il rischio di ammalarsi;
“Tatsu” (Dragone): per affrontare senza pericoli un viaggio per nave o si deve attraversare un ponte;
“O” (Sovrano): per far fronte a ogni tipo di difficoltà;
“Tora” (Tigre): per affrontare senza pericoli un viaggio per monti e pianure;
“Sui” (Acqua): per attraversare incolumi un mare o un fiume;
“Rei” (Spirito): per proteggersi quando ci si avvicina ad un luogo che fa percepire un’atmosfera di pericolo;
“Sei” (Vita): per pregare per avere o donare una lunga vita;
“Katsu” (Vittoria): per vincere in duello o per vincere una battaglia;
“Gyo” (Viaggio): per affrontare un lungo viaggio senza pericoli.