Partire dall'arrivo

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Luca B.

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #15 on: May 21, 2010, 17:29:23 pm »
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Per Muteki : io vedo il do come una scala a chiocciola


esatto, una spirale. una scala a chiocciola. è la stessa cosa. ;)

No la scala a chiocciola sale o scende. Ed è una scala. Ciò è importante perchè la vita è come una scala e se il do è la via e la via è la vita allora il do è una scala. Magari la scala di un pollaio che , tutti sappiamo , è corta e piena di deiezioni. Hai molto da imparare ragazzo , sarò tuo maestro.

Luca......intendi forse dire che, per il principio per cui la scala è la vita......la spirale è l'anti vita? Come il profilattico??????? Sono Shian??????????????????????

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muteki

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #16 on: May 21, 2010, 17:33:39 pm »
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ma... per me una scala a chiocciola è una spirale... dai, non dovremo discutere anche sulla semantica del termine spirale... non mi riferivo a una spirale piatta ma a una a chiocciola!!!  ;D ;D ;D

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sabino_leone

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #17 on: May 21, 2010, 17:52:25 pm »
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Riguardo Oi e Mae, la prima e più semplice ragione è che coprono una distanza maggiore.
Andando più a fondo, la maggior percorrenza prescinde dalla distanza del bersaglio, torna utile nell'intento di sfondare, trapassare, andare oltre fissando assai più in là il bersaglio.
Il colpo caricato con la gamba posteriore, quando è un colpo dritto, assume maggiormente le fattezze del trave, ossia di una linea/catena cinetica più retta possibile, secondo il principio dell'ariete sfonda porte.
Il radicamento a terra aumenta e con esso la spinta, diminuiscono gli angoli aumentando la capacità di penetrazione, aumenta il percorso esattamente come accade nella differenza fra pistola e fucile, il lavoro dell'anca è più logico e dinamico.
Tutto questo, è ovviamente legato ad un prezzo, ovvero il maggior tempo d'esecuzione data la maggior distanza da percorrere.
Quindi, richiede una profonda interiorizzazione, una elevata precisione, una grande esplosività e un timing notevolissimo, che sia sen no sen piuttosto che go no sen.
Tutto questo necessita di tempi di apprendimento assai più lunghi, ripetizioni estenuanti, grande frustrazione determinata dal fatto che, nel frattempo, vediamo che mille altre cose riescono meglio e prima.
Quindi, spesso, si accantonano queste tecniche a causa della enorme difficoltà che spinge a ritenerle purmente formali.
Di fatto, se perquoto una cassa toracica, se colpisco un punto sensibile o molle, posso frustare il colpo, replicarlo con altri colpi a catena, ma se avessi solo quello a disposizione, se volessi sfondare un torace, dovrei puntare a trapassare, ad andare oltre il torace stesso, con la massima spinta possibile.
Ma il 3D è su tutte le "prime tecniche", non solo su quelle due.
Li mi sono dato una spiegazione di questo genere:
Per imparare in modo utile un'arte marziale, è necessario riappropriarsi della capacità e del metodo di apprendimento di un bimbo piccolo, non mutuato o filtrato dai troppi ragionamenti, primordiale, istintivo.
Quindi torna utile una didattica che mi imponga di scontrarmi con i limiti che la mente mi impone, con i suoi freni.
Cadere, per esempio, rotolarsi eccetera, insomma, padroneggiare il nostro spazio a 360°, alto e basso compresi, non solo davanti e dietro o destra e sinistra, è un processo del tutto naturale in prima infanzia, poi, gradulmente, perdiamo il contatto col suolo, dimentichiamo che abbiamo un sopra e, quando impariamo a cadere in un Dojo, ci scontriamo con una innata paura del suolo che da piccoli non avevamo, che il nostro cervello ha costruito, che dovremo superare ripartendo da terra ( in ginocchio) fino a poterlo fare da in piedi, saltando, venendo proiettati, situazione in cui chi proietta fa quasi tutto per la comodità del proiettato.
In pratica, secondo me, il percorso formativo, quello che dovrebbe condurre alcuni alla personalizzazione e alla crescita e ricerca personale, è come un cerchio, un cerchio che parte dal punto in cui si chiuderà per poi cnsentire l'inizio di un nuovo viaggio, non più uguale a tutti gli altri ma personale ed unico, il DO appunto.
Credo sia per questo che si comincia dalla fine.

Caro luca,potresti diventare un ottimo praticante di Yi Quan. :thsit:

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Offline Darth Dorgius

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Re: Partire dall'arrivo
« Reply #18 on: May 21, 2010, 20:59:31 pm »
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ma... per me una scala a chiocciola è una spirale... dai, non dovremo discutere anche sulla semantica del termine spirale... non mi riferivo a una spirale piatta ma a una a chiocciola!!!  ;D ;D ;D

Per essere precisi, una scala a chiocciola è un'elicoide. :)

Una spirale si allontana progressivamente dall'asse.
Cittadino del Territorio Libero di Trieste.

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Offline Raptox

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Re: Partire dall'arrivo
« Reply #19 on: May 21, 2010, 21:11:35 pm »
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Riguardo Oi e Mae, la prima e più semplice ragione è che coprono una distanza maggiore.
Andando più a fondo, la maggior percorrenza prescinde dalla distanza del bersaglio, torna utile nell'intento di sfondare, trapassare, andare oltre fissando assai più in là il bersaglio.
Il colpo caricato con la gamba posteriore, quando è un colpo dritto, assume maggiormente le fattezze del trave, ossia di una linea/catena cinetica più retta possibile, secondo il principio dell'ariete sfonda porte.
Il radicamento a terra aumenta e con esso la spinta, diminuiscono gli angoli aumentando la capacità di penetrazione, aumenta il percorso esattamente come accade nella differenza fra pistola e fucile, il lavoro dell'anca è più logico e dinamico.
Tutto questo, è ovviamente legato ad un prezzo, ovvero il maggior tempo d'esecuzione data la maggior distanza da percorrere.
Quindi, richiede una profonda interiorizzazione, una elevata precisione, una grande esplosività e un timing notevolissimo, che sia sen no sen piuttosto che go no sen.
Tutto questo necessita di tempi di apprendimento assai più lunghi, ripetizioni estenuanti, grande frustrazione determinata dal fatto che, nel frattempo, vediamo che mille altre cose riescono meglio e prima.
Quindi, spesso, si accantonano queste tecniche a causa della enorme difficoltà che spinge a ritenerle purmente formali.
Di fatto, se perquoto una cassa toracica, se colpisco un punto sensibile o molle, posso frustare il colpo, replicarlo con altri colpi a catena, ma se avessi solo quello a disposizione, se volessi sfondare un torace, dovrei puntare a trapassare, ad andare oltre il torace stesso, con la massima spinta possibile.
Ma il 3D è su tutte le "prime tecniche", non solo su quelle due.
Li mi sono dato una spiegazione di questo genere:
Per imparare in modo utile un'arte marziale, è necessario riappropriarsi della capacità e del metodo di apprendimento di un bimbo piccolo, non mutuato o filtrato dai troppi ragionamenti, primordiale, istintivo.
Quindi torna utile una didattica che mi imponga di scontrarmi con i limiti che la mente mi impone, con i suoi freni.
Cadere, per esempio, rotolarsi eccetera, insomma, padroneggiare il nostro spazio a 360°, alto e basso compresi, non solo davanti e dietro o destra e sinistra, è un processo del tutto naturale in prima infanzia, poi, gradulmente, perdiamo il contatto col suolo, dimentichiamo che abbiamo un sopra e, quando impariamo a cadere in un Dojo, ci scontriamo con una innata paura del suolo che da piccoli non avevamo, che il nostro cervello ha costruito, che dovremo superare ripartendo da terra ( in ginocchio) fino a poterlo fare da in piedi, saltando, venendo proiettati, situazione in cui chi proietta fa quasi tutto per la comodità del proiettato.
In pratica, secondo me, il percorso formativo, quello che dovrebbe condurre alcuni alla personalizzazione e alla crescita e ricerca personale, è come un cerchio, un cerchio che parte dal punto in cui si chiuderà per poi cnsentire l'inizio di un nuovo viaggio, non più uguale a tutti gli altri ma personale ed unico, il DO appunto.
Credo sia per questo che si comincia dalla fine.

Caro luca,potresti diventare un ottimo praticante di Yi Quan. :thsit:

ma anche di Taiji se vuoi!!! ;) ;)

anzi...con un approccio del genere qualunque am ti porta lontano!!
...crederai di essere nel punto più alto

In fondo il "taiji" non esiste.... è semplicemente un nome
quello che è certo è che esistono tante Vie che portano a destinazioni diverse oppure altre Vie che portano alla stessa destinazione

tutto sta...a decidere quale strada percorrere e con che destinazione


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Offline Scorpio

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Re: Partire dall'arrivo
« Reply #20 on: May 21, 2010, 22:09:23 pm »
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Riguardo Oi e Mae, la prima e più semplice ragione è che coprono una distanza maggiore.
Andando più a fondo, la maggior percorrenza prescinde dalla distanza del bersaglio, torna utile nell'intento di sfondare, trapassare, andare oltre fissando assai più in là il bersaglio.
Il colpo caricato con la gamba posteriore, quando è un colpo dritto, assume maggiormente le fattezze del trave, ossia di una linea/catena cinetica più retta possibile, secondo il principio dell'ariete sfonda porte.
Il radicamento a terra aumenta e con esso la spinta, diminuiscono gli angoli aumentando la capacità di penetrazione, aumenta il percorso esattamente come accade nella differenza fra pistola e fucile, il lavoro dell'anca è più logico e dinamico.
Tutto questo, è ovviamente legato ad un prezzo, ovvero il maggior tempo d'esecuzione data la maggior distanza da percorrere.
Quindi, richiede una profonda interiorizzazione, una elevata precisione, una grande esplosività e un timing notevolissimo, che sia sen no sen piuttosto che go no sen.
Tutto questo necessita di tempi di apprendimento assai più lunghi, ripetizioni estenuanti, grande frustrazione determinata dal fatto che, nel frattempo, vediamo che mille altre cose riescono meglio e prima.
Quindi, spesso, si accantonano queste tecniche a causa della enorme difficoltà che spinge a ritenerle purmente formali.
Di fatto, se perquoto una cassa toracica, se colpisco un punto sensibile o molle, posso frustare il colpo, replicarlo con altri colpi a catena, ma se avessi solo quello a disposizione, se volessi sfondare un torace, dovrei puntare a trapassare, ad andare oltre il torace stesso, con la massima spinta possibile.
Ma il 3D è su tutte le "prime tecniche", non solo su quelle due.
Li mi sono dato una spiegazione di questo genere:
Per imparare in modo utile un'arte marziale, è necessario riappropriarsi della capacità e del metodo di apprendimento di un bimbo piccolo, non mutuato o filtrato dai troppi ragionamenti, primordiale, istintivo.
Quindi torna utile una didattica che mi imponga di scontrarmi con i limiti che la mente mi impone, con i suoi freni.
Cadere, per esempio, rotolarsi eccetera, insomma, padroneggiare il nostro spazio a 360°, alto e basso compresi, non solo davanti e dietro o destra e sinistra, è un processo del tutto naturale in prima infanzia, poi, gradulmente, perdiamo il contatto col suolo, dimentichiamo che abbiamo un sopra e, quando impariamo a cadere in un Dojo, ci scontriamo con una innata paura del suolo che da piccoli non avevamo, che il nostro cervello ha costruito, che dovremo superare ripartendo da terra ( in ginocchio) fino a poterlo fare da in piedi, saltando, venendo proiettati, situazione in cui chi proietta fa quasi tutto per la comodità del proiettato.
In pratica, secondo me, il percorso formativo, quello che dovrebbe condurre alcuni alla personalizzazione e alla crescita e ricerca personale, è come un cerchio, un cerchio che parte dal punto in cui si chiuderà per poi cnsentire l'inizio di un nuovo viaggio, non più uguale a tutti gli altri ma personale ed unico, il DO appunto.
Credo sia per questo che si comincia dalla fine.

Caro luca,potresti diventare un ottimo praticante di Yi Quan. :thsit:

ma anche di Taiji se vuoi!!! ;) ;)

anzi...con un approccio del genere qualunque am ti porta lontano!!

Approfitto del trend complimentoso... Le capacità di Luca credo siano indiscusse per chiunque l'abbia visto in azione. Ma quello che mi ha colpito ancora di più è l'umiltà del suo approccio e la sua capacità di trovare parole di apprezzamento anche per chi è nettamente inferiore dal punto di vista tecnico, come me.

Luca, mi pare di ricordare di aver letto che al momento non stai insegnando. Se è così spero che ricomincerai presto.  :)

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muteki

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #21 on: May 22, 2010, 08:29:25 am »
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ma... per me una scala a chiocciola è una spirale... dai, non dovremo discutere anche sulla semantica del termine spirale... non mi riferivo a una spirale piatta ma a una a chiocciola!!!  ;D ;D ;D

Per essere precisi, una scala a chiocciola è un'elicoide. :)

Una spirale si allontana progressivamente dall'asse.

agh! ok mi arrendo!

allora una scala elicoide. il concetto di fondo comunque è lo stesso, e nonstante luca si diverta a punzecchiarmi, per una volta stiamo dicendo la stessa cosa, anche se lui non lo amemtterà mai  ;D ;D ;D

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Offline Dipper

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Re: Partire dall'arrivo
« Reply #22 on: May 22, 2010, 13:27:14 pm »
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anzi...con un approccio del genere qualunque am ti porta lontano!!
Infatti, non è il cosa ma il come, alla fine :thsit:

Luca, mi pare di ricordare di aver letto che al momento non stai insegnando. Se è così spero che ricomincerai presto.  :)
:) :)
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Luca B.

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #23 on: May 24, 2010, 10:06:57 am »
0
Grazie mille.
Non so bene come o quando riprendere ad insegnare con continuità, ci sono alcuni problemi di natura burocratica legati al mio abbandono da tesserato di 17 anni fa, quindi questioni legate ai riconoscimenti e ai requisiti, mi sembrerebbe poco giusto aprire un corso slegato da una federazione precludendo la possibilità di sbocchi agonistici o di esami riconosciuti.
Però, quando capitano situazioni come l'ultimo ritrovo, la voglia cresce molto.
Quando poi c'è chi prova a mettere in pratica alcuni concetti e ne rimane soddisfatto, mi vien da credere che riesco a trasmetterli.
In ogni caso grazie.

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Offline etciù-ryu (raffreddato!!)

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Re: Partire dall'arrivo
« Reply #24 on: May 24, 2010, 11:47:43 am »
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sul mae geri credo che non ci sia da discutere per utilità ed efficacia :)
sul oi tsuki invece io qualche dubbietto ce l'ho (come ban sa luca b.)

ce l'ho in questo senso: come dice luca è una tecnica che volenti o nolenti è più lunga da portare (percorre una strada più lunga perchè richiede un vero e proprio passo in avanti) ma questo non sarebbe un problema se a fronte di un handicap (la lunga distanza da coprire) ne traessi un altro vantaggio che potrebbe essere (nel mio immaginario è sempre stato così) la sua potenza... cioè: mi prendo un rischio portanto questa tecnica ma se arrivo distruggo..ci può stare benissimo come ragionamento (mettiamo un attimo da parte il discorso che per ogni tecnica c'è il suo momento).

Il mio dubbio putroppo nei confronti di oi tsuki invece è proprio quello...è veramente così potente?
sono successe cose che onestamente mi hanno fortemente fatto dubitare di questo.....


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Raven81

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #25 on: May 24, 2010, 11:50:56 am »
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Seguo con interesse il thread sull'oi-tsuki sul FAM... ma qualcuno potrebbe postare un video in cui c'è un'esecuzione di oi tsuki che "metta d'accordo tutti" nel dire "questo è un buon oi tsuki"? :)

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Offline etciù-ryu (raffreddato!!)

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Re: Partire dall'arrivo
« Reply #26 on: May 24, 2010, 11:54:00 am »
0
Seguo con interesse il thread sull'oi-tsuki sul FAM... ma qualcuno potrebbe postare un video in cui c'è un'esecuzione di oi tsuki che "metta d'accordo tutti" nel dire "questo è un buon oi tsuki"? :)

io avevo trovato questo che è un lmapante oi tsuki in contento non preordinato..è proprio la 1° tecnica


questo è proprio oi tsuki e non variante tipo oi komi

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Luca B.

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #27 on: May 24, 2010, 11:54:36 am »
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Se ti vedi Kuro Obi vedi un eccellente Oi Tsuki eseguito da un ottimo 6° Dan ;)

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Raven81

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #28 on: May 24, 2010, 11:55:07 am »
0
Grazie Uechi Ryu ;)

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Offline etciù-ryu (raffreddato!!)

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Re: Partire dall'arrivo
« Reply #29 on: May 24, 2010, 11:56:39 am »
0
Se ti vedi Kuro Obi vedi un eccellente Oi Tsuki eseguito da un ottimo 6° Dan ;)

che fai ora ti metti a citarre i film!!  :spruzz:

dimmi tu piuttosto che ne pensi di quelloc he ho detto? ha senso o no?  :=)

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