Partire dall'arrivo

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Luca B.

Partire dall'arrivo
« on: May 21, 2010, 15:06:57 pm »
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In molte arti marziali si usa iniziare la pratica da tecniche che poi, dopo anni e anni di pratica ed esperienza, si scoprono essere le più difficili da eseguire, dei punti d'arrivo.
Stesso discorso vale per movimenti che, alla lunga risultano essere più comodi e facili nella loro forma più avanzata, come ad esempio la caduta saltata o la proiezione che, acquisite, si scoprono assai più comode della caduta da in ginocchio che è quella da cui si parte.
Nel Karate, le due tecniche più difficili da usare in combattimento, due fra le più dirompenti (quando ben eseguite) e alla portata di alcuni e non di tutti, sono l'Oi Tsuki e il Mae Geri, di fatto il primo pugno e il primo calcio che si impara.
Altrettanto di fatto, quasi nessuno le porta in kumite, con varie motivazioni, vuoi perchè è lento, scomodo, prevedibile o qualsiasi altro motivo.
Fatto salvo poi, scoprire che alcuni, pochi, padroneggiano tali colpi e ne fanno una vera e propria arma.
Così viene da pensare che sia un problema di pratica, che debbano essere allenate per più tempo rispetto alle altre per essere efficaci, ma anche che, se si arriva a padroneggiarle si disporrà di gesti che sono la quintessenza del karate.
Mi piacerebbe sapere come valutate questa cosa, non solo su quelle due tecniche, ma sul ftto che sia così frequente iniziare dalle cose più difficili, dai punti di arrivo.

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Offline Darth Dorgius

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Re: Partire dall'arrivo
« Reply #1 on: May 21, 2010, 15:09:22 pm »
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Luca, per capire (visto che non conosco bene la terminologia giapponese)...

Mae geri se non sbaglio è il calcio frontale... Ma l'Oi Tsuki?
Cittadino del Territorio Libero di Trieste.

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Luca B.

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #2 on: May 21, 2010, 15:31:23 pm »
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Luca, per capire (visto che non conosco bene la terminologia giapponese)...

Mae geri se non sbaglio è il calcio frontale... Ma l'Oi Tsuki?

Mae Geri = Calcio frontale dato con il piede posteriore che percorre tutto il passo, quindi con massima spinta.
oi Tsuki = Pugno diretto che si esegue allo stesso modo del Mae Geri.

Ovviamente ho una serie di spiegazioni che mi sono dato negli anni, ma mi interessa la visione degli altri.

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Luca B.

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #3 on: May 21, 2010, 16:12:52 pm »
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Magari poi provo a esporre il mio pensiero a riguardo, ma per ora la ragione del 3D è proprio quella di capire come se o spiegano gli altri.

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muteki

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #4 on: May 21, 2010, 16:26:42 pm »
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cucinare gli spaghetti aglio e olio è facile. farli buoni no.


il karate è arte. le basi sono fondamentali ma non occorre fossilizzarsi, giusto?

allora, racconto la mia esperienza personale. all'inizio tutti mi dicevano di non tirare i pugni con la spalla. ora il maestro mi dice di non bloccare la spalla.

all'inizio non capivo ma un bel giorno ho capito.


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Luca Bagnoli

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #5 on: May 21, 2010, 17:01:52 pm »
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Premettendo che il calcio frontale è utilizzatissimo e non capisco perchè lo cataloghi come tecnica poco utilizzata, Luca , credo che questa tendenza a partire dalle cose più complicate sia in realtà esclusiva del karate. che poi i fondamentali siano l'essenza della maestria è un altro discorso. In linea di massima per prime non si insegnano le cose più facili o più difficili ma quelle più IMPORTANTI. Per questo quando uno entra nel dojo gli si insegnano come prima cosa guardia , spostamenti , blocchi , pugni dritti e via dicendo...

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muteki

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #6 on: May 21, 2010, 17:06:08 pm »
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Premettendo che il calcio frontale è utilizzatissimo e non capisco perchè lo cataloghi come tecnica poco utilizzata, Luca , credo che questa tendenza a partire dalle cose più complicate sia in realtà esclusiva del karate. che poi i fondamentali siano l'essenza della maestria è un altro discorso. In linea di massima per prime non si insegnano le cose più facili o più difficili ma quelle più IMPORTANTI. Per questo quando uno entra nel dojo gli si insegnano come prima cosa guardia , spostamenti , blocchi , pugni dritti e via dicendo...

in alcuni contesti, oggi come oggi, il calcio frontale in effetti non è utilizzatissimo. concordo sull'insegnare le cose importanti, all'inizio. poi si migliora nel tempo.

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Luca B.

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #7 on: May 21, 2010, 17:06:44 pm »
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Riguardo Oi e Mae, la prima e più semplice ragione è che coprono una distanza maggiore.
Andando più a fondo, la maggior percorrenza prescinde dalla distanza del bersaglio, torna utile nell'intento di sfondare, trapassare, andare oltre fissando assai più in là il bersaglio.
Il colpo caricato con la gamba posteriore, quando è un colpo dritto, assume maggiormente le fattezze del trave, ossia di una linea/catena cinetica più retta possibile, secondo il principio dell'ariete sfonda porte.
Il radicamento a terra aumenta e con esso la spinta, diminuiscono gli angoli aumentando la capacità di penetrazione, aumenta il percorso esattamente come accade nella differenza fra pistola e fucile, il lavoro dell'anca è più logico e dinamico.
Tutto questo, è ovviamente legato ad un prezzo, ovvero il maggior tempo d'esecuzione data la maggior distanza da percorrere.
Quindi, richiede una profonda interiorizzazione, una elevata precisione, una grande esplosività e un timing notevolissimo, che sia sen no sen piuttosto che go no sen.
Tutto questo necessita di tempi di apprendimento assai più lunghi, ripetizioni estenuanti, grande frustrazione determinata dal fatto che, nel frattempo, vediamo che mille altre cose riescono meglio e prima.
Quindi, spesso, si accantonano queste tecniche a causa della enorme difficoltà che spinge a ritenerle purmente formali.
Di fatto, se perquoto una cassa toracica, se colpisco un punto sensibile o molle, posso frustare il colpo, replicarlo con altri colpi a catena, ma se avessi solo quello a disposizione, se volessi sfondare un torace, dovrei puntare a trapassare, ad andare oltre il torace stesso, con la massima spinta possibile.
Ma il 3D è su tutte le "prime tecniche", non solo su quelle due.
Li mi sono dato una spiegazione di questo genere:
Per imparare in modo utile un'arte marziale, è necessario riappropriarsi della capacità e del metodo di apprendimento di un bimbo piccolo, non mutuato o filtrato dai troppi ragionamenti, primordiale, istintivo.
Quindi torna utile una didattica che mi imponga di scontrarmi con i limiti che la mente mi impone, con i suoi freni.
Cadere, per esempio, rotolarsi eccetera, insomma, padroneggiare il nostro spazio a 360°, alto e basso compresi, non solo davanti e dietro o destra e sinistra, è un processo del tutto naturale in prima infanzia, poi, gradulmente, perdiamo il contatto col suolo, dimentichiamo che abbiamo un sopra e, quando impariamo a cadere in un Dojo, ci scontriamo con una innata paura del suolo che da piccoli non avevamo, che il nostro cervello ha costruito, che dovremo superare ripartendo da terra ( in ginocchio) fino a poterlo fare da in piedi, saltando, venendo proiettati, situazione in cui chi proietta fa quasi tutto per la comodità del proiettato.
In pratica, secondo me, il percorso formativo, quello che dovrebbe condurre alcuni alla personalizzazione e alla crescita e ricerca personale, è come un cerchio, un cerchio che parte dal punto in cui si chiuderà per poi cnsentire l'inizio di un nuovo viaggio, non più uguale a tutti gli altri ma personale ed unico, il DO appunto.
Credo sia per questo che si comincia dalla fine.
« Last Edit: May 21, 2010, 17:21:10 pm by Luca B. »

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Luca Bagnoli

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #8 on: May 21, 2010, 17:10:12 pm »
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Premettendo che il calcio frontale è utilizzatissimo e non capisco perchè lo cataloghi come tecnica poco utilizzata, Luca , credo che questa tendenza a partire dalle cose più complicate sia in realtà esclusiva del karate. che poi i fondamentali siano l'essenza della maestria è un altro discorso. In linea di massima per prime non si insegnano le cose più facili o più difficili ma quelle più IMPORTANTI. Per questo quando uno entra nel dojo gli si insegnano come prima cosa guardia , spostamenti , blocchi , pugni dritti e via dicendo...

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muteki

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #9 on: May 21, 2010, 17:13:59 pm »
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luca b., mi permetti di azzardare una correzione di tiro? più che un cerchio, io vedo il do come una spirale... ;)


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Offline XinYiMan

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Re: Partire dall'arrivo
« Reply #10 on: May 21, 2010, 17:15:24 pm »
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Io penso che sono le tecniche del repertorio del karate che meglio insegnano a gestire la forza di gravita, cioè a non subirla quando dobbiamo difenderci ed imparare a farla subire quando attacchiamo. La forza di gravità è la forza più potente che esiste, bisogna solo saperla gestire, poi sono molto utili anche per capire la relazione centro periferia e per apprendere le capacità torsiva e flesso estensiva. Secondo me come tutti i gesti sono gesti votati ad apprendere delle capacità che non delle vere e proprie tecniche. Il bello che quando si sono apprese le capacità insite del gesto la tecnica funziona viceversa no!
Un albero non si giudica forte in base alla lunghezza dei suoi rami, ma dalla profondità delle sue radici!

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Luca Bagnoli

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #11 on: May 21, 2010, 17:17:50 pm »
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Per Muteki : io vedo il do come una scala a chiocciola
Per Xin : la forza più potente non è la gravità ma l'amore!

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muteki

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #12 on: May 21, 2010, 17:18:36 pm »
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Per Muteki : io vedo il do come una scala a chiocciola


esatto, una spirale. una scala a chiocciola. è la stessa cosa. ;)

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Offline XinYiMan

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Re: Partire dall'arrivo
« Reply #13 on: May 21, 2010, 17:20:39 pm »
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Per Muteki : io vedo il do come una scala a chiocciola
Per Xin : la forza più potente non è la gravità ma l'amore!

Lo sapevo che qualcuno lo avrebbe detto.  :D :D :D :D
Con l'amore non ci tiri i pugni, con il supporto della gravità si! :)
Un albero non si giudica forte in base alla lunghezza dei suoi rami, ma dalla profondità delle sue radici!

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Luca Bagnoli

Re: Partire dall'arrivo
« Reply #14 on: May 21, 2010, 17:25:09 pm »
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Per Muteki : io vedo il do come una scala a chiocciola


esatto, una spirale. una scala a chiocciola. è la stessa cosa. ;)

No la scala a chiocciola sale o scende. Ed è una scala. Ciò è importante perchè la vita è come una scala e se il do è la via e la via è la vita allora il do è una scala. Magari la scala di un pollaio che , tutti sappiamo , è corta e piena di deiezioni. Hai molto da imparare ragazzo , sarò tuo maestro.