QUANTE TECNICHE, QUALI TECNICHE
Da un pò di anni il mio obiettivo dichiarato è la qualità
e non parlo solo del programma, ma di tutta la mia vita.
Non acquisto più vino da supermercato per berne un litro
di vino ne bevo molto poco (checchè se ne dica, ed adesso li sentirete subito intervenire, ne ho sempre bevuto poco), probabilmente meno di prima
ma lo bevo buono
se devo fare 100 cose per impazzire
perchè la società moderna ti porta a farne 100 (perchè se non tieni il ritmo sei un inferiore) a me non interessa:
ne faccio 90, con più calma, e con meno stress
se non posso togliermi tutti gli sfizi (che già il termine li definisce)
scelgo le cose realmente importanti per me e mi concentro su quelle
tornando all'arte marziale credo troverò un gran numero di persone che converranno sull'ovvia preferenza per tecniche valide (cosiddette) con la chiara difficoltà di capire quali siano, come vanno eseguite, se sia preferibile una infinta ripetizione piuttosto che un'esecuzione gravata da difficoltà inserite volutamente per aumentare l'abilità
mi sono quindi a lungo interrogato su come si possa diventare più bravi,
più abili se preferite
le risposte che mi sono dato in realtà sono più di una (che preferirei approfondire più tardi)
ma, tra queste risposte, paradossalmente vi ho inserito anche la quantità
Come può la quantità aiutare la qualità?
teoricamente sono nemiche.
Seleziono un numero x di tecniche perchè mi serve un programma minimo, essendoci delle situazioni che vanno inevitabilmente studiate, ma se potessi circoscrivere otterei un'arte più pulita e che potrei maggiormente specializzare.
Tra le altre cose sono giunto alla considerazione che il concetto di memorizzazione dell'arte marziale sia sbagliato.
Non si imparano le arti marziali a memoria:
i principi si imparano con il corpo (e quindi la memoria non c'entra)
i casi possibili sono troppi perchè la mente li possa contenere tutti
la quantità a mio avviso diventa un'assicurazione anche in questo senso
e chi si vanta di chiedere sempre tutto il programma ai propri allievi rischia la fine delle ns. scuole, dalle quali si esce diplomati e dopo un paio d'anni si ricorda si e no la metà di ciò che si è studiato