...omissis... Capisco il discorso sulla purezza stilistica. E' legittimo, ma non dovrebbe essere a mio avviso l'unico elemento per valutare. Specie se si è interessati in generale all'efficacia marziale più che ad uno stile particolare. ...omissis...
Compreso e condiviso il punto "allievo" sono però a pormi una domanda:
Il cosidetto "corpo TJQ" è un qualcosa di UNIVOCAMENTE definito e ottenibile SOLO con un particolare percorso ?
Se la risposta è SI allora ne consegue che allenamenti di altro tipo "distolgono" e "viziano" il raggiungimento di tale condizione.
Se la risposta è NO allora ne consegue che il TJQ NON si differenzia da altre AM per propri principi di corpo cioè quello che i cinesi riassumono in "shenfa".
Lu,
riguardo allo "shenfa". Ti racconto un'esperienza di circa 20 anni fa quando praticavo Judo agonistico.
Per un certo periodo il gruppo in cui praticavo fu seguito da una allenatrice ex agonista che impostava l'allenamento in maniera molto muscolare e poco tecnica. Potenziamento e poche tecniche. Al gruppo questo metodo dava soddisfazione e si partecipava a delle gare anche a livello nazionale. Nelle gare di Judo moderno, mi spiace vince spesso il più muscolarmente preparato. Altro che arte della cedevolezza.
Successivamente l'allenatrice venne sostituita da un altro allenatore proveniente da un'esperienza diversa (più raffinato tecnicamente). L'allenamento che proponeva era meno "muscolare" e a mio avviso più intelligente. Quella persona aveva sviluppato, non so come, quello che col senno di poi chiamerei "Zhong Ding Jin", asse centrale diritto e allineato, testa sospesa, gomiti pesanti, buon radicamento. Inutile dire che era ampiamente al di sopra della media grazie solo a questi requisiti posturali e in un paio d'anni che insegnò nella palestra nessuno riuscì mai a proiettarlo. Ovviamente molti agonisti, credo più per orgoglio testosteronico che altro, non ne riconobbero la bravura e continuarono a cercare di allenarsi secondo il vecchio metodo.
Quella persona aveva sviluppato, non so come magari grazie al suo maestro o ad innata predisposizione, dei requisiti strutturali base nel Taiji (e questo è ciò che mi piace del Taij, perché in esso si parla di principi in modo esplicito, cosa che in altre arti è andata perduta). E penso che l'allenatore, specie in quegli anni, neanche avesse mai sentito parlare di Taiji.
Per questo rimango convinto della bellezza del Taiji e della "universalità" dei sui principi che riguardano il corretto movimento corporeo.