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Offline SassoDiBosco

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #60 on: January 18, 2012, 22:48:10 pm »
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Bro, la mia era solo curiosita  ;)
Grazie per le squisite info .. poi quando hai un po' di calma io e te dobbiamo fare una approfondita discussione  :)
 
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Offline Bingo Bongo

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #61 on: January 19, 2012, 00:00:30 am »
0
Molto interessante.
Ricordo che c'erano tecniche di contrazione dell'ano associate alla respirazione, ma non ricordo il nome.
Hai un pò di info in merito?

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Offline Ragnaz

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #62 on: January 19, 2012, 00:46:34 am »
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Confermo che ci sono, per es. in una delle varianti di pasciumttanasana. Ora come ora però mi sfugge il nome  :-[
Ragnaz - alias Luca


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insetto

Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #63 on: January 19, 2012, 01:01:51 am »
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In oltre per marzialisti e praticanti di arti interne é ottimo perche si abina con controllo e performance.. non credo che nemmeno taiji, qigong e tutte le pratiche alchemiche filo-cinesi facciano una cosa simile.

Rispetto questa sorta di tuo campanilismo ma credo che vi siano analoghe pratiche anche in altri ambiti. :)

Molte delle cose che citi (x quel poco che ho compreso facendo ricerche su ggl) hanno forti corrispondenze (prendila con le pinze questa "corrispondenza") nelle pratiche interne delle CMA come nei sistemi di coltivazioni di varia natura.
Sia l'uso pneumatico del corpo, sia il controllo del respiro, le contrazioni di punti o zone, le posizioni statico-dinamiche, ecc. hanno parallelismi in altri ambiti tra cui quello delle cosidette pratiche interne delle CMA. La mia conoscenza e' veramente limitatissima per cui prendila come una opinione personale e non un qualcosa derivante da una conoscenza a 360 del mondo dei metodi di coltivazione.

Quel riferimento che ti facevo nell'altro post aveva questo scopo ma probabilmente avevo mal compreso quello che descrivevi, non essendo io dell'ambiente.

ps. Interessante il fatto che nel campo yoga vi sia questa positiva scelta di non tradurre le pratiche e di mantenere i nomi in sanscrito. Cosa che purtroppo non avviene in amito "cinese".

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Offline SassoDiBosco

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #64 on: January 19, 2012, 10:17:17 am »
0
Machine, ma cosa vuoi sapere di preciso?
Se fai una domanda specifica magari qualcuno puo' provare a risponderti  ;)
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insetto

Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #65 on: January 19, 2012, 11:16:06 am »
0
@insetto
tu dici che ci sono pratiche analoghe anche nella tradizione cinese e che pure li si studia la respirazione in modo molto approfondito, ma poi dici che tu non sei un esperto e non te ne intendi della materia.

Come ho gia' detto la mia conoscenza e' molto limitata a poche cose viste-praticate per cui non mi addito tale sostantivo.

Ecco vedi, chi pratica arti cinesi dice sempre cosi. Mai nessuno che dice di sapere come si fa a fare una cosa.
Ecco come mai nell'altro post ti ho detto che posti concetti "buttati li" senza dare teorie e spiegazioni. Nessuno sa con esatteza in cosa consistano queste pratiche di coltivazione del respiro, ogni uno rimanda a maestri e teorie e nessuno di voi (ma non solo voi del forum, parlo pure di fuori da questa piattaforma) sa spiegare le pratiche e dare dei principi e teorie su cui si basano.

Semplicemente lascio tale onore a persone competenti, e io non sono una di quelle. :)
Mi pare poi complicato discutere nel dettaglio di pratiche su un forum, sopratutto perche' credo nella inter-essenza di esse se fanno parte di un "pacchetto" completo. Non si puo' quindi discutere della singola pratica senza prendere in esame il pacchetto completo e questo e' fattibile solo da chi ha fatto buona parte del percorso del metodo.

Tu stesso citi alcune regole di pratica ma non analizzi poi nel dettaglio il percorso. Le regole (fai cosi, fai cola) sono l'inizio di un percorso e i paletti che ti devono tenere dentro ma il percorso in se non e' assimilabile a tali regole.

Il problema principale delle scuole di tjq e affini e' che spesso c'e' un calderone di pratiche messe tutto allo stesso livello e praticate tutte assieme che servono a tutto e niente.
Mancano le associazioni "pratica->risultati" o "pratiche->risultato". Questo ho notato io.

Per essere sincero avevo iniziato a cercare un po di analogie nella tradizione cinese, ho provato vari maestri e visitato qualche scuola sia in italia che qua in uk (non moltissime a dire il vero). Quello che ho trovato riflette un pochino il discorso fatto sopra.

L'YiQuan devo dire che é una pratica interessante, non so se completa, ma di sicuro é interessante.

Si e' molto raro trovare una scuola che contenga e trasmetta quelle pratiche.
Per quel poco che ho visto-letto posso dirti che la maggioranza delle scuole di tjq non ha tali elementi o li riserba per pochissimi studenti.
E' una deduzione personale ricavata da quello che vedo fare/dire da parte degli esponenti.

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insetto

Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #66 on: January 19, 2012, 11:30:20 am »
+1
Se la vuoi provare:
- descrizione -
oppure
sito web/libro/video con istruzioni"


Molto delicato questo discorso. Le pratiche che permettono di ottenere qualcosa di interessante a mio avviso richiedono di spingerti verso dei limiti, analogamente a quello che fa un qualunque praticante di AM durante il suo allenamento piu' "fisico". Le sole regole di partenza o base non sono sufficienti a farti rimanere dentro il percorso o ad evitare problemi eventuali.
Inoltre spingersi ai limiti e' una strada molto personale, dato che ognuno e' fatto in modo differente e quindi si confrontera' con i "suoi" limiti. Serve una guida che ti segua e un percorso.

Non puoi prendere una pratica che lavora su un determinato tipo di Qi e farla cosi'. Devi prima possedere tale Qi e probabilmente altri stati-elementi.
Non puoi lavorare su aspetti della respirazione che richiedono determinati tempi/ritmi se prima non ci arrivi, magari con altri ex.

Io mi trovo vagamente in linea con quello detto da un certo sumrajani sull'altro forum (a cui aggiungerei il fatto che i limiti sono relativi a tutto il tuo essere e non solo quello piu' fisico). Te lo riporto :

Quote
Ho voglia di esprimere la mia opinione sul "cicung" con il proposito di fare chiarezza in attinenza ad uno strumento di pratica sulla cui conoscenza sempre più marzialisti e newageisti dell'ultim'ora si sperticano.
Come qualcuno avrà avuto modo di notare, questa è un'epoca di pseudoevoluzione da supermercato, dove vanno nascendo come funghi corsi di ogni tipo con il dichiarato intento di voler promuovere l'evoluzione umana e spirituale delle masse.
Ora, senza addentrarmi in territori che non conosco affatto, preferisco invece parlare di qualcosa che un po' mi è familiare.
Comincerei con lo sfatare il primo grande mito secondo il quale il Qi gong sarebbe una pratica tranquilla, dove si eseguono posture fisse o in movimento cercando di rimanere tranquilli e rilassati. Nel vero Qigong non c'è nulla su cui stare tranquilli!
Il termine qigong viene comunemente tradotto come "lavoro sull'energia", ma sono parole senza senso per il praticante medio che non ha idea di cosa voglia dire lavoro e tanto meno di cosa si intenda per energia.
Il Qigong è una pratica puramente alchemica, il suo scopo è quello di trasformare per intero il praticante partendo dalla struttura corporea.
Un proposito di questo genere non è perseguibile facendo pratiche "tranquille", pensando che così, dopo un po' di tempo "muoviamo l'energia" e chissà cos'altro succede. Succede solo che ci raccontiamo un sacco di fregnacce e siamo tristemente soddisfatti così.
Il Qigong è una pratica estremamente faticosa dove si fanno costantemente i conti con i propri limiti. Tutto il nostro corpo ( muscoli, tendini, ossa, organi interni) è fortemente coinvolto e sollecitato.
Il dolore e la fatica devono essere insopportabili perchè stiamo compiendo un atto rivoluzionario. Il senso di inadeguatezza non è un giochino per il nostro intelletto viziato, ma diventa nella pratica un elemento dominante ed estremamente sostanziale.
Se non c'è dietro un anelito, se non c'è una volontà forte che guida tale pratica, continuare a farla diventa peggio che non fare nulla.
A questo punto, per chiunque si faccia due domande dovrebbe essere chiaro il motivo per il quale una pratica di questo tipo non può essere per le masse.
Se gli insegnanti o pseudotali lavorassero in questo modo, in ogni corso, in brevissimo tempo non rimarrebbe un solo praticante disposto a proseguire.
Il qigong che molti praticano è in realtà, nella migliore delle ipotesi, ginnastica per la cosiddetta "terza età" o per chi ha particolari problemi di salute, ma in questo caso siamo orientati alla sopravvivenza, e nel concetto di sopravvivenza io non ci vedo nulla di rivoluzionario.
Ciò detto, auguro a tutti, me per primo, di trovare la forza per praticare un vero "Gong fu".

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Offline SassoDiBosco

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #67 on: January 19, 2012, 11:45:12 am »
0
Non mi sembra di chidere la luna in fin dei conti.

Ora non posso, stasera provo a risponderti ( in base alle mie scarse e limitate esperienze )
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Offline Ragnaz

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #68 on: January 19, 2012, 12:24:44 pm »
0
Io ti consiglio di impararlo e secondo me lo trovi gratis on line se cerchi i siti di Roberto Sassone. É una pratica che avviene in progressione quindi non c'e' giusto o sbagliato. In oltre per marzialisti e praticanti di arti interne é ottimo perche si abina con controllo e performance.. non credo che nemmeno taiji, qigong e tutte le pratiche alchemiche filo-cinesi facciano una cosa simile.
In piu é comodo quando non hai voglia di praticare, o quando hai un infortunio o comunque non sei in forma smalliante e te ne vuoi stare tranqui

Non ho trovato nulla, a una prima ricerca... in compenso pare sia un marchio registrato?  :-\
Ragnaz - alias Luca


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insetto

Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #69 on: January 19, 2012, 13:21:21 pm »
0
@insetto

Punto di vista che condivido (almeno in parte), ma che non deve diventare il "paraculo" per dire ogni volta:
"So che c'é questo questo e quell'altro ma non so come si fa o cosa siano i principi che lo regolano!"

Se e' quello che pensi non vedo come posso farti cambiare idea. :)

Se vai a vedere le discussioni nella sezione taiji (di questo forum o in altri) trovi che spesso le discussioni vertono su argomenti privi di contenuti, e quindi si parla di aria fritta.

Sono consapevole che da un forum o anche da un libro sia difficile (e a volte pericoloso) provare delle tecniche, ma sono anche consapevole che un minimo di spiegazione di principi e procedure sia necessario anche solo per discutere di qualcosa. Altrimenti su cosa discuti?

Di principi, teoria, ecc. La pratica non la imparo ne la discuto su un forum, la eseguo come da indicazione di chi mi insegna.
Che senso ha discutere di una pratica con altri che magari manco conoscono? Come possono venirti in aiuto?

E senza offesa non mi metterei a fare una pratica su indicazione di uno su un forum. Come dicevo sopra sono strade difficili che richiedono dedizione e fiducia in chi ti insegna.

Molta della mia conoscenza deriva da libri, oltre che dalla pratica, perché spesso i maestri non ti danno il malloppo immediatamente e non spendono una lezione solo per te, ma piuttosto ti danno linee guida generali che poi uno si va a sviluppare da solo con libri e ricerca...un po come studiare all'universitá!

Tutta la mia conoscenza e le supercazzole che sparo derivano unicamente dalla pratica. Dai libri non ho mai appreso nulla.

Concordo con il tuo discorso sulla universita' ma dato che la strada intrapresa e' molto complessa serve una guida e non basta la biblioteca.
Ti faccio un parallelismo.
"Prof. ho cercato approfondimento su questa cosa perche' volevo capire meglio ma nel libro di Pinco o in quello di Pallo non c'e' nulla. Me li sono letti tutti come mi ha detto."
"Devi prendere il libro di Tizio, cap. 3 e quello di Caio cap 7 e 11 li trovi tutto. Non prendere quello di Sempronio perche' le sue conclusioni sono confermate come errate e abbandonate. "

Tornando IT significa ricevere direttive precise (libro tale, capitolo tale) alle domande che dovranno poi essere perseguite nella pratica (leggersi i cap dei libri e studiarli) e avvertimenti su cosa non fare (errori, sbagli, errata comprensione di una cosa, ecc.).

A certe domande la riposta puo' essere maggiore pratica ("torni pure la prossima volta che non mi pare preparato e si studi X e Y!!") Conta sicuramente scegliere un buon corso di laurea di una buona universita' (i professori che uno ha contano!!).


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insetto

Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #70 on: January 19, 2012, 14:22:46 pm »
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Allora dovrei cancellare quasi tutti i miei post sullo yoga, visto che faccio riferimento a pratiche per discutere u ana teoria/principio. Seocndo me é proprio questa la differenza di chi sa e pratica e di chi parla per sentito dire di pressapochismi.

Non ti sto dicendo come essere presente sul forum quanto che visioni differenti hanno idee differenti sia della pratica che dei principi stessi messi in pratica.
Ritorno al discorso che scuole differenti hanno visioni a volte molto differenti.

Sul discorso di chi sa e chi no posso dirti che io credo di sapere veramente molto poco di pratiche di coltivazione. Il poco che so lo tengo per me. :)


La pratica é tutto, chi ha sviluppato queste tecniche (yoga/taiji/qigong ecc) probabilemnte praticava ore e ore al giorno. Sei in grado di farlo con i tuoi ritmi di vita?
Io no, e quindi alcune cose le devo leggere, e poi provarle, perché non ho il tempo di scoprirle piano piano con la pratica da solo.

Io purtroppo pratico molto poco diciamo 2-3 h al gg, se fossi meno pigro potrei salire. Ma c'e' sempte tempo x migliorarsi. :)
Io ora posso dirti che preferisco la seconda via che citi...scoprire le cose passo dopo passo su di me anziche' sui libri.

Infatti ho detto che lo studiare da soli é un compendio ad una guida/maestro. Non é che ci si improvvisa autodidatti.

Una cosa e' praticare da soli sotto una guida che ha esperienza del percorso e un'altra e' andare alla cieca prendendo di qua e di la.
E' un terreno MOLTO delicato sopratutto se ti spingi un po' distante dalla riva. Finche' resti dove l'acqua e' a 30 cm non vi sono problemi....

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Offline Ragnaz

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #71 on: January 19, 2012, 14:24:52 pm »
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Sembrerebbe di si... che palle!

Non credevo che anche nello yoga, ahinoi, fossero entrate robe di questo tipo (brevetti marchi e simili  ??? )
Ragnaz - alias Luca


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Offline Ragnaz

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #72 on: January 19, 2012, 14:25:11 pm »
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Qua c'é una piccola spiegazione del metodo usato dalla fondazione the art of living

http://www.artofliving.org/sudarshan-kriya

e un video di spiegazione principi

Rajshree Patel talks about Power of Breath - Sudarshan Kriya

ma nulla di tecnico.

Quando ho un attimo posto la sequenza in modo dettagliato (sperando di non andare incontro a casini per i diritti d'autore e balle varie).

Denghiu very much  ;)
Ragnaz - alias Luca


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Offline Ragnaz

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #73 on: January 19, 2012, 23:52:54 pm »
+1

Come vedi la gente é gelosa delle proprie pratiche e non solo i filo-cinesi ma anche i filo-indiani (anche se un po meno).
Qualli che insegnano si fanno pagare e c'é un bel business anche li. Fortunatamente la qualitá non manca cosi almeno paghi per qualcosa.

Farsi pagare, entro certi limiti, mi sta bene.. solo che tanta gente ha limiti molto oltre quelli che io ritengo come seri :)
Ragnaz - alias Luca


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Offline SassoDiBosco

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #74 on: January 20, 2012, 09:19:08 am »
+2
Machine Gun Yogin :

Io ho trovato interessantissime similitudini tra i due "metodi di coltivazione", ma credo che con lo Yoga si vada piu' nel profondo. Comunque sia dobbiamo sempre ricordare che i vari Qi Gong sono (quasi) sempre associati a delle Arti Marziali, mentre nello Yoga il fine è "solo" la salute ed il benessere.
Inoltre a mio avviso le tecniche derivate dalla Cina sono efficaci ma poco efficienti ... nel senso che io personalmente ho da sempre riscontrato ridondanze e scarsa ottimizzazione, mentre da quel che sto capendo ( anche con un pizzico di pratica ) la coltivazione indiana è molto strutturata ed efficiente, i metodi sono piuttosto standardizzati e chiari e questo porta a dei risultati ottenuti minimizzando gli sforzi.
Parlando di cose squisitamente pratiche ( lascio le finezze concettuali agli altri ragazzi ) quando praticavo il qi gong cosiddetto "duro" , la prassi da usare era molto simile a quello che tu chiami Moola Bandha, infatti si nella fase di pieno si comprimeva il ventre verso il basso contraendo ( ma a volte anche rilassando ) l'ano ed i muscoli pelvici e percuotendo determinati punti di pressione al fine di irrobustire incredibilmente le fasce muscolari del tronco.
Associati a questa tecnica di respirazione c'erano anche dei movimenti ben precisi atti a "bloccare" energeticamente per lavorare su alcune parti come i pettorali o il basso addome, oppure delle compressioni sulla gola e l'emissione di suoni ben precisi.
Stesso discorso per quanto riguarda una tecnica analoga caratteristica dell' Hung Gar ( lo chiamavamo filo spinato) , in cui i suoni emessi sono un po' diversi da quelli che si faceva noi, ma il concetto è lo stesso.
Questo pacchetto di tecniche richiedeva un esercizio giornaliero ed una fascia ben stretta alla pancia, che ti faceva sentire bene il movimento addominale, gli effetti sul fisico erano straordinari,tangibili con mano e a prova di deficiente.

Per quanto riguarda i Qi Gong caratteristici di arti come il Tai Ji ed affini te ne parlo nel pomeriggio perche' devo scappare ;)








 
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