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Offline SassoDiBosco

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #75 on: January 20, 2012, 18:26:06 pm »
+2
rieccomi  :)

Gli esercizi di Qi gong inerenti pratiche come il Tai Ji Quan che personalmente ho praticato si facevano principalmente usando il ventre per fare qualsiasi cosa, quindi "espansione/contrazione" dei muscoli ventrali nella respirazione e utilizzo della consapevolezza del proprio corpo per giocare con le varie forze e stirare parti precise del corpo decontraendole per eliminare eventuali blocchi ( ad esempio la schiena, collo, spalle, anche etc ), non mi sento di spendere molte parole perchè a livello teorico si è detto di tutto e di piu'.

Molto piu' raffinato il lavoro improntato esclusivamente sulla salute e sul benessere, tale Qi Gong medico ahimè l'ho praticato per pochissimo dato che l'insegnante non era disposto a portare avanti tale discorso.
Si faceva un largo uso di "suoni", versi, punti di pressione e strumenti particolari ( come la frustina fatta da tanti filamenti di acciaio atti a percuotere determinate zone del corpo ), ricordo che ad ogni organo era associato un suono o un respiro ( secondo la MTC ) che ti mette in grado di lavorare sia sul corpo fisico che quello sottile.
Ricordo anche delle pratiche molto singolari riguardanti i cibi da ingerire, i fluidi corporei ( e qui trovo affinità con quanto dicevi dello yoga fatto sudando ) da controllare e la pratica sessuale, ma tutto cio' caratterizza anche la cultura Taoista in genere.

continua ...




 
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Offline SassoDiBosco

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #76 on: January 22, 2012, 08:39:00 am »
+1
Io presumo che qigong voglia dire coltivazione del qi (non credo controllo). In questo caso dovrebbe avere un sistema di respirazioni molto avanzato, simile allo yoga, altrimenti come si fa a coltivare il qi?

Provo a risponderti:

Qi Gong = Lavoro ( come Kung,Quan etc ) sul Qi ( come Ki,prana etc )

Come dicevo prima ci sono moltissime sfaccettature e molti lavori differenti che si praticano ... non c'e' un unico metodo ( come poi nello Yoga ).
Gia' la macrodivisione tra Qi Gong marziale e non marziale ti dovrebbe suggerire che coltivare il Qi è utile a migliorare le performances in combattimento, ma anche scambiare qi per "pulirsi", oppure accumularlo per migliorare la salute, oppure farlo scorrere per eliminare i blocchi fisici/sottili.
Insomma ci sono lavori molto diversificati sul qi, e spesso un tipo di lavoro ne preclude un altro.
Per ridondanza intendo ritornare sulle cose piu' volte sprecando risorse.
Un particolarissimo tipo di lavoro sottile l'ho fatto per molto tempo ed era associato ad una (strana) forma di Yi Quan { lavoro sull'Yi ( intenzione ) } in cui si facevano stranissimi esercizi di respirazione,camminate e movimenti per smuovere qi.
Proprio grazie all'allenamento dello YI ho imparato moltissime cose sulla respirazione, lo "sblocco" di alcune zone del corpo e come respirare da alcuni punti del corpo.

Per quanto riguarda le differenze tra le respirazioni vale lo stesso discorso, dipende dal lavoro che vuoi fare! Come nello Yoga esistono n tipi di respirazione , lo stesso vale per le pratiche cinesi ... c'e' quella solo con la pancia, quella chiamata "inversa", quella "a pressione ( tipo moola bandha ), quella concentrandosi su un punto del corpo, quella circolare etc etc


Come vedi ci sono lavori differenti tra loro, dipende dal fine che vuoi raggiungere.  :)
« Last Edit: January 22, 2012, 08:42:54 am by SassoDiBosco »
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Offline Bingo Bongo

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #77 on: January 28, 2012, 00:34:40 am »
0
Molto interessante.
Ricordo che c'erano tecniche di contrazione dell'ano associate alla respirazione, ma non ricordo il nome.
Hai un pò di info in merito?
Moola bandha non é la contrazione dell'ano.
Nella parete pelvica ci sono diverse componenti e si eseguono diverse pratiche.
La contrazione dell'ano é un mudra che si usa in certi casi, mentre quella dell'uretra un altro mudra che si usa in altri.
Moola bandha invece é la contrazione dello spazio tra i 2 lasciando rilassati entrmbi.
É un lavoro molto sottile che con anni di pratica non é nemmeno piu fisico ma diventa mentale.

In bhastrika si tiene in apnea quando si esegua l'ultima respirazione e ci si prepara por il "tutto pieno" ci si prepara anche per moola bandha. Il contenimento dell'aria nei polmoni e il lock della radice crea una specie di "pressione di energia interna".

Ma non si contrae l'ano.
Ci sto provando, ma almeno all'inizio per fare Moola Bandha non devo contrarre l'ano almeno per aumentare la sembilità della zona?
Il punto da contrarre per  Moola Bandha, se ho capito bene, è lo stesso che si preme col tallone nella poizione dell'eroe cioé quello che sta fra perineo e ano...Ma come si fa a contrarre quella zona???

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Offline Bingo Bongo

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #78 on: January 28, 2012, 11:39:20 am »
0
Grazie MGY,
Utile come sempre.
Naturalmente prima di "lamentarmi" avevo provato... :)

Proverò da straiato e vediamo se riesco a controllare questa zona.
E' un bandha che mi interessa controllarr proprio perché sono anch'io assolutamente certo che il controllo di questa zona del corpo porta grandi benefici.

Dovresti fare un maualetto di una 10na di tecniche fra asana, pranayama e lock corporei....Naturalmente gratis... :gh:

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insetto

Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #79 on: January 29, 2012, 01:15:53 am »
0
IMHO utile anche per marzialisti e meditatori che vogliono ottenere qualcosa di piu dalla pratica.

Come sempre la mia conoscenza e' molto limitata per cui tutto e' ovviamente IMHO.
Quei punti/zone (ma non solo quelli) sono parte della pratica di molti stili cinesi tra cui il tjq. Sono usati x attivare determinate capacita' o per particolari pratiche. Anche in scuole italiote come dice uno troverai riferimenti a quei punti. Sono presenti anche nei sistemi di coltivazione/meditazione. Vi sono libri di varie pratiche che le prendono in considerazione.

Non e' pero' definendo un pullup di un punto che determini il metodo.Il metodo e' un insieme di piccoli dettagli, dettagli che se ne perdi anche solo uno nel lungo periodo determina spostamenti enormi rispetto alla meta.

Ecco perche' dicevo che non si puo' apprendere da un libro ma serve una guida. Non e' un discorso di segreti massonici ma del fatto che serve una persona che abbia esperienza per poterti guidare e consigliare sopratutto quando emergono problemi.

E se cerchi risultati eccellenti devi spingerti al limite, e li i problemi emergono tutti. E senza una guida o ti fai del male, o semplicemente sbagli e non ottieni nulla o rinunici e ti ridimensioni nella pratica per poi ottenere poco o nulla.


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insetto

Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #80 on: January 29, 2012, 13:39:46 pm »
0
So che quel punto é anche parte della tradizione cinese e agopuntura, ma credo che il lavoro dei bandha sia specifico dello yoga.
Nel senso che non credo che nella tradizione cinese si vada a contrarre questo punto, quanto piuttosto lavorarci con agopuntura o similar. In oltre so che japponesi e cinesi hanno pratiche dove fanno ricorso a contrazione ano (per esempio il dozen yoga che ho praticato), mentre nello yoga indiano non avviene quasi mai, si lavora su moola bandha non sull'ano. In piu una respirazione simile ad ujjiayi l'ho vista nel Karate Goju, in una pratica di condizionamento duro.

Non parlavo di agopuntura.
I metodi non si differenziano per nazione o area geografica. Probabilmente anche nello yoga vi sara' chi contrae l'ano, non credo vi sia un'unica visione.
Puo' anche essere che la stessa regola sia presente in alcune scuole fin dall'inizio della pratica e invece sia usata solo dopo un po' in la un'altra scuola. Come puo' anche essere che sia sbagliato farlo e vi sia stata una errata interpretazione in alcune scuole.
Non ho esperienza per poterlo dire e mi pare assurdo poter generalizzare su queste cose dato che si profiggono spesso risultati differenti.

Per rispondere al tuo intervento sull'autoapprendimento ti do ragione, le tecniche dei bandha non sono separate dal contesto in cui si usano e vanno studiate con un maestro. Credo peró che un praticante di yoga, possa beneficiare di dettagli scritti sui libri per andare in profonditá con la pratica. Per esempio la contrazione di moola bandha viene mantenuta per tutta la pratica nell'ashtanga yoga abbinata con il respiro ujjiayi. Ho provato questo abinamento anche facendo altre attivitá sportive (ballo, lavoro al sacco) e il risultato non cambia, nel senso che lo scopo del lavoro é generare e controllare prana e a prescindere dai movimenti, l'abinamento funziona a se stante. Un marzialista per esempio puo decidere di usarlo durante la pratica di forme, oppure contrarlo alternativamente tra un colpo e l'altro in un combattimento (rilasciandolo quando il colpo viene esploso e contraendolo in fase di recupero per accumulare energia).

Come si era gia' detto in passato (credo fosse YM il primo a propendere per questa tesi) una volta che hai completato una buona parte di un percorso/metodo lo puoi applicare in ogni contesto.
Resta il fatto che prima devi apprenderlo bene da una guida.

Credo che se uno abbia delle buone conoscienze di yoga, leggersi libri seri non possa altro che giovare alla pratica. Questo non lo faccio solo io, ma lo fanno pure persone che praticano da 30 anni con risultati impressionanti. Se fai il corso istruttori di yoga in india della durata di 3 anni o piu, molte scuole hanno veri e propri testi didattici non solo teorici ma anche pratici. Non voglio suggerire di sostituire il maestro con i libri, ma di affiancare l'appredimento in ashram (palestra) con un po di letteratura specifica sperimentando. Chi ha inventato ste tecniche le ha inventate sperimentando, non sono cadute dal cielo, e i libri sono ottime guide scritti da maestri che condensano un retaggio di millenni di sperimentazioni.

Per me se uno ha "buone conoscenze di yoga" vuol dire che e' arrivato ad un certo livello di pratica del suo metodo cioe' ha ottenuto risultati tangibili e oggettivi. Cosa che come dicevo si puo' fare solo seguendo un maestro. Almeno io credo cosi'.
Dopo si che puoi apprendere in modo autonomo. Ma devi cmq trovare riferimenti in linea con il tuo metodo. Non puoi prendere parti di un metodo dove le regole di pratica sono differenti.

Certo che sono basate sulla sperimentazione e se non ti preoccupa di fare del tuo corpo un laboratorio di esperimenti ben venga. Ma chi ti assicura che non lo danneggi?
Ripeto se fai delle cose blande no prob ma se spingi oltre misura verso i limiti allora un piccolo errore puo' creare non pochi problemi.
E' lo stesso nel training in palestra (giusto xche' l'hai citato). Se vai per fare 1h al gg per perdere qualche kilo o stare bene tutto va piu' o meno bene. Se invece vuoi arrivare a dei traguardi e spingi forte allora devi avere delle buone basi e uno esperto che ti segue o ti farai male, a volte in modo permanente.

Non solo, rischi di metterci 10 anni per fare un passo quando con una guida lo fai in 2-3 (dico a caso).

E poi che senso ha di sperimentare a caso quando c'e' chi conosce gia la strada possedendo determinate capacita' come tu dici? Meglio seguire la loro strada che inventarsela da se.

E' cosi in ogni campo, l'esperienza non la apprendi dai libri ed ha un suo peso importante.

Praticando in ashram spesso é impossbile assimilare certi concetti. In oltre certe tecniche nemmeno vengono spiegate nei corsi ordinari. inutile dire che molti maestri nemmeno le sanno.

Questo e' comune anche nel tjq, anzi direi che e' cosi per il 99% delle scuole. Serve avere tanta fortuna.

L'approccio cinese mi sembra un po quello di preservare, con paura di svelare troppe tecniche e principi. Il fatto che tu insista a con il discorso di non affidarsi a libri lo sottolinea. Questo modo di ragionare non fa altro che aumentare il numero di allievi dei maestri e i soldi guadagnati. Rende l'allievo schiavo del sifu di turno e non promuove la sperimentazione e l'autoapprendimento, nonché il miglioramento.
Infatti i risultati si vedono. I maestri cinesi di solito hanno prestazioni fisiche sopra la media mentre i coglioni degli allievi occidentali che seguono come pecore fanno 1 decimo di quello che sa fare il maestro. Se invece vai a guardare gli yogin europei e americani scoprirai che ci sono veri e propri pionieri dello yoga che hanno studiato con diversi maestri e hanno ottenuto risultati impressionanti (dimostrabili quando vuoi). Alcuni addirittura hanno creato nuovi stili e modificato alcune pratiche in modo molto intelligente e migliorativo.

Che vi sia riservatezza e' ovvio. Che spesso i cinesi ci lucrino sopra idem. Ma non credo siano gli unici.

Non so cosa intendi tu con risultati impressionanti.

La pratica va migliorata, non preservata. La tecnica deve evolvare non disperdersi con le generazioni.

E tu (tu in senso generico) ti ritieni all'altezza e degno di tale compito?  :)

Io personalmente no. Io umilmente mi ritengo onorato di imparare quello che mi viene insegnato e di praticarlo al meglio che posso.

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Offline Ragnaz

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #81 on: January 29, 2012, 15:27:14 pm »
0
Se per confrontarci e darci consigli tutti attendessimo di essere dei guru, addio forum :P :P
Ragnaz - alias Luca


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insetto

Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #82 on: January 29, 2012, 16:28:21 pm »
0
Se per confrontarci e darci consigli tutti attendessimo di essere dei guru, addio forum :P :P

Era rivolto a me? Confrontare le idee e' una cosa correlata ad un forum. I consigli pure, se parliamo di persone che seguono la stessa scuola/metodo.
Negli altri casi non vedo la connessione con un forum.

Andresti mai su un forum di cucina molecolare a chiedere consigli sulla ricetta di tua nonna della bagnacauda? Potresti aver culo e trovare un tuo parente che ci scrive ma nel 99,999% dei casi non otterresti risposte utili.

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Offline Ragnaz

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #83 on: January 29, 2012, 16:35:03 pm »
0
Anche su metodi diversi ma che magari hanno punti in comune!
Ragnaz - alias Luca


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insetto

Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #84 on: January 29, 2012, 17:17:25 pm »
0
Anche su metodi diversi ma che magari hanno punti in comune!

Mah....


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Offline Ragnaz

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #85 on: January 29, 2012, 17:23:12 pm »
0
Mica dico che se tu dici A io devo fare A... dico che il confronto è cmq utile, sempre ovviamente che tutti si sia "sinceri e collaborativi" :)
(sto generalizzando eh non mi riferisco a nessuno di questo forum!!!!)
Ragnaz - alias Luca


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insetto

Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #86 on: January 29, 2012, 22:56:02 pm »
0
Insetto, il corpo é uno, indipendentemente dalla tradizione che lo studia. In oltre insisti con il seguire come pecore un maestro senza sperimentare individualmente perché lo ritieni pericoloso. Io, come te, sono dell'idea che una guida sia necessaria per l'apprendimento, e ci vuole uno che trasmetta certe conoscienze face-to-face. Allo stesso modo sono favorevole alla sperimentazione perche' non ci vedo nulla di pericoloso se lo si fa ascoltando il proprio corpo.

Se ti spingi ai limiti il tuo corpo ti dice cosi' tante cose che non sai dove sbattere la testa. Solo avendo chiara la strada sai arrivare alla meta senza fermarti a guardare sassolino per sassolino.
Sperimentare e' da stupidi se hai uno che conosce la strada.

Una volta che uno pratica da anni una disciplina interna (qualunque essa sia) impara ad ascoltare il proprio corpo. A quel punto la sperimentazione, seguendo libri scritti da esperti nel settore, non puo altro che migliorare la tecnica.

Ci sono pratiche che non ti danno (al livello in cui le fai) nessun segnale da te "udibile" che stai facendo bene o male. Come ti comporti?

Lo sperimentare diventa pericoloso se si crea conflitto, ma a me hanno sempre insegnato a lavorare con armonia e dolcezza ed ascoltare il mio corpo e i messaggi che emana.

Se prendi la via del take it easy ok ma se ti spingi verso dei limiti questa idea non funziona.

In oltre come diceva giustamente Ragnaz se dovessimo aspettare di essere tutti guru per scambiare opinioni tecniche e teoriche, il forum non esisterebbe nemmeno. Se questo non rispecchia le tue visioni semplicemente non scrivere su un forum, nessuno ti obbliga.

In effetti tutti me lo dicono e' ora che mi decida. :-)

Buona pratica.

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #87 on: February 02, 2012, 15:49:09 pm »
0
io non sono proprio d'accordo...
sarebbe bene definire che cosa si intende con"spingere al limite" che credo sia diverso da esagerare/andare oltre il proprio limite...

Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle.



http://speziatjq.blogspot.com

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Offline SassoDiBosco

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #88 on: February 02, 2012, 15:59:57 pm »
0
io non sono proprio d'accordo...
sarebbe bene definire che cosa si intende con"spingere al limite" che credo sia diverso da esagerare/andare oltre il proprio limite...

Io credo che fondamentalmente si dovrebbe parlare di "pratica" in senso stretto ... altrimenti rimane tutto campato in aria
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Offline Bingo Bongo

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Re:PRANAYAMA: DOVE POSSO ARRIVARE COL RESPIRO!
« Reply #89 on: February 03, 2012, 23:29:43 pm »
0
Un giorno un amico che si allena con i pesi si toglie la meglieta e noto che ha la schiena tempestata di brufoli. Questa non è acne giovanile (a 29 anni), ma probabilmente un combinazione di cattivo allenamento, stress, e cattiva alimentazione.
Premesso che sto allenando Moola bandha con soddisfazione...Facendo anch'io un discreto allenamento coi peso credo che il problema del tuo amico si chiami: integratori.
In particolare non deve esagerare con le proteine e aminoacidi ramificati per aumentare la massa se poi non si spacca davvero in palestra. I brufoli sono un problema comune a chi usa in modo erratto gli integratori e poi non si allena in un determinato modo. Le proteine in eccesso vengono in parte buttate fuori, ma quelle che rimangono e che non vengono utilizzate per la costruzione del muscolo facilmente danno sfogo a brufoli di dimensioni fra l'altro spesso abnormi! Il mio consiglio inoltre è che aumenti l'attività aerobica.