Si Luca, quello che dici è vero, ma è anche filosofia.
Ovviamente in quel senso non contano i risultati, non c'è competizione, ci sono solo i benefici che individualmente si traggono e il Karate diventa per tutti.
Ma qui si parla di eccellenza, del livello massimo possibile.
Takeshi Naito sembra nato per il Karate, come anche un Machida, sono strutturalmente adatti al quella disciplina, inoltre hanno una naturale propensione (talento) per il Karate e il Budo in genere, a questa aggiungono un lavoro massacrante, continuo, approfondito, faticoso e, spesso, doloroso, un lavoro che pochi sono disposti a fare.
Tutto questo messo insieme fa di loro dei Karateka di un'altro livello, un livello non alla portata di tutti.
Ryu dice bene, la perseveranza, il lavoro possono fare molto, possono supplire in parte alla quantità di talento, possono far superare molti ostacoli.
Io non sono di sicuro un talentuoso, sono uno che si incaponisce sulle cose fino all'autolesionismo, ma ho incontrato chi ci è nato per il Karate, incontri che mi hanno fatto capire che quello era il mio obbiettivo, ma anche che non avevo tutti i mezzi necessari per raggiungerlo.
Con quella consapevolezza mi muovo, puntando comunque li, pur sapendo potrò avvicinarmi se la fortuna mi assiste.
Quando hai davanti uno come Pat McKay o come Vito Simmi, semplicemente sai che sono qualcosa di differente.
Il talento centra sempre, in qualsiasi attività umana, è ciò che permette di emergere e di distinguersi, tracciando nuove strade per gli altri.
Se non ci fosse il talento e i talentuosi non ci sarebbero intuizioni e evoluzioni, saremmo fermi, in ogni campo, a una base elementare comune a tutti.
In ogni campo, è proprio grazie al talento di qualcuno che tutti possono progredire.